2-IAN

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Entrai in casa fiero di me. Mi ero divertito troppo nel vedere la faccia arrabbiata di Emma. Accidenti, altroché arrabbiata, era incazzata nera!

Mi appoggiai alla porta ricordando i suoi occhi scuri nei miei. Stavo sorridendo.

«Cosa ti fa sorridere come un'imbecille?», mi chiese mia sorella Kitty seduta sulla poltrona.

Mi avvicinai a lei, sdraiandomi sul divano. «Che fai?», le chiesi curioso.

«Secondo te?», ribatté lei mostrandomi un libro.

«Di cosa parla questa volta? Un'altra storia d'amore sdolcinata?»

Aggrottò la fronte offesa. «Non capisci nulla, per forza non riuscirai mai a trovarti una ragazza», mi rispose stizzita.

Mi sedetti sul divano osservandola divertito. Adoravo la mia sorellina, anche se aveva appena un anno in meno di me. «Ma che mi importa di avere una ragazza se posso farmene tante nello stesso periodo.»

Kitty chiuse il libro, tenendo il segno con il pollice. «Siete tutti uguali, tu, Neal e ora si è messo perfino Jake!», urlò in preda alla rabbia.

«Cosa c'entro io?», domandò quest'ultimo, varcando la soglia e raggiungendoci.

«Nulla, Jake. È solo invidiosa di non essere come noi!», sostenni con un sorriso tirato.

Kitty si avvicinò a me minacciosa, tanto da farmi paura.

«Affatto, spero solo che voi due mettiate la testa a posto, al più presto. Il vero amore esiste davvero, non è solo una stupidaggine!», gridò risoluta.

Io e Jake ci fissammo per un attimo, prima di scoppiare entrambi a ridere. «Si, ridete pure di me, tanto scommetto che vi innamorerete pure voi, prima di quanto crediate!»

Annuimmo entrambi. «Va beh, sapientona, me lo dici o no cosa leggi?», domandai di nuovo.

Kitty sbuffò. «E' la storia di un ragazzo e una ragazza che si ritrovano a vivere assieme anche se non partono col piede giusto», spiegò.

Subito l'immagine di Emma mi passò per la testa e non potei trattenermi dal ridere.

«Che c'è da ridere?», mi chiese Jake curioso. «Per me sarebbe un incubo!»

«Dipende da chi è la ragazza», dissi mostrando i denti bianchi.

Adoravo la mia bocca, le ragazze l'amavano e io amavo essere amato. Tutte erano sempre pronte per me, eccetto una. Emma non mi piaceva nemmeno, me la sarei fatta comunque ma non rispecchiava proprio il mio tipo standard. Mi alzai dal divano e raggiunsi la mia camera. Mi sdraiai sul letto e mi misi ad ascoltare la musica. Mi misi a canticchiare One Day . La fortuna di sapere l'inglese come l'italiano, mi aiutava a comprendere il testo. Sentii qualcuno bussare alla porta e, poco dopo, entrò Lucio. Era mia cugino e il mio migliore amico.

«Ohi, che succede?», chiesi alzando il mento nella sua direzione.

«Ti scoccia se studiamo un po'? Tra due settimane iniziano gli esami», disse lui mostrandomi i libri. Mi sedetti sul letto e ci mettemmo sotto.

Quella sera uscii assieme a mio cugino per svagarmi un po'. Prima di andare chiesi anche a i miei fratelli. «Io passo, stasera devo vedermi con Nicholas», rispose Kitty riferendosi al suo migliore amico.

Non era ancora successo nulla tra i due, eppure ero certo che fossero cotti l'uno dell'altro.

«Ma dai, cuginetta, sul serio? Nicholas?», domandò divertito Lucio.

Kitty prese un cuscino e glielo scaraventò addosso.

«E tu Jake? Vieni?», chiesi a mio fratello.

«Si, perché no? A dopo sorellina», disse toccandosi il neo sotto l'occhio.

«Ti ricordo che abbiamo la stessa età!», disse lei nervosa.

Se nemmeno Jake, il suo gemello, riusciva a calmarla, poteva significare solo una cosa.

«Kitty sei mestruata?», risi.

«Andate a farvi fottere, tutti e tre!», rispose incrociando le braccia al petto.

Scoppiammo a ridere. «Anche io ti voglio bene!», le dissi chiudendo la porta.

Salimmo in macchina e andammo in un locale vicino a casa di nostro fratello Neal. Il Green Apple era pieno di gente. Chi ballava, chi beveva, chi pomiciava. Era il mio paradiso. Mandai un messaggio a Neal chiedendogli di raggiungerci.

Osservai l'abbigliamento delle persone attorno a me e non potei fare altro che sentirmi sollevato. Con i miei jeans e la camicia bianca arrotolata sui gomiti avevo conquistato il cuore delle ragazze, per non parlare poi dei miei capelli neri che facevano risaltare l'azzurro delle iridi. Ciò che le faceva cadere ai miei piedi era un neo vicino al labbro. Dicevano che era come un tirabaci e io non mi ero mai indignato della cosa. Nel locale stava suonando una canzone della quale non ricordavo il titolo. Alzai gli occhi e rimasi sorpreso nel vedere una mora con una fila di bicchieri vuoti in mano. Indossava degli shorts di jeans e un top nero senza spalline. Non poteva essere lei, eppure la somiglianza era troppa perché si trattasse di un errore.

Non l'avevo mai vista truccata o vestita in quel modo e rimasi piuttosto sorpreso dalla mia scoperta.

«Oh, Ian, guarda un po'? Ma non è Emma quella?», mi chiese Lucio al mio fianco. Sorrisi annuendo.

«Che fai?» mi chiese mio fratello prendendomi un braccio.

Mi voltai verso di lui sorridendo. Inclinò la testa.

«Non credi di esserci andato un po' pesante oggi?», domandò Lucio bevendo il suo Mojito.

«La festa è appena iniziata! Preparatevi a divertirvi», risposi e facendogli l'occhiolino, sparii tra la folla .


TUTTO DI ME (2- The Lovers Series)Where stories live. Discover now