13-EMMA

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 Dopo essermene andata lontana da Ian mi rifugia nella caffetteria dell'Accademia e ordinai un cappuccino. Mi sedetti al tavolino in ferro battuto un po' arrugginito e iniziai a riflettere. Che diamine gli prendeva? Perché dopo cinque anni di insulti e comportamenti da bullo ora si preoccupava di riaccompagnarmi a casa? Non era da lui e questa cosa mi spaventava molto. Ero sempre stata convinta di conoscerlo per quello che era e, forse, ammettere di essermi sbagliata era una cosa che proprio non mi andava giù, specialmente con lui.

Cercai di distrarmi un po' rileggendo più volte la lista di materiali da comprare per la lezione successiva. Inutile: la mia vocina continuava a farsi sentire. "Forse l'ha fatto perché gli piaci!"

Scossi la testa. No! Ian non provava nulla per me se non disgusto e ribrezzo, sentimenti che ricambiavo al 100%. «Eccoti qui!», esclamò Annalisa raggiungendomi. «Allora andiamo?»

«Certo, porto la tazza al bar e sono pronta.»


«Stai scherzando spero!», gridai sgranando gli occhi dopo aver udito il commento della mia migliore amica. Eravamo nella sua auto, parcheggiate sotto il mio appartamento.

«Potrà non essere esattamente il ragazzo migliore del mondo però, Emma, devi ammettere che è un figo, insomma intendo dire, è ovvio che le ragazze gli cadano ai piedi, no?», disse Annalisa mentre si metteva il gloss rosa sulle labbra.

Appoggiai la nuca al poggiatesta e espirai l'aria che avevo nei polmoni. «E' un cretino, un deficiente e ti ricordo che è lo stesso ragazzo che mi ha tormentata per ben cinque anni di liceo!», mi infuriai. Come poteva uscirsene fuori con un'affermazione del genere?

«Lo so, infatti non ho mai detto che fosse gentile, solo che è molto attraente, tutto qui! Si può sapere che ti prende? Perché stai così sulla difensiva? Ti piace forse?», chiese titubante.

Sbarrai gli occhi scioccata dalla sua insinuazione. «Cosa? Assolutamente no! Non mi piace per niente, anzi se devo essere sincera lo odio! Dio... ma doveva per forza abitare con me poi?», ammisi tenendomi la testa tra le mani.

«Coooosa? In che senso vive con te?», mi chiese sbalordita.

Raccontai ad Annalisa tutto quello che riguardava la mia convivenza con Ian e del motivo per cui non potevamo far altro che sopportarci. Dopo aver salutato la mia migliore amica, salii nel mio appartamento.

 Espirai tutta l'aria dai polmoni e, dopo aver girato la chiave nella serratura, rimasi sbalordita da ciò che vidi.

 Ian era sdraiato sul divano. Dormiva. Semplicemente, come se nulla fosse. Se ne stava lì con gli occhi chiusi e il volto rilassato. Dovevo ammettere che Annalisa aveva ragione, era davvero bello. Guardai il televisore e vidi uno dei miei film preferiti proiettato su esso. Rimasi sorpresa del fatto che Ian lo stesse guardando, prima di addormentarsi, ovviamente.

Mi accovacciai davanti al suo volto osservandolo bene. Gli occhi azzurri adesso chiusi, erano circondati da folte ciglia nere, perfettamente in tinta con i suoi capelli corti. Il ciuffo ricadeva sulla fronte in un modo sexy e il suo neo vicino al labbro era la ciliegina sulla torta.

Ian era perfetto così, peccato che al suo risveglio sarebbe tornato quello di sempre. Feci per rialzarmi quando qualcosa mi trattenne dal farlo.

«Emma...»

Mi voltai ancora verso di lui per accertarmi di aver capito bene. Aggrottai la fronte confusa. Ian emise un gemito e poi disse il mio nome. Feci per toccarlo quando si mosse leggermente spostandosi sul fianco. Dormiva ancora.

TUTTO DI ME (2- The Lovers Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora