10-IAN

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Rimasi circa un'ora seduto sul divano a pensare. Cosa ne sarebbe stato del mio futuro? Sarei riuscito a fare qualcosa? Oppure mi sarei dovuto ridurre a fare lo schiavetto di mio padre? O quello di Neal, il che era anche peggio. Mi piaceva mio fratello e speravo non diventasse un mio rivale. L'unico sul quale potevo davvero contare era Lucio. Era come un fratello per me, ma per prima cosa era il mio migliore amico, oltre ad essere mio cugino. Gli scrissi un messaggio aggiornandolo sugli ultimi avvenimenti. Non rispose, probabilmente vista l'ora stava già dormendo. Mi alzai e dopo essermi lavato raggiusi la mia stanza. Prima di entrare mi voltai verso la porta di Emma e sorrisi pensandola lì. Lei era la sola certezza che avevo in quel momento ed ero felice di questo.

Il mattino dopo fu come una nebbia improvvisa. Aprii gli occhi sentendomi disorientato. Intorno a me le pareti avevano un colore strano e il materasso del letto matrimoniale era fin troppo duro. Girai lo sguardo incrociando la sveglia. Le 7.30. Chiusi gli occhi nella speranza di ripiombare nel sonno, quando mi resi conto che era tardissimo. Balzai giù dal letto e corsi in cucina.

«Emma?», urlai.

Niente, nessuna risposta. Cazzo, se ne era già andata e mi aveva mollato lì!

Mi vestii il più velocemente possibile, e raggiunsi l'Accademia nel minor tempo possibile. Non potevo arrivare in ritardo il primo giorno. Parcheggiai l'auto in qualche modo e corsi a lezione in tempo, poco prima che il professore entrasse in aula. Ci impiegai un attimo prima di vederla seduta al suo posto. Affianco a lei, un banco vuoto. Mi sedetti e lei rimase impassibile. La rabbia si stava impossessando di me.

«Sei una stronza, lo sai?», le sussurrai all'orecchio con tono glaciale.

Sorrise e continuò a fissare la pagina bianca che stava riempiendo con alcuni disegni. «Ora sai cosa penso io ogni volta che ti vedo», ribatté acida.

Aggrottai la fronte facendo una smorfia. Accidenti, mi odiava sul serio, di certo io la odiavo, ora più che mai.

«Avresti potuto svegliarmi!», protestai. Come ho fatto io ieri, pensai.

Si bloccò, con la penna a mezz'aria e si voltò lentamente verso di me. «Wow, Ian... non sapevo dovessi farti da mamma», rispose divertita.

Scossi la testa e presi il mio libro. Ero arrabbiato, ma molto incuriosito da Emma. Con la coda dell'occhio la osservai meglio. Era... strana. Era la sola ragazza della quale mi importasse davvero. Era sempre stato così, anche al liceo. Tutto con lei era imprevedibile, io lo ero per primo e questo era eccitante. Osservai il suo naso a punta e le labbra carnose, le quali sarebbero state perfette attorno a me. Mi bloccai di colpo. Per quanto eccitante non ero mai riuscito a vederla sotto questo aspetto, eppure stava cambiando qualcosa.

«La smetti di fissarmi? Sei irritante!», sussurrò prendendo appunti.

Sorrisi e scossi la testa. «Sei maledettamente egocentrica se credi che stia fissando te», ribattei tornando a guardare il professore che nel frattempo stava esponendo il primo progetto.

Emma mi fissò con i suoi occhi nocciola che mi trasmettevano un senso di calma e pace. Ripensai a lei, nuda nella doccia che mi faceva tutto ciò che aveva letto nel libro. Improvvisamente il cavallo dei pantaloni si strinse.

«Lo so cosa stai pensando e puoi scordartelo», disse seria.

Mi sporsi più vicino a lei. «E cosa starei pensando?», domandai con un mezzo sorriso.

Strinse gli occhi e si rimise a posto, lasciandomi lì, insoddisfatto. Appena la lezione terminò, uscimmo dall'aula seguiti da uno stormo di ragazze. Emma se ne andò abbandonandomi.

«Ciao», gridò una bionda con una quarta di reggiseno.

Era molto attraente e qualcosa mi disse anche molto esperta. «Ciao», dissi mostrando una fossetta irresistibile.

Lei mi superò lasciandomi solo come un'imbecille. Ma che cazzo? Mi voltai vedendola raggiungere la mia nuova coinquilina. Non sapevo cosa sarebbe successo, ma di certo, nulla di buono.


TUTTO DI ME (2- The Lovers Series)Where stories live. Discover now