Errare Humanum Est (Parte 2)

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«Hey! ».

Joe fece il suo ingresso ballando e gridando come una pazza, sbronza abbastanza da aver perso quel briciolo di autocontrollo che aveva, solo per poi bloccarsi davanti al gelo presente nel nostro prive.
Eravamo tutti immobili, sconvolti e stupiti, nelle pose in cui eravamo poco prima che scoppiasse il caos.
Stefan teneva Albus per le braccia bloccando qualunque tentativo di aggressione, Scorpius era seduto sul divanetto con gli occhi puntati su mio cugino, Sam con una mano si copriva la bocca e con l'altra stringeva il mio braccio, mentre io ero rimasta seduta e con la bocca spalancata.
Ero sconvolta, neanche se avessi visto un ippopotamo ballare la danza classica in tutù rosa, avrei potuto reagire in modo simile.
Ero davvero ferma come una statua di cera del museo di Madame Tussauds, bloccata nei miei pensieri e con gli occhi talmente tanto fuori dalle orbite da arrivare a toccare terra.
Non mi era mai successo prima, non per un semplice e casto bacio almeno.
Quel gesto aveva scatenato dentro di me una serie di sensazioni tutt'altro che sgradevoli, il che era totalmente inaspettato: non provavo niente per Malfoy, giusto?.
Non potevo accettare una cosa del genere, mi aveva stravolta con quello che era stato un insignificante sfiorarsi.

«Hey» ripeté di nuovo con molto meno entusiasmo di prima «Che succede?».

Forse iniziava a rendersi conto di quello che stava accadendo, anche se per ricollegare tutti i tasselli le mancava un bel pezzo della storia.
Sam, ripresasi velocemente dallo stupore di quello che era accaduto, la prese per un braccio e la fece sedere sul divanetto al suo fianco, facendole segno di tacere.
Probabilmente per evitare di farle fare ulteriori domande e sperando che comprendesse che sarebbe stato meglio lasciar correre, avremmo risposto dopo alle sue curiosità.

«Niente, Joe» affermò Sam, lanciandole l'ennesima occhiata di avvertimento.

Purtroppo, Joe troppo presa dai festeggiamenti non colse nessuno dei messaggi che le stava lanciando la nostra amica e, riprendendo a muovere la testa a ritmo di musica, decise di aprire nuovamente bocca.

«Insomma, che mortorio» commentò, accompagnando il tutto con uno sbuffo irritato «È una festa, divertiamoci!» concluse, lanciando un'occhiataccia a tutti per poi prendere la bottiglia al centro del tavolo.

«Vuoi lasciarmi andare?» prese parola Al, dando uno scossone a Stefan «Sono calmo» continuò poi, lanciando un ultimo sguardo di fuoco al suo migliore amico biondo.
Ero sicurissima che, se non l'avessero bloccato in tempo, mio cugino avrebbe spaccato la faccia a Malfoy senza alcun problema e solo per difendermi.
Era sempre così tra noi: ci guardavamo le spalle l'uno con l'altra.

Stefan mi lanciò uno sguardo interrogativo, come a chiedermi se sarebbe stato sicuro lasciarlo libero ed io mi limitai ad annuire, ormai non sarebbe accaduto più niente.
Al era un tipo istintivo, ma a quel punto doveva essersi reso conto di cosa stava per fare e, mi doleva dirlo, voleva troppo bene a Scorpius per fargli del male.

«Ti lascio andare» disse Stefan, poco convinto «Non farmene pentire» concluse, facendo un passo indietro e liberando Albus dalla sua presa.
Quest'ultimo si limitò a tornare a sedere, senza rivolgere la parola al suo fedele compare.
Purtroppo per lui, non fece in tempo a poggiare il sedere sul cuscino che venne accalappiato per un braccio da Jocelyn.
La mia amica, tutta contenta e che credevo più sveglia di così, si alzò tirandolo per un braccio e sforzandosi il più possibile per farlo alzare con scarsi risultati.

«Forza Al, andiamo a ballare» affermò, continuando a tirare mio cugino per il braccio «Non farti pregare e togliti quel muso lungo dalla faccia, ti rende brutto».

Albus, trattenendo a stento un sorriso e ripresosi dalla lite di poco prima, si alzò con un sorriso sulle labbra.
La mia migliore amica aveva quella capacità innata di far ridere le persone, era sempre lei a tirare tutti su di morale, qualunque cosa potesse capitarti nella vita era in grado di fartela dimenticare anche solo per un secondo.
Sicuramente era per la sua incredibile energia e per il sorriso contagioso che ci riusciva e mai come in quel momento le fui grata di ciò.

AttentaWhere stories live. Discover now