The Worst Bridesmaid Ever

1.6K 103 3
                                    


«...Perciò vi auguriamo tutta la felicità possibile» conclusi poggiando il foglio del discorso, su cui da almeno un paio d'ore, Hugo ed io, lavoravamo.
Esatto, eravamo stati in una stanza da soli per più di dieci minuti senza ucciderci, il che era un gran bel cambiamento.
Avevamo parlato ed anche riso insieme, cosa che non capitava da almeno otto anni e non potevo esserne più felice.
Non avevamo fatto parola di ciò a cui avevo assistito quel pomeriggio e non volevo riaprire quel discorso, l'avrebbe fatto lui quando sarebbe stato pronto, già sapeva che avrebbe sempre avuto il mio sostegno.
Infondo, eravamo uguali. Due giocattoli rotti, spaventati dall'amore e da tutto ciò che esso poteva significare.
Lui aveva paura dei sentimenti che provava per quel ragazzo misterioso ed io avevo paura di Scorpius, entrambi ci facevamo scappare le persone importanti dalle dita.
Per noi l'amore era un cavallo che provavamo disperatamente a domare, ma su cui la paura ci faceva perdere il controllo, lasciandoci a galoppare freneticamente e senza le redini in mano. Non c'era niente di più spaventoso, ormai lo sapevo bene.
«Sono un mucchio di cazzate, ma funzionano» commentò Hugo, poggiando la testa alla spalliera del divano «Per te vanno bene?» chiese.

«Benissimo» risposi stiracchiandomi al suo fianco «E grazie per aver fatto tutto il lavoro, ti devo un favore» conclusi, nascondendo uno sbadiglio dietro la mano.
«Ma che favore» disse agitando la sua mano in aria «Non potevamo fare altrimenti, tu non sai  come sono andate le cose tra loro ed effettivamente non lo so neanche io» rivelò.
«Cosa ne pensi di Melissa?» gli domandai curiosa «A me sembra simpatica ed è stata molto gentile sia con me che con la mamma» gli raccontai.
Lo vidi adombrarsi un po' dopo che avevo nominato la donna che ci aveva messo al mondo, ma non glielo feci pesare, non volevo rovinare tutto proprio quando stavamo tornando a legare.
«Sì, è molto carina» rispose distratto, mentre giocava con un bracciale di corda nero che portava al polso «Posso chiederti una cosa?» prese coraggio, voltandosi verso di me.
Annuii accomodandomi meglio sul divano. «Spara» lo invitai con un sorriso.
Sospirò in imbarazzo e dopo essersi passato una mano tra i capelli iniziò a parlare.
«Secondo te, la mamma sarebbe felice se le scrivessi?» domandò insicuro «È molto che non la sento e magari lei non vuole...» blaterò.
Alzai una mano bloccandolo. «Scherzi?!» esclamai entusiasta «Sarebbe più che contenta, dovresti farlo, le manchi molto» rivelai guardandolo negli occhi chiari così simili ai miei.
Lo vidi rasserenarsi ed annuire. «Credo che lo farò, sono stanco di vivere provando un rancore che neanche mi appartiene» affermò sicuro di sé.
Restammo per un altro po' a parlare tra noi, quando iniziarono a bussare alla porta, mia alzai e raggiunsi l'ingresso per poi aprire.
Venni travolta dall'abbraccio soffocante di Lily e Dominique.
Restammo per un po' così, mentre anche Hugo ci raggiungeva per salutare le nostre parenti.
Le mie cugine mi lanciarono uno sguardo indagatore, non si spiegavano come mai mio fratello si trovasse nella mia stanza.
Fece loro segno di non dire niente e poi le feci accomodare nella stanza di hotel. «Zia Ginny?» domandai, mi aspettavo di vederla con loro e non trovarla mi aveva un attimo sconvolta, avevano detto ci avrebbero raggiunte tutte insieme.
«Tuo padre l'ha sequestrata appena arrivata» spiegò Lily «Andrà a cena con lui e Melissa, perciò siamo liberi per tutta la sera» sorrise furbescamente.
«Cosa hai intenzione di fare?» domandai curiosa e preoccupata allo stesso tempo, non era mai un bene quella faccia sul volto della piccola Potter.
«Potremmo uscire ed andare in qualche locale» propose Dominique accomodandosi con eleganza sul divano accanto ad Hugo.
Non appena concluse di dire quelle parole, bussarono di nuovo alla porta e questa volta fu mio fratello ad alzarsi per andare ad aprire.
Le irritanti voci che mi arrivarono alle orecchie mi fecero rabbrividire, speravo di averle confuse, ma quando Molly e Lucy seguirono il mio rosso consanguineo all'interno della stanza non riuscii ad evitare di sbiancare.
Cazzo, speravo di non vederle fino al giorno dopo, ma a quanto sembrava il destino mi stava giocando l'ennesimo tiro mancino.
Le due entrarono, Molly teneva sulle spalle una grande busta per abiti bianca che lasciò sul divano.
«Dovevamo lasciare l'abito da sposa in camera di Melissa, ma abbiamo pensato di passare prima qui, dobbiamo festeggiare» disse Lucy con sorriso amabile disegnato sul volto.
Le guardai cinica. «Che cosa dobbiamo festeggiare esattamente?» chiesi indagatrice.
«Mi sembra ovvio, Rosie» esclamò Molly «L'amicizia ritrovata, perciò accetta il nostro dono di pace» disse, mentre la sorella estraeva dalla borsa due bottiglie di vodka alla fragola.
«Quando Melissa ci ha detto che eravate insieme abbiamo comprato da bere per l'occasione, non è un granché ma può andare» spiegò.
«Beh, non so voi ma io non rifiuto mai un bicchierino» commentò Lily, trovando il favore di tutti gli altri.
Le fissai mentre prendevano i bicchieri e versavano da bere, non mi fidavo, ma alla fine lasciai perdere ed accettai la proposta.

***

Disastro.
Rovina.
Maledizione.
Quelle erano le parole che si alternavano nel mio cervello, mentre analizzavo il tessuto bianco, ormai macchiato, dell'abito da sposa.
Lily, pallida come un cencio, afferrò un lembo della veste e con gli occhi fuori dalle orbite, osservò la grande macchia rosa chiaro che si estendeva dalla scollatura fino all'inizio della gonna.
Il bustino era totalmente rovinato dal liquido che, inavvertitamente, gli era caduto sopra.
Non avrei mai voluto che accadesse qualcosa del genere, non volevo rovinare il matrimonio, stavamo solo scherzando.
Dopo un paio di "bicchierini" le mie cugine avevamo insistito per vedere l'abito, così Hugo aveva aperto la confezione che nascondeva il vestito da sposa, con il mio aiuto lo aveva tirato fuori e mostrato alle altre.
«Provatelo» aveva proposto Lucy ridendo seduta su una sedia, mentre si versava un altro drink.
Lily prendendo la palla al balzo, si fece aiutare da Molly e Dom ad infilare l'abito e proprio in quel momento la figlia di Percy aveva urtato la cugina bionda facendole versare la Vodka sull'abito.
«Cazzo, cazzo, cazzo» ripetei come un mantra, toccando il tessuto e sperando di pulirlo miracolosamente «Adesso che facciamo?!» domandai, lanciando un'occhiata a tutti i presenti.
Mio fratello, Lily e Dom erano immobili con gli occhi fuori dalle orbite e l'espressione preoccupata, mentre le altre due avevano una strana espressione divertita disegnata sul volto, se non fossi stata sconvolta, sicuramente sarei saltata loro al collo.
«Penso di dover vomitare» affermò Dominique poggiandosi sul divano della nostra camera d'albergo.
«Non vicino all'abito!» esclamai, indicandole con la mano un cestino della spazzatura vicino al tavolo «Già è un disastro!».
Hugo sbronzo come non mai, riuscì a stento a trattenere una risata sguaiata.
«Guarda il lato positivo, le abbiamo fatto un favore» commentò divertito «Quell'abito era veramente orribile, ci ringrazierà di non averla fatta sposare vestita così».
Se non fossi stata estremamente felice della nuova serenità creatasi tra noi, l'avrei volentieri ucciso sul posto.
Meglio Azkaban che l'ira di mio padre, pensai.

AttentaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora