23- Di ossa rotte e vite interrotte

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Non sentiva più nulla.
Neppure il bruciore alla mano, che fino a pochi minuti prima era stato l'unica cosa che lo faceva sentire vivo, reale. O la sensazione di bagnato sulle guance, rigate dalle lacrime che aveva versato, o la sua voce rotta dal pianto.
Neppure quel saporaccio sulla lingua.

D'un tratto era tutto nero

Almeno non vedeva più la sua ombra allungarsi sul muro, il ricordo di un incubo frequente.
Il ricordo di sé stesso.
Sarebbe diventato solo un ricordo?

Ora sentiva qualcosa: un peso soffocante che lo schiacciava. Tutto si faceva più stretto. Il suo respiro più rarefatto.
E poi di nuovo nulla.
Lui era nulla.

--UN' ORA PRIMA--

Le gocce di sangue colavano, mescolandosi alle lacrime sulla sua mano, sul suo viso e sul pavimento.
Provò a piegare le dita. Inutile...
Come lui.
Non solo inutile: anche sbagliato, malvagio, un mostro.
Forse si era meritato tutto quell'odio da parte di Bryce.
Te lo insegnano fin da piccolo, con mille film e racconti: i mostri sono creature abominevoli, alle quali bisogna dare la caccia.
Bisogna ucciderle.
Si era ferito così la mano: tirando un pugno al muro, cercando di ferirsi. Ma non bastava farsi del male, tagliarsi, soffrire.
Doveva annientare il mostro.
Diventare un cacciatore:
Aveva fallito una volta, non sarebbe capitato di nuovo.

Gli venne un'idea.

L'infermiera bianca e silenziosa aveva un aspetto accogliente e rassicurante... L'esatto contrario dell'infermiera...

"Quindi tu vorresti dirmi che ti sei fratturato tre dita inciampando per via di una scarpa slacciata?" Disse la donna seccata.
Logan fece la sua faccia da bravo ragazzo, copiando vagamente l'espressione da buono svampito di James.
"Certo signora. Mi dispiace molto. Potrei avere una garza... E magari delle pillole? Tipo qualcosa per il dolore e che mi aiuti a dormire?"
"Uff... Va bene. Ecco qua." L'infermiera aprì un barattolo e gli porse un paio di pillole.
"Scusi, potrei avere anche del ghiaccio? Mi brucia molto la mano..." Disse Logan sorridendo.
"Va bene... Però non potevi dirlo prima? Ah..." Brontolò la donna.
Quando uscì dalla stanza, Logan afferrò velocemente il barattolo con le pillole e ne rubò due manciate, infilandole frettolosamente in tasca.
L'infermiera rientrò e gli lanciò un sacchetto con dentro dei cubetti di ghiaccio, che Logan riuscì a prendere maldestramente usando solo la mano sinistra.
"Ecco" borbottò l'infermiera.
"Grazie mille! Buona giornata." Le augurò il ragazzo prima di andarsene.

Le sue mani tremavano mentre afferrava le pillole con cautela.
"Divertente" pensò "quando ero piccolo, odiavo le pillole. Non riuscivo ad ingerirle. Adesso mi metterò alla prova..."
Piangeva, ma non perché stava per lasciare questo mondo. Piangeva perché l'aveva rovinato per troppo tempo.

Prese tutte le pillole in mano e le ingoiò.
"É ora di uccidere il mostro

La speranza è la prima a morireWhere stories live. Discover now