Capitolo 3

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Louis si tenne occupato con il lavoro e organizzando un breve viaggio dalla sua famiglia; dimenticandosi completamente di uscire di casa per quasi due settimane se non per andare al lavoro o al supermercato un paio di volte. Aveva ricevuto parecchi messaggi, Niall e Liam lo bombardavano continuamente con storie senza senso che Louis di solito si divertiva a leggere, ma aveva preso a rispondere a monosillabi, troppo stanco per parlare con loro.

Era venerdì sera e Louis stava seduto sul divano, una birra in una mano, il computer portatile in bilico sulle gambe, provando a finire un articolo sulle bandane. Era sicuro che quando aveva deciso di studiare giornalismo, il suo obiettivo finale era quello di scrivere di altro. Non che i consigli di moda non fossero importanti. Amava la moda, ma avrebbe preferito scrivere di diritti civili, intervistare persone dalla mentre brillante. Comunque, era felice di avere un lavoro nel suo campo; anche se si trovava a scrivere di bandane il venerdì sera.

All'improvviso il citofono squillò, prendendo Louis alla sprovvista. "Chi cazz?" Mormoro, pulendosi la bocca con la manica e alzandosi, appoggiando il computer sul tavolinetto. "Chi è?" Chiese burbero e un po' infastidito.

"Harry. Dammi salire; c'è un cane che mi sta fissando aggressivamente."

Lo stomaco di Louis fece una capriola sentendo la voce profonda di Harry. Non lo aveva visto né aveva parlato con lui dalla sera della festa; a malapena massaggiavano, e ad essere onesti, Louis era spaventato di aver incasinato tutto quella notte con le cose che si era trovato a dire. Ma Harry era lì..

"Ci eravamo accordati di incontrarci?" Chiese Louis, nonostante si ricordasse di non averlo fatto.

"No. Davvero, Louis, questo cane è gigante! Apri la porta."

Louis alzò gli occhi e aprì il portone. Si voltò per guardare lo stato del suo appartamento. Non c'era modo di sistemare quel casino, sospirò e si diede una sistemata. Spinse la frangia indietro e si lisciò i vestiti prima di aprire la porta per far entrare Harry, che ovviamente profumava e sembrava un sogno. Quindi, sì. Due settimane dopo Louis era ancora innamorato del suo migliore amico.

"Ehi, canzone, che ci fai qui?" Chiese Louis, mascherando l'emozione e l'ansia nel vedere Harry dopo così tanto tempo.

"Vestiti; andiamo da Liam per serata videogame e pizza," disse Harry, sedendosi sul divano.

"Va bene," disse Louis confuso. "C'è un modo in cui magari voi ragazzi mi facciate sapere prima le cose?"

Harry lo fissò, serio. "Ti ho mandato messaggi tutto il giorno, ma mi stai evitando. La stessa cosa Niall e Liam. Voglio dire...stai bene? Perché, amico, non parliamo dalla sera della festa."

Louis deglutì. Odiava i confronti, e odiava inventare scuse di merda. "Sono impegnato con il lavoro. Stavo scrivendo un pezzo quando mi hai interrotto."

"Vuoi che me ne vada?" Chiese Harry, improvvisamente preoccupato. Come se Louis avesse mai voluto che Harry lasciasse il suo appartamento.

"No, tranquillo."

"Quindi vieni da Liam o stiamo qui a lavorare sul tuo pezzo, guardare un film o altro? Per me non ci sono problemi."

Louis non riuscì a trattenere un sorriso, perché Harry era così meraviglioso da volere solo un po' di tempo da trascorrere con il suo amico. Louis era davvero uno stronzo per essersi allontanato, solo perché non riusciva a controllare i suoi sentimenti. Louis Tomlinson, la persona più pragmatica della terra, era diventata un burattino della sua cotta per Harry. Ironia della sorte.

"No pensare che io mi vesta per una serata di video games e pizza, Styles," disse Louis. Stava già indossando un paio di pantaloni della tuta grigi. Se avesse cambiato la T-shirt e indossato una cuffia sopra quel disastro di capelli che aveva, sarebbe stato perfetto.

Let Me Touch Where Your Heart Aches || Italian TranslationWhere stories live. Discover now