Capitolo 41.

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Torno all'hotel e mentre salgo la lunga rampa di scale ricoperta da un tappeto marroncino, vengo fermato dalla segretaria che mi fa sobbalzare dallo spavento.

"Scusami, devi pagare il soggiorno". Dice dolcemente mettendo le mani dietro la schiena come una signora anziana.

"Ah giusto, quanto ti devo?" Prendo il portafoglio dalla tasca e lo apro mostrando tutti i soldi che possiedo, facendole capire che non sono un poveraccio, che non deve temere.

"Siccome ci sei solo tu, sono cento dollari. Però il pagamento si effettua solamente alla reception" si gira ma la blocco all'istante afferrandola per un braccio.

"Mi scusi, perchè solo io? Nella stanza c'è anche la mia ragazza" dico guardandola perplesso e dubbioso rendendomi conto solo dopo di aver pronunciato quelle tre parole, la mia ragazza.

"Non mi risulta, la signorina dai capelli rossi è andata via nel primo pomeriggio portando con se le cose con la quale l'avevo vista arrivare e ringraziando tutto lo staff per l'accoglienza" risponde come se io già sapessi tutto, ma sentire quelle frasi mi spezzano il cuore.

"Ehm.. il braccio" abbassa lo sguardo facendomi notare che la sto ancora tenendo.

"Ah si, giusto. Beh allora non ho niente da pagare"

"No signore, se vuole andare questa è la chiave, abbiamo appena dato una ripulita. Ah, prima è passato un signore dicendo di essere il padre della ragazza, così l'ho fatto entrare ma credo si fosse nascosta." Sorride divertita, forse pensa che siamo due adolescenti fuggitivi, magari fosse veramente così.

Sbianco. Il padre di Allyson?

"Può descrivermelo?" Chiedo in modo da tranquillizzarmi. Più o meno ricordo ancora il suo volto dopo averlo visto al telegiornale.

"Magro, occhi verdi, capelli brizzolati e un bel sorriso, non assomigliava un gran che alla ragazzina." Fa un espressione sconcertata e se ne va.

Merda, merda, merda. Era Lucas l'uomo che si è spacciato per il papà di Ally.

Corro al piano della nostra stanza e con la Card sblocco la porta. Apro ed è tutto perfettamente in ordine.
Vado in bagno e non trovo nulla: le scarpe, la sciarpa, i guanti e il cappellino di Al non sono più ad asciugare e i suoi trucchi non ci sono.
Cazzo!
Torno al centro della camera e noto che non c'è nemmeno il suo zaino rosa. Mi guardo attorno impaurito, preoccupato, ansioso, nemmeno io so come mi sento.
Il pensiero che quel verme possa averla toccata mi fa mancare il respiro.
Guardo il letto e trovo un bigliettino che profuma di lei con accanto una delle rose che le ho regalato.
"Scusami" cita.
Le lacrime mi gonfiano gli occhi, ho bisogno di trovarla, non dovevo andarmene via, sono un coglione.
Scendo velocemente le scale lasciando dietro di me la porta spalancata ed esco dal l'hotel non sapendo nemmeno dove andare.
New York è immensa, e lei è andata via parecchie ore fa.
Da dove posso iniziare? E se lui l'avesse già trovata?
Provo ad entrare in qualsiasi bar mi capiti sotto gli occhi ma di lei non c'è nemmeno l'ombra.
Cazzo Jace pensa. Pensa ad un posto che le piace, uno che ha citato qualche volta, uno che ha disegnato, un suo piccolo rifugio. Non mi viene in mente niente, come se la mia mente non volesse aiutarmi. Ma infondo, lei non ha mai parlato molto di se, mi ha sempre parlato dell'arte, di quanto dipingere la facesse stare bene.
L'ho detto, involontariamente, ma l'ho detto.
Devo andare assolutamente a cercare in una galleria o in un museo.
Prendo il telefono e cerco il museo più vicino che ovviamente si trova a venti chilometri da qui, mi tocca chiamare un taxi per farmici portare.
Alzo la mano in attesa che qualche tassista si ferma e non appena arriva, monto in macchina e dico la direzione in cui procedere.
Il viaggio sembra infinito, la lancetta dell'orologio sul mio display mi fa quasi venire la tachicardia ma non riesco a smettere di fissarla.
Ogni secondo, è un secondo perso.
Cerco di distrarmi guardando in alternanza fuori dal finestrino, ma niente può levarmi il viso di Allyson toccato da quello di Lucas. Maledetto figlio di puttana, giuro che se solo ha osato sfiorarla, lo uccido a mani nude.

Salvata dalla strada - un destino a due facce.Where stories live. Discover now