5.

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Mi sveglia l'odore del caffè e del pane appena tostato. Le lenzuola sono aggrovigliate attorno ai piedi e i capelli mi camminano in viso come radici sciolte di un vecchio faggio.

"Ben alzata." borbotta Elena, sentendomi scendere le scale. Scricchiolano un po', quando ci cammini sopra lentamente.

Ellie è girata di spalle, sul bancone, intenta a preparare una spremuta, mentre tutt'intorno regna l'ordine.

"Dov'è finito il disastro di ieri?"

"Ho sistemato tutto io." -mi informa, calcando il tono scocciato- "Non riuscivo a dormire, così mi sono alzata presto."

"Presto quanto?"

Non ricevo risposta e mi siedo al tavolo, cominciando a mangiare in silenzio.

"Sai, ieri ho parlato con Vic."

Ce la chiami pure, cor soprannome?
Che è, sete diventate pappa e ciccia?
Tu, Damiá, e qu'a bbionda.. Ce sete entrati dentro come 'na malatia.

"Vic?" sputo, che per poco non mi strozzo.

"Giá, Vic." -ripete maliziosa- "Io non riuscivo a trovarti e lei non riusciva a trovare Damiano. Davvero strano, no?"

Elena beve un sorso di succo, mentre a me per poco non va di traverso un toast. Ha mezzo sorriso nascosto dalla tazza e due occhiaie nere come la pece che tradiscono la stanchezza.

"Ero uscita un attimo in giardino per prendere una boccata d'aria e lui doveva fumare. Tutto qui."

"Non devi mica giustificarti." -ammette, poggiando tazza e gomiti sul tavolino- "Almeno, ci avete fatto fare amicizia."

Quindi, quarcosa de bono, semo capaci de fallo?
Noi due?
Ma si sicura, Nena?

"Sembra una brava ragazza."

"Lo è." -risponde secca, con gli occhi fissi nei miei- "Mi ha chiesto un favore ieri notte."

"Che tipo di favore?"

Elena alza le spalle, con lo sguardo che traduce un certo imbarazzo: lo capisco subito, che quello che sta per dire potrebbe farmi male.

"Quando l'ho vista suonare il piano, ieri, mi ha incuriosito. Basso e pianoforte, strano no? Mi ha detto che aveva preso delle piccole lezioni dal suo ex ragazzo, così, giusto per potersi vantare di saper mettere le mani su due strumenti."

"E.. Allora?"

"Allora mi ha confidato che le sarebbe piaciuto ricominciare, riprendere un po' il callo, capisci?"

Scuoto la testa ed Elena sorride, battendo il pugno sul tavolo come a farmi notare quanto la mia testa sia dura.

"Vuole prendere lezioni di piano." -chiarisce, con le iridi che le si scuriscono fino a sciogliersi nelle pupille- "Le ho detto che avrei chiesto a te, Bea."

Perché nun me dá fastidio, ?
Perché sento er disaggio a'a bocca d'o stomaco?
Ce sta 'r callo, poi 'r gelo.

"Ellie, non credo di.." -balbetto, grattandomi il collo che si arrossa- "Non credo di essere all'altezza di dare lezioni. E poi non ho abbastanza tempo, mio padre vuole che prepari l'esame almeno entro fine anno."

Elena raddrizza le spalle e mantiene i muscoli rigidi, come un professore che deve scegliere l'interrogato del giorno.

"Hai un appuntamento per domani pomeriggio, alle quattro. L'indirizzo è appuntato nel mio telefono. Sta a te decidere."

un bacio al tabacco. | måneskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora