Erano le sei e mezzo di sera quando finii di lavorare.
Andai allo spiazzale dietro al "Caffè", una tavola calda nata inizialmente come caffè e che distava a un isolato dalla libreria.
Parcheggiavo sempre là perché ero sicura di trovare posto.C'erano rimaste poche auto e in giro non c'era nessuno. Affrettai il passo.
Ero quasi arrivata alla mia auto, quando udii il rumore di passi sulla ghiaia alle mie spalle.
Un senso di pericoloso e di rabbia mi attanagliarono il cuore.La ragione mi diceva di non girarmi e di correre verso la macchina senza indugiare, ma non obbedii e mi voltai.
Maledetta curiosità! A che serve se non a metterti nei guai?
C'era una persona, un uomo per l'esattezza, a una quarantina di metri a dov'ero.
Era molto alto e indossava in lungo soprabito che arrivava fino a terra; era di pelle scura a in fondo sembrava sporco di terra.
Non riuscivo a vederlo in faccia, dato che i lunghi capelli scuri lo coprivano, ma avvertivo il suo sguardo. Un minaccio sguardo puntato su di me.Okay, Leah non fermati. Dirigiti lentamente verso la tua macchina.
Iniziai a indietreggiare e infilai la mano nella tasca della borsa per prendere le chiavi.
Tenevo gli occhi puntati sul quell'inquietante uomo.Ero ormai molto vicina alla meta, quando sulla mano bianca di lui comparve un enorme coltello dalla lama larga e lunga una quindicina di centimetri.
Rimasi congelata. Non lo avevo visto muoversi; era rimasto per tutto il tempo fermo come una statua là a fissarmi, ma di certo quel machete non poteva essersi materializzato dal nulla.
Dovevo andarmene da lì, subito!
Quello emise un grido animalesco, che echeggiò nel parcheggio deserto. Si mosse con uno scatto improvviso e iniziò a correre dritto da questa parte.
Dovevo scappare, ma avevo le gambe pietrificare per la paura e non riuscivo muovermi, nemmeno a spostare lo guardo.
Sto per morire mi dissi. Serrai gli occhi e mi strinsi nelle spalle restando in attesa.
Se ero pronta a morire?
Certo che no! Ero all'ultimo anno di liceo e avevo ancora tante cose da fare.
Nessuno poi è mai davvero pronto a morire.
Ma cosa potevo fare io per difendermi: lo avrei dovuto pugnalare con le chiavi mentre lui aveva un machete?Il cuore mi batteva così forte che pensavo che sarebbe uscito per salvarsi e mi mancava l'aria mentre lentamente raggiunsi alla conclusione che presto sarei morta.
Ci fu un boato. L'impatto di qualcosa di duro contro qualcos'altro di altrettanto robusto.
Mi venne la pelle d'ora mentre una sensazione gelida mi accarezzo il collo. Poi, un tonfo che fece vibrare il terreno sotto i miei piedi e saltare il cuore in gola.
Spalancai le palpebre curiosa e terrorizzata allo stesso tempo.
Altre due persone erano apparse e si erano messi tra me e il mio aggressore, che però era scomparso alla vista.
Mi spostai leggermente e lo ritrovai disteso a terra.Dava quasi l'impressione che quei due mi stessero difendendo, ma non ero disposta a fidarmi di estranei in una situazione del genere.
Stavo per andarmene, quando l'uomo col cappotto nero si alzò barcollando vistosamente.
La maglia bianca, che indossava sotto al soprabito che si era aperto, aveva una grossa macchia rossa sul lato destro e un liquido dello stesso colore gli sgocciolava dal mento.
Sgranai gli occhi realizzando che quello era sangue.
Lo vedevo respirare in modo affannoso e un senso di nausea mi fece contorcere lo stomaco.Non poteva essere reale quello mi che stava accadendo.
Sentivo provenire da lui odio e rabbia ed erano tutti per me. Non capivo come mai ce l'avesse tanto con me.
Non lo avevo mai visto prima di allora, eppure mi voleva morta.
Avvertii una morsa alla bocca dello stomaco e inizia a indietreggiare.
Le gambe tremavano e temevo di inciampare, ma almeno si muovevano.Scappa. Scappa. Scappa!
Il tizio spalancò la bocca così tanto che sembrava slogarsi.
Emise un ruggito che si amplificò dentro di me come se fossi una cassa di amplificazione.
Prese la rincorsa e ... Si tuffò letteralmente a terra scomparendo.Non sapevo se credere o meno ai miei occhi. Come faceva un uomo di quella stazza sparire dopo essersi buttato a terra?
<< Va da lei! >> ordinò uno dei due rimasti. Dalla sua voce capii che era un ragazzo.
L'altro iniziò ad avvicinarsi, sempre dandomi le spalle e girando la testa a destra e sinistra. Si vedeva che era teso, in stato di allerta.
Io nel frattempo ero già arrivata all'auto. La schiena era premuta contro la portiera di metallo rosso metallizzato.
Ora o mai più!
Impugnai le chiavi. Ero pronta a muovermi più rapida possibile per scappare da quella assurda ed orribile situazione.
Mentre prendevo il coraggio di farlo, all'improvviso, avvertii qualcosa sotto i miei piedi.È strano da spiegare, ma avvertivo chiaramente una presenza sottoterra.
Dalla suolo si sollevò una gobba dalla quale spuntò fuori quell'uomo, circondato da una polvere nera più simile a denso fumo.
Riuscii a vedere i suoi occhi. Erano completamente neri, non umani, e svuotati di qualsiasi emozione tranne che la rabbia.
Teneva il pugnale stretto nella mano e me lo stava puntando contro.Era troppo vicino e non avevo vie di fuga; mi schiacciai contro la Ford, ma questa volta non riuscii a chiudere gli occhi. Avevo lo sguardo puntato su quei occhi inumani.
Alzai la mano nel vano e istintivo tentativo di proteggermi.<< Fermati! >>
Non so da dove venisse tutto quella forza e non saprei cosa mi facesse credere che quello mi avrebbe obbedito.
Ma, si fermò.
Me lo ritrovai di fronte, ricoperto di sangue e congelato nella sua posizione d'attacco con il braccio alzato e quella lunga e bruna lava rivolta contro.
Il suo sguardo era diventato completamente vuoto e mi fissavano, come io stavo fissando lui.
Il corpo si fece di colpo freddo e leggero, come se non contesse più nulla.
I suoi occhi si spalancarono e si abbassarono al suo petto.
Da esso spuntava la punta di una lama chiara e un'altra macchia rossa si dilatò nella maglietta fino ad unirsi con l'altra. Ora la stoffa era completamente rossa.Ritornò a fissarmi.
Trattenni il fiato e il cuore mi si appesantì. Non ero un dottore, ma ci arrivavo a capire che quell'uomo sarebbe morto: era stato colpito al cuore.
Mi sarei aspettata di tutto, qualsiasi reazione, ma non quel sorriso di liberazione che gli riempì il volto.
Sussurrò qualcosa e poi scomparve in una nube nera e poi bianca, che si sollevò verso il cielo poco prima di dissolversi.Rimasi immobile, con la testa leggera e il corpo che si faceva sempre più molle.
Non capivo cosa stesse accadendo e come mai mi sentivo così triste per una persona che aveva appena tentato di uccidermi.Sparito l'uomo, mi ritrovai davanti a dei grandi occhi color dorati con sfumature verdi e rosse.
Mi concentrai su di essi mentre mi sentivo svuotata lentamente delle energie.
Sembravano preoccupati e sollevati allo stesso tempo.
Mi parve di conoscerli.<<Ga- >> ma la lingua si mi impasto e tutto si fece nero.
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UNA NUOVA VITA [Completa]
FantasyNessuno sa quando il nostro mondo giungerà alla fine. Tutte religioni hanno il loro modo di vedere e ognuna ci dice come finirà, ma nessuno sa di preciso quando; come non sanno che ha dare inizio a tutto non sarà Dio o qualche altra divinità. Sarà...