LA GIOSTRA

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Erano arrivate le giornate nevose di novembre e avevamo appena festeggiato il Giorno del Ringraziamento con mio cugino Ben e la sua famiglia, che si erano fermati da noi per una settimana. L'indomani sarebbero però partiti, tempo permettendo.

Eravamo in salotto tutte e tre - io, Ben e Sam - a giocare, quando mia madre entrò nella stanza. << Qualcuno deve andare a fare la spesa. Leah ci puoi pensare tu? >>

Uffa! Proprio adesso? Non ci poteva qualcun altro, tipo papà o lei!?

Visto che non mi decido a muovermi, mi guardò con più severità piantandosi la mani sul fianco, tanto per sembrare più minacciosa.

Mi alzai sospirando. Non volevo sorbettarmi una ramanzina, soprattutto davanti a degli ospiti.

<< Zia dove vai? >> mi domandò deluso mio nipote.

Lo guardai altrettanto amareggiata, ma il servente aveva dato un ordine.

<< Che ne dici di andare ad aiutare la zia con la spesa? >> gli propose Ben. << Per te va bene? >> mi domandò poi.

<< Sì, certo! >>

Le strade erano ormai sgombre e ripulite dalla neve che era caduta per una settimana intera. In quei giorno non avevo fatto altro che spalare, giocare a palle di neve; fatto una famiglia di pupazzi di neve, ma soprattutto ero rimasta dentro casa.

Ora finalmente era spuntato il sole e molti in città erano usciti all'aperto come noi.

<< Speriamo che stiano andando tutti là. >> dissi mentre passavano davanti alle case con persone che liberavano la auto per andare di sicura da qualche parte.

Al centro-commerciale, invece, c'erano poche persone. Il pareggio era  semi-deserto. Ma allora dove stavano andando tutto?
Meglio così, meno fila alla cassa!

<< Hai tu la lista? >> mi domandò Ben appena scendemmo dall'auto.

<< Certo! >>
Tirai fuori una pagina di quaderno piena di roba da mangiare, prodotti per le pulizie e altro. Era davvero un sacco di roba. Sembrava che dovessimo fare la scorta per qualche cataclisma.

<< Mm ... credo che avremmo bisogno di due carrelli. >>

<< Secondo me ce la faremo anche con uno. >> disse quell'ottimista.

Io ero molto scettica al riguardo, ma almeno avevamo preso l'auto di papà che era dotata di uno portabagagli bello capiente.

Dentro stavano iniziando ad addobbare per il Natale che era in arrivo. Nel giro di poche settimane si sarebbero visti dovunque ghirlande, luci colorate, Babbi Natale e renne, casette di mezzapane, pupazzi di neve e pacchetti regalo.
Il Natale era di certo una di quelle feste che più si sentivano da queste parti.

Dopo cinque minuti Sam non aveva più voglia di restare seduto sul seggiolino del carrello. Volle scendere a tutti i costi e appena misse piede a terra si mise subito all'opera. Iniziò tra gli scaffali e iniziò a prendere i prodotti a cui arrivava ed a buttarli nel carrello.

<< Sam. >> lo richiamai e lo presi per mano. << Prendi questa e metterla sul carrello. >> gli dissi dandogli una pacco di pane. Così facendo riuscimmo a tenerlo a bada, ma tutto cambiò quando arrivammo al dolciumi. Là Sam si scatenò.

Correva da uno scaffale all'altro e tornava al carrello con un bel bottino. Arrampicandosi o lanciando metteva dentro merendine, cioccolato e caramelle, che suo padre, Ben, rimetteva a posto quando il figlio non guardava.

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