Un pranzo delizioso

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Artemisia

Ricordo un giorno, esattamente dopo una partita giocata a Torino contro l'inter, in cui mi ero deliberatamente invitata a casa di Paulo.
Sdraiato sul divano si ostinava a rivedere le azioni dei suoi mancati goal: Paulo non tollerava di sbagliare, di perdere l'occasione giusta per crescere.
Ricordo di essermi sdraiata sopra di lui, aver messo la testa sul suo petto mentre continuava a rimuginare su cosa avesse dovuto migliorare. Non m'interessava più di tanto che non mi parlasse, perché sapevo che quello era un momento tutto suo in cui raccogliere le idee senza la frenesia del campo e dei compagni.
Mi bastava sentire il battito del suo cuore nel silenzio totale.
Ripongo accuratamente quel pezzo di noi, nel cassetto più segreto di me stessa, pronta ad affrontare la realtà.

Oggi è il giorno della verità, il giorno in cui la mia famiglia scoprirà cosa mi è successo per tutto questo tempo.
Ho da poco concluso gli esami e terminato gli abiti a modello largo da indossare, ho preparato il pranzo con la scusa di stare un po' insieme prima che Jonathan parta per le vacanze con il resto dei miei amici.

-da quando sei diventata così brava a cucinare?- mio padre mi sorride

-lo sono sempre stata- gli faccio l'occhiolino

-oggi è la prima volta da un mese a questa parte che stiamo davvero insieme- mia mamma mi rimprovera -spero che ora che l'università è in pausa ti dedicherai a noi, piuttosto che a convivere con Beatrice-

-mamma dovevano studiare- mio fratello mi difende

-perchè non andiamo a fare una passeggiata oggi?-

-papà aspetta- lascio cadere la forchetta sul tavolo e lui si risiede

- c'è un altro dolce?- chiede mentre tutti e tre si guardano perplessi della mia reazione

-ho..organizzato questo pranzo- la mia voce trema e la mia mano scivola sulla pancia ormai più sporgente sperando che mi dia la forza di parlare -per dirvi una cosa-

-lo sapevo..lo sapevo che c'era qualcosa che non andava- mio padre sbatte i pugni sul tavolo

-Mauro, lasciala parlare-

-voi..sapete che vi amo infinitamente ed è proprio per questo che non posso più mentirvi riguardo a qualcosa che mi sta succedendo-

-Artemisia hai preso a drogarti per caso?-

-certo che no!- sbotto stringendo la mano -io..io..-

-Sia parla- Jonathan mi guarda esasperato

-sono incinta- gli istanti successivi alla mia dichiarazione sono quanto di più vicino all'isteria totale.
Mio padre sgrana gli occhi e poi la sua faccia emette un tonfo tremendo quando colpisce il piattino del dessert

-Oddio!- mia madre strilla tirando su il suo viso -è svenuto!-

-che hai detto?- Jonathan è in piedi con le mani tra i capelli

-Jonathan- cerco di raggiungerlo, tra le grida di mia madre che tenta di schiaffeggiare papà

-che ha detto?- balbetta quando riapre gli occhi

-Sia dimmi che è uno scherzo- il viso rosso e livido di mamma mi spaventa

-non è uno scherzo..sono incinta..- decido di buttare il carico -al quinto mese- stavolta è lei a capitolare per terra come una pera cotta

-mamma!- Jonathan e mio padre si chinano su di lei ed anche io mi precipito per terra assieme al resto della mia famiglia.

Dopo un'ora sono stravolti e seduti sul divano in una scena tragicomica: Jonathan ha mangiato tutte le sue unghie, papà ha la camicia aperta e si sventola con un giornale, mamma invece tiene una pezzuola sulla fronte

-come hai potuto mentirci?-

-avevo paura della vostra reazione- indico tutti e tre mentre cammino di fronte a loro

-che cosa ho sbagliato con te..credevo di avere una figlia perfetta-

-io non sono diversa papà!- sbotto -sono sempre Artemisia-

-cinque mesi- balbetta mamma

-tu non dovresti neanche farle certe cose!- Jonathan lo ferma

-perchè il...il..padre non è qui?- ecco il tasto dolente a cui sapevo saremmo arrivati

-non c'è-

-giusto cielo, Artemisia Lucchesi, vuoi dirci che ti sei ingravidata da sola?-

-Mauro!- mamma lo invita a calmarsi

-non dirmelo...Sia..non dirmi che è quel figlio di puttana- Jonathan stringe i pugni

-Paulo non c'entra niente- mento spudoratamente tanto che gli occhi pizzicano per le lacrime

-chi è- urla mio padre

-non posso dirlo..- farfuglio -ma che importa di lui?-

-non si prenderà cura di..- mamma piagnucola

-Sia sei impazzita-

-basta!- urlo -è stata una cosa improvvisa, non ho più rivisto quel ragazzo- invento sul momento e nei loro visi leggo il dispiacere per aver dato alla luce una figlia come me che per loro è semplicemente incinta di uno sconosciuto

-è una tragedia, se tu lo avessi detto per tempo avremmo potuto rimediare al danno- le sue parole mi investono e per la prima volta in tutta questa situazione il senso di protezione dilaga in me con impeto

-NON È UN DANNO- urlo -ho preso la mia decisione in piena coscienza, che esso sia un bambino o una bambina sarà anzi già lo è frutto dell..- mi paralizzo non potendo continuare

-di una notte- conclude mio padre al posto mio.

Mentre nella mia testa risuonano le parole: Frutto dell'amore.


Ormai il segreto è stato svelato anche alla famiglia Lucchesi, credo che manchi solo una certa personcina....
Ma adesso vi chiedo, secondo voi, da Artemisia e Paulo cosa verrà fuori? femminuccia o maschietto?  chi indovinerà il sesso riceverà uno spoiler sul prossimo capitolo (in privato) 😂❤

Un campionato per due Where stories live. Discover now