Capitolo 63

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N/A Voglio specificare che questa storia è pura fiction. Eventi, personaggi e date sono esclusivamente opera della mia fantasia. Detto ciò, buona lettura!


C'erano stati innumerevoli segni. E Cole li aveva ignorati tutti, uno ad uno.

C'era stata la volta in cui un ragazzo, imbattendosi in lui, lo aveva chiamato "Kurt" e lui, con un sorriso forzato, aveva finto di non conoscerlo e aveva fatto credere a tutti che il ragazzo lo avesse scambiato per qualcun altro.
C'era stata la volta in cui Cole lo aveva beccato sbirciare sotto la carrozzeria del suv di Dominic. Lui si era alzato in piedi, aveva sorriso a Cole e gli aveva mostrato le chiavi di casa, bisbigliando "le ho cercate per ore". In quel momento Cole aveva pensato che era improbabile che le chiavi fossero finite lì, visto che l'auto era parcheggiata di fronte alla casa di Dom, dove lui non andava mai. Al tempo Cole non aveva dato peso all'incidente, ma ora sapeva cosa stava facendo: stava installando una cimice nel GMC di suo fratello. Probabilmente ne aveva messa una anche nelle altre auto e nelle loro case.
C'erano le chiamate che faceva di tarda notte, quando tutti dormivano o erano impegnati a fare altro. Cole lo aveva visto diverse volte dalla finestra della sua stanza: le conversazioni erano brevi  e mentre parlava si guardava in continuazione alle spalle. Cole, credendo si trattasse di conversazioni intime con la sua ragazza,  non aveva mai sospettato niente.
Faceva bene ad essere paranoico, a non abbassare mai la guardia come se potesse essere pugnalato da un secondo all'altro. Non si poteva vivere in altro modo quando si è un doppiogiochista, una doppia spia.
Aveva fatto un lavoro eccellente. Li aveva guardati tutti da vicino, aveva riportato ogni loro mossa. Parlava e si comportava come uno di loro. Quando gli altri si lamentavano dell'impossibilità della missione, lui si aggregava, annuendo ed arricchendo le discussioni con punti validi. Nessuno poteva dubitare di lui o della sua lealtà. E chi sa se ce n'erano altri come lui. Altri traditori nel loro team.

Mentre studiava la serie di numeri, a Cole venne in mente un'ulteriore rivelazione che lo fece intirizzire dalla trepidazione.
"Ma certo..." biascicò fra sé e sé e una raffica di rabbia e odio attraversò le sue vene. Raccolse i documenti con fretta e furia e li inserì nella cartella. Li passò a Fabrizio, un subordinato di Nevarra, e gli diede un breve feedback che lui avrebbe in seguito tradotto in un rapporto ufficiale da inoltrare al capo.

Quando uscì dal club, il suo primo istinto fu quello di risalire a Kurt e piantargli una pallottola in testa per tutto quello che aveva fatto. Anzi, quella morte sarebbe stata troppo misericordiosa. Avrebbe voluto strozzarlo finché non era a corto di aria e permettergli di recuperare il fiato solo per rifare tutto daccapo e ripetere la procedura all'infinito, senza mai concedergli la grazia di morire.
Ma, per quanto intrigante e soddisfacente sembrasse quell'alternativa, non sarebbe stata utile a nessuno. Avrebbe ricevuto la sua punizione, ma non prima di aver confessato tutto e di aver confermato il mistero sull'identità del capo di Nevarra.

*

Oltre a Dominic, Cole non sapeva più di chi fidarsi. Chi altro era stato corrotto dal nemico? Chi altro si era preso l'impegno di sabotare la missione?
Subito dopo aver lasciato il club aveva chiamato suo fratello e gli aveva ordinato di incontrarsi in una caffetteria in centro città.
Dopo essersi lamentato del fatto che Cole aveva interrotto delle transazioni importanti, Dom si zittì e rimase in ascolto.
Ancora prima di parlare, Cole gli mostrò un post-it su cui aveva scritto, Spegni il cellulare senza fare domande.
Dom corrugò la fronte, ma obbedì. Cole attese una trentina di secondi, poi incominciò a parlare.
"Siamo stati fregati Dom. Tutti questi anni erano buttati al vento. Ogni passo che pensavamo di fare avanti era un fallimento."
"Cole...non che non sia d'accordo con te, ma se mi hai fatto venire qui per questo-"
"C'è un traditore fra di noi. Forse sono più, ma di lui sono certo." Dom sbarrò gli occhi e la sua mascella cascò dallo sbalordimento. "Cosa?" Farfugliò.
"Indovina...Ci fidiamo ciecamente di lui, gli passiamo informazioni quotidianamente perché non abbiamo ragione di dubitare di lui. Ma se ci fai caso è quello su cui sappiamo poco e niente. Ascolta sempre le storie degli altri, ma non racconta mai le sue. Non sappiamo nulla sulla sua famiglia o su quello che faceva prima di diventare agente. Ha le competenze per far sparire dalla rete ogni informazioni indesiderata sul suo conto e per creare un'identità attendibile..."
"No..." sussurrò l'altro, totalmente frastornato. "Non può essere...no..."
"E invece sì. Quello che pensavamo fosse Rick Waterson é in realtà Kurt Junior Powers, il figlio dell'uomo che abbiamo ricercato per tutto questo tempo." Dom spalancò la bocca come se ogni parola pronunciata da Cole fosse una pallottola nello stomaco.
"Come...come l'hai scoperto?"
"Stavo controllando delle fatture e lì ho trovato il numero-non di ufficio-ma di cellulare di kurt Powers. Sai questo cosa significa?" Dom annuì, sebbene fosse ancora istupidito dalla notizia. "Che hanno confidenza l'uno con l'altro."
"Esatto. Comunque...il numero mi era familiare...infatti, è lo stesso numero che chiama quotidianamente Rick-o Kurt Junior."
"Ma...come fai a sapere che è suo figlio? Magari hanno lo stesso nome per coincidenza..."
"All'inizio ho pensato lo stesso. Ma poi mi sono tornate in mente un paio di cose che gli ho sentito dire...ti ricordi quando Layla aveva litigato con Tom perché ci aveva portati a casa loro?"
Dom annuì. "Ecco...una sera Layla e Kurt  parlavano in cucina. Io ero vicino alla porta che mi stavo mettendo il cappotto e in quel momento lui le disse e cito, "non è sempre chiara la linea fra bene e male Layla. La famiglia è una delle cose più importanti nella vita e a volte ci tocca fare dei sacrifici per renderla felice o orgogliosa...anche quando se questo vuole dire commettere crimini."
"Ora, mi rendo conto che questa non sia una prova concreta, perché effettivamente è possibile che abbia usato quelle parole solo per confortarla. Ma c'è altro...l'unica cosa che ha mai detto sulla sua famiglia: quando ha visto il tuo GMC per la prima volta ha fatto un discorso dettagliato su quel brand e alla fine ci ha detto che suo padre aveva lavorato per la General Motors e che gli aveva insegnato molto su auto e motori. Beh...ho fatto una ricerca e ho scoperto che, effettivamente, Kurt Powers è stato il CEO della General Motors fra il 1980 e 1983. Ha perso il suo incarico quando l'azienda ha attraversato una serie di problemi dovuti a concorrenti internazionali che lui non ha saputo gestire. A quanto pare però quel lavoro era solo una façade per coprire la sua natura da gangster. Oggi invece possiede diverse aziende, una delle quali fornisce liquori ai club di Nevarra. Continua a mantenere un profilo pulito. A parte la stupida idea di fare legalmente affari con un noto gangster, niente lo associa alla malavita."
Dom annuì, tuttavia sembrava ancora poco convinto. "Se quello che stai dicendo è vero-"
"Ci metterei la mano sul fuoco. Questo è il nostro tizio," sentenziò Cole. Suo fratello gli rivolse uno sguardo che gli fece capire che si fidava di lui e che se lui metteva la mano sul fuoco, lui avrebbe fatto altrettanto. "D'accordo. Allora sarà meglio avvertire subito gli altri e iniziare a -"
"No," lo interruppe. "Ho chiuso con quella squadra. Chi sa quanti altri saranno stati corrotti. Non possiamo rischiare di far durare la cosa per altri anni. Saremo noi a mettere fine a questa faccenda, una volta per tutte."
"E come vorresti procedere?"
"Organizzeremo un piano. Quando sarà pronto, andremo personalmente dal direttore dell'FBI, lo informerò sulla nostra situazione e gli presenteremo il nostro piano. Se tutto va per il verso giusto, otterremo l'autorizzazione, uomini e armi necessari per agire."
"Cole, capisco la tua paranoia in questo momento...ma ci sono persone in questo team sui quali io metterei la mano sul fuoco."
"E chi? Kristen? Non credere di conoscerla solo perché ti lascia-" Cole serrò le labbra zittendosi prima ci blaterare qualcosa di offensivo. "Non la conosci bene come credi. Non conosci nessuno a parte me."
"Cole, se dovessimo ragionare così non potremmo fare nulla. Non siamo gli unici che vogliono mettere fine a sta faccenda. Non parlo solo di Kristen, ma anche Thomas e Winston. Almeno di loro ci dobbiamo fidare."
"Thomas Bell? Mi vuoi dire che non ha mai sospettato del suo amico in tutti questi anni? "
"Hei, Rick ha preso in giro tutti noi. Nemmeno tu hai sospettato di lui, perché avrebbe dovuto farlo lui?"
"Potrebbe essere l'ultima opportunità Dom. Non voglio rischiare niente."
"Non lo farai. Fidati di me, okay? Non ti chiedo di includere tutti, ma almeno loro tre." Seguitò un momento di silenzio durante il quale Cole rifletté sul da farsi. Si immaginò un mondo senza Nevarra, un pianeta pulito. Sembrava un sogno irrealizzabile, una pura utopia. Era così vicino alla fine che non voleva commettere errori. Voleva ascoltare Dom, voleva fidarsi degli altri, ma non poteva. "Come ho detto, non ti puoi fidare di nessuno a parte me. O sei dentro o sei fuori, ma in ogni caso nessun altro verrà a sapere del mio piano."
"Dannazione. Perché devi essere così testardo? Non riusciremo a muovere un dito senza Tom, lo sai!"
"È troppo rischioso."
"Cole...avanti. È il fratello di Layla. Odia i criminali più di chiunque altro...ti devo ricordare quello che ha fatto quando ha scoperto che l'ex di Layla-"
"L'ha fatto per proteggerla, non perché quella feccia era un criminale."
"È lo stesso! Tom lo conosciamo bene, sappiano cose di lui che nemmeno Layla sa..."
"È...è troppo rischioso." Ripeté Cole con meno convinzione, sebbene ora pensava che le abilità informatiche di Tom li sarebbero stati di grande aiuto.
"Lo sai anche tu. Non possiamo farlo senza di lui. Se non vuoi includere gli altri d'accordo, ma Wilson, Kristen e Tom sono dalla nostra parte."
Cole si massaggiò la tempia e strizzò gli occhi, sovrastato dall'indecisione.
"Bene," disse infine. "Ma se provano ad impormi un'altra idea assurda, ucciderò quel bastardo con le mie stesse mani."
"Parlerò con loro. Farò in modo che capiscano che siamo a corto di tempo."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 06, 2018 ⏰

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