Scena Extra 5. - San Valentino

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Raine

Era il giorno di San Valentino.

Eh sì, la festa degli innamorati, il momento più atteso dalle coppie, il tripudio di palloncini a forma di cuore e scatole di cioccolatini.

Era San Valentino e io avrei tanto voluto passarlo con James, invece ero da sola.

Sollevai gli occhi dal libro che stavo leggendo per il corso di Diritto penale e sbuffai.

Non mi era mai fregato granché di quella festa, beh, per due anni non mi era fregato granché dei ragazzi in generale. Ma era il primo San Valentino per me e James e ci tenevo davvero tanto a passarlo con lui.

Non mi interessavano grandi cose, mi bastava un film e qualche coccola sul divano del nostro appartamento.

E cosa cambia se lo fate domani, o dopodomani o il giorno ancora dopo?

La mia voce mentale mi rimproverò, riportandomi coi piedi a terra. Aveva ragione, io e James vivevamo insieme a Indianapolis e, a parte durante le lezioni all'università, passavamo praticamente tutto il nostro tempo appiccicati, a fare le cose più disparate e a vivere la nostra quotidianità. Perciò di cosa mi stavo lamentando, esattamente?

È il nostro primo San Valentino, però.

Eh già. Io e James stavamo insieme da dieci mesi ormai, ma quando ci eravamo conosciuti, dopo il mio compleanno, San Valentino era già passato.

Picchiettai col piede sul pavimento della biblioteca, muovendomi sulla sedia come se fossi seduta su un ceppo di ortiche.

Emisi un lungo sospiro, posai l'evidenziatore sul tavolo, accanto al libro, e ripensai alla sera precedente.

«Luna, sai, domani pensavo di tornare a Fortville.»

Avevamo appena finito di cenare e io stavo lavando i piatti, mentre James finiva di sparecchiare.

Mi voltai verso di lui, sbigottita. Tornare a Fortville proprio il giorno di San Valentino? Ok, non avevamo fatto nessun programma, ma speravo di poter passare quella giornata insieme...

«Lo so che è San Valentino, piccola», mi anticipò con un mezzo sorriso, «ma domani non ho lezione e pensavo di approfittarne per andare a trovare mia madre.»

Ero ufficialmente una bruttissima persona. Rose non era stata molto bene nell'ultimo periodo, cioè, peggio del solito, e non potevo certo mettermi a fare i capricci se il mio ragazzo voleva passare l'unico giorno in cui non aveva lezione con lei. Avrei dovuto dirglielo io stessa, anzi.

James si avvicinò a me e appoggiò il mento sulla mia spalla, cingendomi da dietro. Le mie mani, a bagno nel lavello, tremarono impercettibilmente.

«Possiamo festeggiare dopodomani, che ne pensi?»

Voltai la testa verso di lui e sorrisi. «Certo. Nessun problema. Ne approfitterò per fare il bucato», ridacchiai.

Il bucato? Sul serio? Che tristezza.

James mi fece voltare tra le sue braccia e mi prese il mento con due dita. «Sicura?»

Mi incantai a fissare le sue bellissime labbra e il piccolo neo al lato della bocca.

«Sicura.»

Lui sfoderò il suo sorriso magico e poi si chinò su di me, sfregando il naso contro il mio.

«Ti amo, lo sai?»

Dillo alla luna - Scene extraWhere stories live. Discover now