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La mia amica arrivò puntuale, abbassò il finestrino della propria macchina e disse:


-Cavolo, stai proprio bene fuori dall'ufficio: sembri quasi umana! Mi chiedo quando trovi il tempo di comprare quelle scarpe meravigliose, se stai sempre chiusa tra quelle quattro mura polverose – diede un'occhiata bramosa alle mie scarpe e, scuotendo la testa, disse: - Sali, dai.

Feci il giro della macchina e mi accomodai dal lato passeggero, attraversammo abbastanza velocemente il centro della città e arrivammo dopo una mezz'oretta al locale.
Fuori ci aspettava un energumeno grosso come un palazzo, vestito di nero, con tanto di occhiali scuri ed auricolare all'orecchio, pensai subito a lui, ricordando che Leonardo mi aveva detto che non mi sarei potuta sbagliare, mi avvicinai circospetta e gli dissi:


-Gimmi? Sono Laura, Leonardo mi ha detto di chiedere a te, per entrare ...


Mi guardò come se mi vedesse a malapena e, senza dire nulla, ci fece entrare nel locale, superando una fila di adolescenti agguerrite.


-Non ti senti un po' uno schifo a passare davanti a tutti? – mi chiese Veronica.


-Già, non l'ho mai fatto ... - Gimmi ci fece sedere ad un tavolo delle prime file e disse:


-Bevete qualcosa?


-Un Martini, grazie – dissi e Veronica scoppiò a ridere:


-Cavolo, ti dai all'alcool pesante fin da subito, eh? Non perdi tempo! – guardò Gimmi con un ammiccamento finto sexy e, alzando un dito, ordinò: - Un bicchiere di vino bianco per me, grazie.


La guardai con un'occhiataccia ammonitrice:


-Non ho intenzione di fare la balia asciutta, stasera: quindi, mettitelo in testa e comportati di conseguenza. 

-Ma ... cavolo!! Stiamo per conoscere Leonardo! Cioè, il mio Leo della tele, quello che mi ha inchiodato al divano per secoli.


-Il tuo Leo? - chiesi aggrottando la fronte, incredula.


-Guarda che sono una sua fan sfegatata, quindi, aspettati il peggio da me.


-Tu mi fai paura – risposi appoggiando la schiena sulla poltrona della sedia.
Non appena Gimmi si fu allontanato, facendo qualche perentorio gesto ad uno dei camerieri che, fino a quel momento, stavano stravaccati in fila sul bancone, fulminai Veronica con lo sguardo:


-Se devi farmi la predica perché mi vedi diversa da stamattina, puoi anche tornartene a casa subito. Per tua informazione, sappi che per il momento ho smesso i panni dell'avvocato e ora sono solo Laura. E, se proprio te lo stai chiedendo: sì, questa è una serata di svago – dissi accavallando le gambe ed agitando una mano nell'aria con noncuranza, come se davvero non me ne importasse niente – dove spero di sentire della buona musica, svagarmi e passare due ore diverse dal solito!


-Ben detto! Da parte mia, farò del mio meglio – esclamò una voce alle mia spalle, sobbalzai sulla sedia e vidi l'espressione di Veronica passare da divertita ad elettrizzata, balzò in piedi come se l'avesse punta qualcosa, con la bocca spalancata e gli occhi sgranati.


Mi voltai e vidi Leonardo avvicinarsi al nostro tavolo con lunghe falcate, quasi a tempo della musica che suonava in sottofondo nel locale. Indossava una maglietta nera ed un paio di pantaloni verde militare, piuttosto larghi, con grosse tasche che sembravano piene di cose, i riccioli castani erano liberi, e il suo sorriso lasciava senza parole.


-Hey, ciao – dissi alzandomi a mia volta, senza far caso al sorriso, senza notare, sforzandomi di non notare il suo profumo e quanto fosse, in effetti, dannatamente carino – Hai visto, sono venuta?


-Non potevi non venire – mi abbracciò con calore e mi diede due baci sulle guance. Rimasi interdetta e poi ripensai alle parole di Giacomo: "Assurda", me le ripetei mentalmente e mi rilassai, respirai a fondo e feci uno dei miei sorrisi migliori – ti avevo quasi minacciata.


-Non era proprio una minaccia, mi ha fatto piacere venire e – aggiunsi con nonchalance – anche Giacomo ti saluta.


Giusto per chiarire anche a Veronica che avevo tutto perfettamente sotto controllo e che, malgrado la situazione un po' fuori dal normale, ero ancora in possesso di tutte le mie facoltà mentali.


-Davvero? Sta bene? Domani ci dovremmo vedere per dare un'ultima occhiata al video. Magari puoi venire anche tu ...


-Oh, non lo so – mi schernii – sono piuttosto impegnata domani. Devo controllare la mia agenda, non so cosa mi aspetta domani. Ultimamente si sono accavallati alcuni impegni che...


In quel momento, Veronica alzò le braccia in segno di esasperazione:


-Pronto? Ci sono anche io! – si fece avanti e si presentò tendendo una mano e disse, tutto d'un fiato – Ciao sono Veronica, ti ho seguito tantissimo al programma, sei bravissimo, adoro la tua voce, tutto quello che hai fatto, sei veramente bravissimo e la tua voce è stupenda, amo pazzamente le tue canzoni e sei davvero un talento, a tutto tondo – per quanto mi sforzassi, a questa affermazione non potei fare a meno di soffocare una risata, coprendomi la bocca col palmo della mano - Insomma io ... adooooro tutte le tue canzoni e ho votato sempre per te.

Dopo essere scoppiata in un'imbarazzantissima risatina isterica, gli strinse energicamente la mano, così a lungo che pensai non volesse più lasciargliela.
 Leonardo scoppiò a ridere e mi guardò interdetto: solo in quel momento, Veronica, arrossendo fino alla punta delle orecchie, si decise a lasciargli la mano.

-Piacere – rispose divertito, tossicchiò come per alleggerire la situazione e chiese: - Ok, vanno bene i posti? Qui non dovreste avere problemi di acustica ed essere abbastanza lontane dalle fan più scatenate. Cioè, questo è un locale dove non si dovrebbe gridare e dove non si dovrebbero tirare perizomi o roba simile, quindi, mi raccomando: contenetevi!

Lo guardai storto e sbottai:


-Qui nessuno ha voglia di tirarti biancheria intima addosso! – e, prima che Veronica intervenisse dicendo qualcosa di sconveniente, aggiunsi – Comunque, grazie per i posti e grazie per l'invito: direi che è proprio tutto perfetto. In bocca al lupo per il concerto.


-Crepi il lupo. Ok, voglio il vostro giudizio severissimo dopo lo spettacolo, andiamo a bere qualcosa con i miei musicisti, ok? Ah – disse prima che potessi dire qualcosa – non ammetto un no.


-Nessuno ti dirà di no, stasera – disse Veronica ammiccando, poi scoppiò a ridere nervosamente, arrossì e aggiunse – Oddio, forse non dovevo bere quel vino bianco. Forse mi sta dando alla testa.
Leonardo alzò un sopracciglio e fece un sorrisetto ironico.


-A dopo e ... comportatevi bene. - si allontanò con le mani in tasca, camminando senza fretta.


Entrambe non potemmo fare a meno di sporgerci fuori dal tavolo ed indugiare troppo a lungo sul suo fondoschiena. 

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