Quella volta che in Cina... #2

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Vi sono mancata, lo so bene...

Vorrei iniziare con il dire che, a discapito di quello che molti pensino, i ragazzi e le ragazze cinesi sono distinguibili tra di loro.

Anche prima di partire per la Cina non avevo mai creduto alla cazzata che "gni gni gni non li riconoscerai, sono tutti uguali gni gni gni"

Perché no, tesoro, l'unica cosa che non riesco a riconoscere è la differenza che c'è tra te e quel pezzo di merda sul marciapiede.

Va beh, quindi stavo dicendo che io avevo questa classe di cinquanta ragazzini di sedici anni che erano facilmente distinguibili uno dall'altro.

Però la mia classe non era l'unica della scuola, ovviamente, e in un'altra ala di questa immensa struttura viveva un certo ragazzo di cui non ricordo più il nome.

Chiamiamolo Giovanni (ovviamente aveva un nome cinese, but we don't really care)

Quindi eravamo a metà settembre e fuori c'era ancora il sole e la temperatura era abbastanza alta da non congelare sul posto, io e la mia amica Kendelle stavamo gironzolando allegramente nel cortile esterno, godendoci il sole e gli studenti che si avvicinavano per conoscerci e dirci che eravamo carine (in realtà eravamo dei cessi a pedali, struccate e con i capelli rigorosamente legati in una coda).

Ad un certo punto i ragazzi che stavano giocando a basket perdono la palla e questa rimbalza verso di me, bloccando il gioco.

Io, stranamente, l'afferrai al volo e questo Giovanni venne da me per riprendersela.

Quindi io gli sorrisi, gliela porsi e ci scambiammo due parole in croce, dopodiché lui tornò alla sua partita tutto felice e contento.

I giorni passarono e io non smisi mai di salutarlo ogni qualvolta lo incontravo, tuttavia un giorno successe una cosa che mi sembrò solo un po' strana: Giovanni, al mio saluto, mi fissò per un pezzo con una faccia un po' incerta e poi ricambiò poco convinto, scambiandosi strane occhiate con i suoi compagni.

Ho pensato "Bah, sarà preso male, chi se ne frega" e non ci ho fatto neanche tanto caso, proseguendo verso la mensa.

Arrivò Ottobre e il freddo iniziò a farsi sentire, quindi le uscite nel cortile avvenivano di rado, facendomi perdere di vista Giovanni.

Un giorno, però, ero sola e stavo tornando dalla mensa tutta felice e con la pancia piena di jiaozi. Ad un tratto, però, vidi Giovanni venire verso di me con alcuni suoi amici e accompagnato da... un altro Giovanni!

Quindi i due Giovanni mi vennero incontro, mi salutarono come niente fosse e proseguirono dritto come sempre.

Giovanni aveva un cazzo di gemello!

Così realizzai che, senza volerlo, avevo iniziato a salutare anche il gemello e lui, non sapendo bene cosa stesse accadendo, aveva deciso di ricambiare il saluto senza fare obiezioni.

Non potete capire di che colore diventai.

Ero di cinquanta sfumature di rosso, e non sto neanche esagerando.

Jen🍻

P.S: alla fine della storia nessuno si è arrabbiato con nessuno e io mi sono anche guadagnata un gelato al cioccolato gentilmente offerto da uno dei due Giovanni (penso il primo...), ma questa è un'altra storia HAHAH

Jenna e il magico mondo chiamato TerraWhere stories live. Discover now