storia n°4. Corri o muori

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Tanti auguri Kamal per i tuoi 18 anni!"


Non era un giorno normale per Kamal, era il giorno del suo compleanno. Festeggiò il suo compleanno nella sua umile casa nella città di Fès. Nella sua casa si prepararono tutti per il giorno del suo compleanno, presero una piccola torta, d'altronde, non si potevano permettere una torta troppo grande.


Kamal era un ragazzo adorabile, in città lo conoscevano tutti e tutti gli volevano bene. I genitori Driss, il padre e Meriam, la madre, si amavano, erano la classica famiglia perfetta, sempre disponibili a qualsiasi persona, molto spesso ospitavano i senza tetto, la casa era piccola ma a loro non interessava, si stringevano.


Fu una grande festa, Kamal finalmente era diventato un uomo, o almeno lui si sentiva così. "Mamma, papà. Appena compio i 18 anni mi trovo un bel lavoro e vi tolgo dai guai" diceva sempre, aiutare i suoi genitori è sempre stata la sua priorità, ma a lui piaceva.


Suonarono alla porta e quasi non lo sentì nessuno, suonarono un'altra volta. Ad aprire andò il padre di Kamal, Driss. Aprì e davanti a lui trovò un ufficiale dell'esercito africano. Kamal li vide parlare e si fermò a guardare incuriosito, parlarono poco, Driss chiuse la porta e guardò Kamal. Aveva uno sguardo perso, impotente, come se gli avessero tolto l'anima.



Arrivò la sera anche l'ultimo invitato lasciò la casa, Driss era da solo in cucina, fumava e davanti aveva un bicchiere vuoto.


"Tesoro, chi era alla porta oggi?" chiese Meriam


"un ufficiale.." sospirò "dell'esercito, dice che Kamal è stato chiamato per un emergenza, lui e tutti i maggiorenni, o chiunque possa aiutare il paese" disse Driss.


"e tu hai accettato?"


"non ho avuto la possibilità di scegliere" rispose Driss "domani mattina lo porto io" continuò.



Il mattino, per Driss, arrivò lentamente, non chiuse occhio. Svegliò velocemente Kamal.


"Kamal, preparati, dobbiamo andare"


"papà, so chi è l'uomo di ieri" disse Kamal


Driss lo guardò stranito e spaventato.


"papà, me lo aspettavo, sapevo sarebbe arrivato questo momento, non ti preoccupare, ce la farò"


Disse "ora... sono un uomo e vi toglierò dai guai". Driss scoppiò a piangere e abbracciò Kamal, si sentiva debole era il figlio che rassicurava il padre.


Al campo di addestramento c'erano tantissimi giovani, innocenti. La squadra di Kamal era quella di incaricata di difendere la spiaggia, essendo giovane e inesperto faceva parte della quinta fila di soldati, a difesa della torre. L'attacco inglese era previsto per la mattina all'alba e non c'era tempo per addestrare le nuove unità, Kamal si trovò con in mano un fucile senza saperlo usare, spaventato e disorientato.


Passò la notte e un tonfo svegliò Kamal e i sui compagni. Erano gli aerei inglesi. Il caposquadra dirigeva le operazioni e urlò a tutti i propri compiti. "hey tu! Ragazzino, come ti chiami?"


"Kamal signore"


"Kamal, la vedi quella torretta? Tu spara davanti a te, spara a tutti ciò che si muove! Dai veloce!"


Corse su per una piccola collina e afferrò la mitragliatrice. Gli inglesi erano arrivati e puntavano proprio alla torre che la squadra di Kamal stava proteggendo.


Sparò una volta, due volte, tre volte...dopo una pioggia di proiettili gli inglesi sembravano muti. Nessuno parlava né urlava, ci fu un silenzio terrificante.


"Kamal corri!" il caposquadra interruppe il silenzio. Kamal alzò la testa e vide un lampo arancione, comincio a correre, corse come mai aveva corso, le gambe si muovevano da sole alimentate dalla paura.


Il caposquadra inciampò e poi l'esplosione, un mortaio. Non ce la fece.


Kamal si voltò, vide la scena, ora si che era davvero terrorizzato.


Gli inglesi avevano conquistato la torre e uccisero gli ultimi superstiti, Kamal si nascose tra i cadaveri. Aveva freddo, aveva paura, voleva solo essere a casa con i suoi genitori. Dopo un paio d'ore si alzò, davanti si trovò un inglese, gli puntò la pistola alla testa.


Kamal ripensò al giorno prima, era davanti alla piccola torta che i suoi genitori con tanta fatica riuscirono a comprargli, gli amici urlavano di esprimere un desiderio, "vorrei togliere dai guai i miei genitori" desiderò. Erano tutti sorridenti, tutti felici, tutti con gli occhi pieni d'amore, proprio come quelli di Kamal.


Scappò un sorriso, poi una lacrima e poi lo sparo.



Kamal è soltanto uno dei tanti ragazzi, innocenti e incolpevoli. Ragazzi strappati alle famiglie per combattere una guerra inutile. Per colpa dei capricci dei potenti. sono umani, non pedine. Le pedine cadono, le persone muoiono.


Pensa.


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