Halloween

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«No Clara, io non ci vengo» ripetei per la milionesima volta, incrociando le braccia al petto nel tentativo di sembrare autoritaria. Lei sbuffò infastidita e, ignorandomi completamente, riprese a frugare nell'armadio di legno scuro, alla ricerca di qualcosa che potesse andarmi bene.
«Oh certo che ci verrai» affermò prepotente, gettando un vestito nero sul letto alle sue spalle «non ti lascerò da sola in camera mentre tutti vanno al falò a bere e divertirsi» alzai gli occhi al cielo «dai non facciamola drammatica. Lo sai che io sto bene anche in compagnia di un buon libro, del mio pigiama e di una coperta» cercai di convincerla «e poi le feste nemmeno mi piacciono così tanto...» ed era vero. Alle grandi feste piene di alcol e sconosciuti, avevo sempre preferito quelle che spesso organizzavo con i miei amici: intime e rilassate.
Clara mi lanciò uno sguardo truce prima di rituffarsi tra le grandi ante spalancate e ricoperte di magliette e gonne «certo, certo, quindi è per questo che non hai intenzione di festeggiare Halloween con la tua migliore amica? Perché non ti piacciono le feste?» domandò retorica «o forse...» riemerse dell'armadio, esaminando una maglietta di velluto con una scollatura vertiginosa che sicuramente non era mia «... è perché non vuoi incontrare una certa persona?».
«Marco non c'entra niente» mentii «lo sai che siamo rimasti amici. Siamo anche venuti in vacanza insieme» sottolineai il concetto indicando con un gesto vago la stanza. Clara sbuffò incredula «si, dopo che io ti sono venuta a prendere a casa, ti ho buttata giù dal letto a forza e ho fatto la valigia in tempi record mentre tu cercavi di rallentarmi con la doccia più lunga di sempre» beccata. Sospirai sconfitta. Non potevo fregare così facilmente la mia migliore amica, ma ehi, almeno io ci avevo provato.
«Va bene, va bene» alzai le mani sconfitta «mi hai convinta, ci vengo».
Clara, con un sorriso che andava da orecchio a orecchio, mi saltò addosso felice «davvero?» strillò perforandomi il timpano sinistro, mentre mi stritolava in uno dei suoi abbracci soffoca-Aria.
Io risi, cercando di allontanarla «si, davvero, ma...» le puntai un dito contro al petto «non ho intenzione di mettermi qualcosa di anche solo vagamente simile a quella maglietta» il suo sorriso si trasformò subito in un broncio a quelle parole «ma dai, è risaputo che ad Halloween ci si veste sexy!» disse, incrociando le braccia e battendo un piede a terra. Era proprio buffa.
«Clara è Ottobre e noi siamo in montagna, non voglio morire di freddo» le ricordati divertita. Lei aprì la bocca per rispondere -probabilmente aveva già pronto un per essere belle si deve soffrire- ma venne interrotta dal suono cigolante della porta che si apriva.
Una testa bionda fece capolino nella stanza e due occhi marroni osservarono scontenti la situazione «davvero ragazze, che casino!» esclamò con una smorfia. Giulia è sempre stata molto precisa, la tipica brava ragazza che a scuola si fa amare dai professori, non si ubriaca e ama tenere in ordine le sue cose. Io l'ho sempre considerata simile ad una giovane mamma: responsabile, organizzata e con un pacchetto di fazzoletti sempre a portata di mano. Soffocai un sorriso a quell'immagine.
«Sto cercando di scegliere un vestito per Aria» esclamò Clara, che non aveva mai amato molto i rimproveri dell'amica, anche perché se una era la perfetta donna di casa, l'altra era l'adolescente scatenata sempre pronta a divertirsi. Mi sembrava quasi surreale che, nonostante i nostri caratteri contrastanti, fossimo riuscite a mantenere saldo il trio.
Giulia scosse la testa, probabilmente cercando di soffocare l'ennesima strigliata di capo «In effetti» disse «è proprio per questo che la vostra fata madrina è venuta a trovarvi» spalancò la porta lasciandoci intravedere dei grandi sacchi di plastica neri che per tutto il tempo aveva nascosto dietro alla schiena. Clara lanciò un urlo quando si accorse che al loro interno erano stati sistemati dei costumi. Li strappò dalle mani dell'amica e, incurante delle occhiatacce che questa le lanciava, buttò il bottino sui letti, senza preoccuparsi di fingersi delicata. Quando aprì la prima cirniera, però, un silenzio stupito calò nella stanza. «bellissimo» sussurrò Clara, accarezzando il corsetto di quello che aveva tutta aria di essere un vestito da strega. Lo tirò fuori dalla busta e, mettendoselo davanti, si girò per ammirarsi allo specchio. Sembrava fatto apposta per lei. Era tutto nero, con la parte superiore ricoperta da ricami di pizzo e quella inferiore formata da una larga gonna di tulle che arrivava a metà coscia. Lasciava la schiena scoperta e la scollatura a cuore sul davanti avrebbe messo in mostra le curve della mia amica. Evidentemente anche lei aveva capito il potenziale di quel costume, perché un sorriso malizioso le si aprì sul volto, mostrando denti bianchi e regolari «voglio questo» affermò, senza staccare gli occhi dal suo riflesso. Io scossi la testa divertita. Non conoscevo persona più narcisista di lei. Non che non ce ne fosse ragione, viste le sue curve pronunciate, i lunghi capelli corvini e gli scuri occhi profondi. Faceva letteralmente impazzire tutti i ragazzi che incontrava.
«Io invece voglio questo» esclamò Giulia, che senza che me ne accorgessi aveva aperto il secondo sacco, recuperando un vestito che sembrava uscito da una favola della buonanotte. Arrivava appena sotto al ginocchio e, anche se non era scollato, permetteva di intuire il fisico a clessidra della mia amica. La parte superiore era sui toni del blu ma, più si andava verso la gonna larga, e più il giallo diventava il colore predominante. Era sicuramente una versione per adulti del costume di biancaneve  «ti si addice molto» le dissi, sorridendole.
«Forza Aria» m'incoraggiò lei «ora è il tuo turno».
Io, ormai incapace di contenere la mia curiosità, mi fiondai sull'ultimo costume, ritrovandomi tra le mani un bellissimo vestito azzurro con le rifiniture bianche che, stretto in vita da una sottile cintura marrone, scendeva a coprire tutte le gambe. Il corsetto era leggermente allentato in modo da far intravedere la maglietta bianca al di sotto, e le maniche erano vagamente a sbuffo. Era stupendo, il sogno di ogni ragazza, ma la parte che più mi faceva impazzire era il mantello rosso. Era molto lungo, tanto che mi chiesi se non dovesse toccare terra una volta indossato, ed era fatto di un tessuto pesante, perfetto per una notte fredda come quella.
«Ma dove li hai trovati?» chiesi stupita. Di certo erano costumi fatti troppo bene per essere stati comprati in un normale negozio. Giulia si concesse un sorriso orgoglioso prima di parlare «bé» cominciò «mentre voi dormivate io ne ho approfittato per esplorare un po' l'albergo e ho trovato una piccola sala con tanto di palco e sipario e una ragazza, l'addetta al guardaroba, ha detto che visto che l'avevo beccata a prendere in prestito uno dei vestiti, ne avrebbe dato uno anche a me purché tenessi la bocca chiusa» ero a bocca aperta «e tu l'hai minacciata per averne altri due?» chiesi.
Giulia scoppiò a ridere.
«certo che no! Le ho semplicemente chiesto se potevo prendere dei costumi anche per le mie amiche e lei ha ceduto subito» sorrise.

Cappuccetto rosso e il lupo [#wattys2018]Onde histórias criam vida. Descubra agora