Il vampiro e l'immortalità

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Trent

Sentii la porta della camera da letto aprirsi e d'istinto, feci rotolare Aria su un fianco, per poi coprirla con il mio corpo.
Girai la testa ringhiando, pronto a strappare la testa dal collo di chiunque si fosse permesso interromperci.
Mi stupii quando vidi la chioma rossa di Sally oltrepassare la soglia, ma non mi addolcii.
Non mi importava se era una donna. Solo io potevo vedere Aria in quel modo e poi come si era permessa di entrare liberamente nei miei appartamenti, ora che avevo una compagna?
Ringhiai di nuovo, con più forza.
«Fuori!» tuonai.
Lei fece un passo indietro, presa alla sprovvista, e quando capì la situazione, vedendoci mezzi nudi nel nostro letto, si fece rossa in viso per poi scomparire nell'altra stanza.
Mi alzai di scatto, con le zanne che spingevano per uscire e i muscoli gonfi per l'adrenalina in circolo.
Sapevo che si era fermata in salotto.
Il suo odore sembrava ancora troppo vicino.
E questo mi faceva incazzare ancora di più.
Il lupo scalpitava per uscire.
Proprio ora che Aria cominciava a fidarsi di me, che avevo la possibilità di starle accanto senza spaventarla, quella maledetta lupa era entrata rovinando tutto.
Respiravo rumorosamente, quasi sopraffatto dalla mia parte animale, quando sentii il tocco delicato di una mano sul bicipite.
Mi girai, subito tranquillizzato da quel contatto «Trent» mi disse telepaticamente la mia compagna «calmati».
Io feci dei respiri profondi, lasciandomi trasportare dall'azzurro limpido dei suoi occhi e abbandomandomi alla sua carezza, quando posò il palmo sulla mia guancia.
Dopo un po', quando i miei occhi furono tornati normali e la mia voglia di veder scorrere del sangue diminuì, lei mi sorrise, titubante «chi era quella donna? L'ho vista anche al laghetto e in infermieria...».
«È... un'amica di vecchia data» le dissi, vago, maledicendo ancora una volta Sally.
Si era intromessa e ora sentivo che Aria si stava infastidendo.
«E tutte le tue "amiche" si sentono libere di entrare e uscire da casa tua a loro piacimento?» trattenni un sorriso, sentendo il suo tono stizzito.
«No, piccola. Nessuno ha il permesso di venire qui senza il nostro consenso. Questa è casa nostra, e ora le andrò a spiegare esattamente questo».
Lei mi guardò male, incrociando le braccia sotto al seno, attirando inevitabilmente la mia attenzione in quel punto.
Si era rimessa la mia maglietta grigia, che le arrivava a metà coscia, ma non indossava il reggiseno e con la posa che aveva assunto era abbastanza facile intuire che cosa ci fosse sotto al tessuto.
Sentii i boxer farsi ancora più stretti a quella vista.
Merda.
Alzai con fatica le sguardo, trovando un'Aria ancora più incazzata.
Le feci un sorrisetto di scuse, prima di baciarla velocemente sulla guancia e girarmi per cercare la mia maglietta.
«Quindi te ne vai? Mi lasci così?» mi chiese, con tono duro.
«No, piccola, è l'ultima cosa che vorrei. Ma Sally è ancora in casa, in salotto per la precisione, e sembra che voglia parlarmi. Non se ne andrà fino a quel momento».
«Bene, allora le dirò che può anche parlarti in quando non sarò nuda nel tuo letto!» disse, improvvisamente determinata, prima di dirigersi verso la porta.
A quel punto mi nacque un sorriso spontaneo sul volto.
La seguii fuori dalla camera da letto, divertito ma anche rasserenato dal suo comportamento.
In fin dei conti, se si ingelosiva, doveva per forza essersi affezionata, no?
Aria si avvicinò con passo deciso al divano su cui Sally si era accomodata, facendo scattare in piedi la lupa che, probabilmente non si aspettava di dover affrontare la mia compagna.
«Ciao» le disse Aria con semplicità «possiamo aiutarti?».
Dio se mi piaceva questo suo lato possessivo.
Sally mi guardò, dispiaciuta.
Sapeva di avermi fatto incazzare e il fatto che anche la mia compagna fosse infastidita dalla sua presenza, non giocava di certo in suo favore.
«Mi dispiace avervi disturbato» disse infatti, guardando entrambi «ma è successa una cosa urgente e c'è bisogno che Alpha Trent venga nei sotterranei».
A quella frase mi immobilizzai.
«Il vampiro» mi disse telepaticamente, sicura che avrei capito.
Merda!
Annuii rigido «aspettami fuori Sal» le dissi, brusco «e la prossima volta che devi dirmi qualcosa di urgente, almeno bussa... alla porta di casa».
Aria sembrò felice per le mie parole perché, senza aspettare di rimanere di nuovo soli, mi attirò a sé per un bacio casto ma pieno di significato.
Le sorrisi «sai, potrei non essere io quello più possessivo tra i due...» scherzai.
Lei sbuffò divertita «non esagerare adesso. È solo che dopo cinque minuti che avevo deciso di provare a lasciarmi andare con te spunta fuori quella...» indicò con il pollice la porta alle sue spalle.
«Sono arrabbiato quanto te, piccola. Ma non ti preoccupare, appena torno, ricominciamo da dove ci siamo interrotti» le feci l'occhiolino, con fare malizioso.
Lei mi spinse scherzosamente, mentre diventava rossa per l'imbarazzo.
Le diedi un ultimo bacio sulla bocca e poi mi diressi verso la porta.

Cappuccetto rosso e il lupo [#wattys2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora