Capitplo 3 [amici...?]

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Le cose procedettero in quel modo per un paio di giorni, poi una sera Levi decise di andare a farsi un goccio nel bar a due passi da casa loro e appena entrato sentì la musica perfirargli i timpani mentre l'odore dell'alcol e il fumo iniziavano a farlo sentire male.

Gli ci volle qualche secondo per abituarsi, poi si sedette al bancone in legno e scrutò attentamente la fila di bottiglie prima di decidere cosa ordinare.

Alla fine optò per della semplice vodka alla pesca, non beveva molto e di certo non aveva la minima intenzione di esagerare.

Mentre ispezionava in ogni minimo dettaglio del piccolo bar notò che la ragazza seduta vicino a lui era quella che aveva quasi cavato un occhio al suo compagno di banco e in quel momento si chiese perché non poteva avere una vita priva di problemi, piuttosto irritato.

Rimase sbalordito nel constatare che la ragazza avesse mandato giù almeno una decina di shot di "trasparente"ovvero alcol puro al 100%.

Sperando che non lo avesse visto guardò il suo bicchiere come se nulla fosse ed era pulito o almeno così sembrava.

Levi lo appoggiò alle sue labbra lasciando che il liquido andasse giù per la sua gola provocandogli quel piacevole bruciore che da tempo non sentiva.

Improvvisamente sentì un braccio cingergli le spalle, mosse appena il viso trovandosi faccia a faccia con quella ragazza pericolosa <Tu sei quello nuovo, Levi Ackerman, vero? Io sono Miki Morou piacere> il corvino si limitò ad annuire e a stringerle la mano cercando di sembrare educato, almeno un minimo, e in men che non si dica lei iniziò a parlare di come fosse ingiusta la vita e di come Eren la facesse impazzire, di come doveva tenerlo coi piedi per terra ma non era facile se lui non collaborava.

Poi prese il telefono e dopo averci armeggiato un pò iniziò una chiamata, probabilmente con lo stesso ragazzo di cui aveva continuato a parlare.

In cinque minuti il ragazzo entrò nel locale, aveva i capelli bagnati ed indossava una specie di tutta, prese la ragazza a mo' di sacco di patate e poi chiese scusa al ragazzo dagli occhi plumbei per il suo comportamento senza neppure guardarlo in faccia, ma se lo avesse fatto avrebbe rivolto maggiore attenzione ai suoi occhi quasi più belli della luna.

Levi, non era neppure certo che lo spilungone sapesse con chi aveva appena parlato ma poco gli importava, anzi se non lo aveva riconosciuto forse avrebbe potuto evitare di parlargli, con questo pensiero che lo infastidiva ordinò ancora un paio di bicchieri per poi pagare il conto ed uscire.

Era davanti alla porta di casa sua quando sentì la voce oramai familiare della rossa e poi la vide uscire dalla casa di fronte sbraitando, appena avvistò il ragazzo notevolmente più basso di lei corse da lui e lo abbracciò.

Levi odiava essere toccato, ancora di più dagli estranei perciò dovette far appello a tutto il suo auto controllo per non iniziare ad inveire contro il mondo e soprattutto contro di lei.

Notò che la ragazza non era brilla ne lo sembrava inoltre aveva gli occhi pieni di lacrime e le guance bagnate da queste.

Certo, lui era stronzo e freddo, eppure non riuscì ad ignorare quello sguardo che tanto gli ricordava Isabell, per un motivo che egli stesso non concepiva visto che, in fin dei conti, le due non si assomiliavano affato.

Sospirando la invitò a sedersi sugli scalini della propria abitazione e a sfogarsi con lui, non che avesse nulla da fare in ogni caso.

E per quanto potesse essere così ben disposto verso qualcuno non faceva parte della sua cerchia di amici decise che avrebbe provato ad essere meno glaciale, ciò non era da lui.

Aveva una strana sensazione su di lei, Miki gli spiegò che aveva cercato di far ragionare il castano ma questo le aveva detto solo che non doveva importarle quello che lui faceva o come stava perché lei non era nessuno per lui, quando erano da sempre migliori amici, poi prese un profondo respiro e disse che non era riuscita a mantenere la promessa che aveva fatto alla madre del ragazzo e quando lei faceva una promessa, non esisteva che non la mantenesse.

Ad un tratto farfugliò qualcosa riguardo il suicidio ma il ragazzo riuscì a farla ragionare, le disse che doveva provare ad aspettare un pò e vedere come le cose sarebbero andate e che di certo il suicidio non era un opzione valida , si chiese come diavolo le era balenata nella mente un'idea simile ma, evitò di esprimersi.

Lei lo abbracciò e lui per la prima volta sentì un'affinità con qualcuno che non era del suo gruppo, doveva forse considerarla una sua amica fu lei stessa a rispondere con una domanda <Ti piacerebbe diventare mio amico?> chiese lei con un sorriso al ragazzo, sorpresa quanto lui dalla strana affinità che sembrava essersi creata fra loro.

Levi annuì, dopotutto sembrava una ragazza apposto per il resto parlarono e scoprirono di avere moltissime cose in comune e che andavano piuttosto d'accordo.

Levi si ritrovò a pensare che, forse, quella ragazza irrascibile non era poi così male, anzi forse non lo era affatto e il suo difetto più grande poteva essere la mancanza di autocontrollo.

Ad una certa ora la ragazza tornò alla propria abitazione non molto distante e il corvino si rifugiò nella propria stanza a dormire, per quanto la sua odiata insonnia gli permise.

Animal [ereri]Where stories live. Discover now