Prologo

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Carter odiava prendere la metro.

Stare a stretto contatto con decine di completi sconosciuti, le luci al neon giallognole e tremolanti, l'odore acre di sudore, quello polveroso dei sedili, quello grasso del fritto – misteriosamente in grado di arrivare sottoterra dai vari fish and chips in superficie – e quello chimico dei materiali sintetici che tappezzavano i vagoni.

Le grandi cuffie nere che le coprivano le orecchie riuscivano ad isolarla solo in parte da quell'ambiente sgradevole, ma se non altro rendevano il countdown delle otto fermate meno insopportabile.

Chiuse gli occhi con un sospiro stretto tra i denti, aggrappandosi più forte al palo verticale giallo che stringeva nella mano destra e dondolandosi avanti e indietro sulle sue vecchie Dr Martens nere. Mancavano solo due fermate – appena pochi minuti di viaggio – e già non vedeva l'ora di precipitarsi fuori da quel vagone soffocante.

Erano da poco passate le otto e mezza di sera; Carter era distrutta da una giornata di lavoro più intensa del solito. L'impiego al Beatles Coffee Shop vicino Abbey Road era quanto di meglio avesse mai potuto sperare di trovare, da amante della musica quale era, ma in certi giorni diventava semplicemente tutto... troppo.

Era sempre stata affamata di conoscenza, aveva mille interessi dei più disparati che germogliavano dentro di lei senza controllo, ma quando tentava di tirarli fuori per farne qualcosa di concreto si scontrava con la dura realtà delle proprie difficoltà economiche. Un corso di fotografia analogica, un ciclo di seminari sull'universo, un'esperienza di volontariato in Kenya, un abbonamento al cinema, delle lezioni di pittura creativa... tutto aveva un prezzo, e quel prezzo era sempre troppo alto. Carter lavorava febbrilmente nella speranza di potersi prima o poi permettere di inseguire tutti i propri sogni capricciosi, ma per il momento quelli avrebbero dovuto aspettare.

Cullata dai sussulti maldestri del treno liberò il sospiro che tratteneva, seguendo mentalmente l'accattivante linea melodica del basso di Colin Edwin in Strip the Soul, e puntò lo sguardo su uno dei pannelli pubblicitari sopra la sua testa. Mentre leggeva distrattamente i prezzi dei nuovi modelli di Kindle lasciò la presa sul palo per alzare ancora di più il volume già alto della musica, tramite il piccolo microfono incorporato al cavetto delle cuffie.

In quel momento la metro frenò bruscamente e Carter, non più appoggiata ad un sostegno, perse l'equilibrio sbilanciandosi all'indietro contro il corpo di una persona che la afferrò per il fianco sinistro, colta alla sprovvista.

Ancora frastornata, nel tentativo di recuperare l'equilibrio la ragazza abbassò lo sguardo sulla mano che la stringeva. Era una mano grande, giovane e maschile, le dita affusolate ma non per questo sottili. Le nocche erano appena arrossate dal freddo di quella serata di fine ottobre, e creavano un piacevole contrasto con la pelle chiara. Portava due spessi anelli argentati, probabilmente di scarso valore, e appena sopra l'incavo tra il pollice e l'indice spiccava il tatuaggio di una semplice croce nera.

Si trattò solo di un lungo istante, perché la metro si fermò del tutto con un paio di sbuffi cigolanti e le porte si aprirono; la mano che l'aveva stretta si staccò da lei e Carter dopo essersi rimessa dritta si voltò per vedere a chi appartenesse, ma il ragazzo si stava già affrettando a scendere sulla banchina della stazione di Neasden; lei riuscì solo a cogliere il guizzo di un cappotto nero ed una massa di lunghi capelli castani prima che il treno fagocitasse altre decine di passeggeri e richiudesse le proprie porte per poi ripartire.

Carter mise in pausa la musica, per poter meglio riordinare nella sua mente i dettagli che aveva registrato in quei pochi secondi. Non sapeva dire cosa l'avesse scombussolata così tanto, ma non riusciva a schiodarsi dalla mente l'immagine di quella mano ed i tentativi di ricostruirvi intorno l'aspetto del suo proprietario.

Era fatta così; la sua memoria fotografica ed il suo naturale istinto di osservatrice la portavano ad immagazzinare particolari tanto irrilevanti quanto ricchi di fascino – solo per lei, spesso e volentieri. Talvolta camminava per le strade di Londra con la sua reflex appesa al collo, una Nikon entry-level di nessuna pretesa ma che per lei valeva più di qualunque tesoro al mondo, e fotografava qualsiasi dettaglio attirasse la sua attenzione; una crepa ramificata sull'intonaco scolorito di un muro, la ruggine su una ringhiera, un palo pieno di adesivi di gruppi metal locali. Qualsiasi frammento di mondo poteva passare attraverso le lenti dell'obiettivo di Carter ed imprimersi nel sensore digitale, per poi venire riesaminato dalla ragazza con una minuziosità ed una cura che lei non riservava nemmeno al proprio aspetto fisico.

Era così assorta nei propri tentativi di mettere a fuoco nella sua mente l'immagine di quella mano che quasi non si rese conto essere arrivata alla fermata successiva e di dover scendere dalla metro; riuscì ad infilarsi tra le porte appena prima che si chiudessero, non senza guadagnarsi diverse occhiate oblique da parte delle persone che aveva spintonato per poter uscire, ma non vi fece caso. L'aria umidiccia e pesante di Wembley le si riversò passivamente nei polmoni, e per diversi secondi la ragazza non riuscì nemmeno a ricordarsi di camminare per tornare a casa come tanto desiderava fino a pochi minuti prima.

Perché quando Carter Mason era ossessionata da qualcosa, per lei non esisteva più nient'altro.

Mentre si incamminava, riscossasi dal suo limbo, frugò disordinatamente nella tasca del giubbotto per recuperare il cellulare, che subito sbloccò e dopo alcuni rapidi tap sul display si portò all'orecchio.

«Louis, stasera da me. Abbiamo una persona da cercare»


Spazio autrice
Ciao a tutti ^^
Oggi ho finito di scrivere questa minilong su cui lavoravo da qualche mese e ho deciso di pubblicarla.
L'ispirazione mi è venuta quando ho trovato la foto della mano di Harry (quella della copertina) in giro per Google; qualche strano impulso mi ha portata ad aggiungere la scritta "Details", e ho deciso che volevo assolutamente costruire una storia intorno a quest'immagine.
Tuttavia prima ancora di iniziare ho lanciato la sfida anche alla mia splendida socia MonicaX1974, che in un batter d'occhio ha scritto una Details meravigliosa; ve la consiglio di cuore. Sei la besto, Monica, e grazie per esserci sempre. ♡
Spero che vi piaccia c:
Vi lascio qui sotto la copertina originale ^^

Un abbraccio,
mononokehime_

Un abbraccio,mononokehime_

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Details || H. S.Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt