Capitolo 1 ~ Il gelato non è il rimedio

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   Sarah

Sono passati quindici lunghissimi giorni da quella maledetta sera in cui il mondo mi è crollato addosso. Non mi sembra ancora vero che Jackson mi ha lasciato. Se non fosse perché la notte non riesco più a sentire il calore delle sue braccia strette attorno al mio corpo, che mi ricordano la sua assenza, penserei che tra di noi non fosse mai finita.

Perché lo sento dentro me. Lo sento in ogni parte di me, in ogni cellula del mio corpo, in ogni mio battito del cuore. Lui c'è, è lì con me, sotto la mia pelle!

Non ho mai passato tutto questo tempo lontano da lui, non ho mai provato tanta sofferenza come quella che ho patito in queste settimane, eccetto quando è morto Eric.
Non mi sarei mai aspettata da una persona che mi amava tanto, quanto lui asseriva di fare, di ricevere un male così grande; eppure adesso mi ritrovo triste e sola con il mio dolore.

Quando è andato via, quella sera, mi ha spiegato che il motivo per cui lo stava facendo era quello di non meritarmi e non sentirsi degno di me, ma io credo di non meritare nemmeno tutta questa sofferenza. Io credo di non meritare un trattamento come quello che mi ha riservato.

Per lui ho fatto tanto, ho sacrificato me stessa e le mie esigenze, ho messo al primo posto i suoi bisogni e la sua felicità sin da subito. Sono stata disposta a sopportare le cattiverie di sua madre e le follie della sua famiglia solo per restargli accanto e prendermene cura. Come ha potuto farmi questo, ripagando il mio amore con un dispiacere tanto grande?

Di lacrime in questi giorni ne ho versate tante, anche troppe forse. Il mio cuore è straziato, il mio animo è in pena e di me non resta che l'ombra di quella ragazza dai capelli rossi e il sorriso dolce che riusciva a contagiare chiunque lo guardasse. Di me non resta che una donna angosciata e sofferente, la cui luce si sta lentamente spegnendo...

«Dottoressa Peterson?» mi richiama una voce che non conosco. «Dottoressa Peterson, mi sente?» ripete allarmato il ragazzo difronte a me, scuotendo una mano davanti ai miei occhi.

Mi riprendo velocemente dallo stato di trance in cui ero intrappolata, accantonando la miriade di pensieri negativi che fluttuano nella mia mente, per rivolgere la mia completa attenzione al biondo che mi fissa preoccupato.

«Si, dimmi pure. Come posso esserti utile?» replico, mentre cerco d'individuare, in qualche angolo del suo camice, la targhetta con sù scritto il suo nome.

«Mi serve un consulto per il paziente di cui mi sto occupando, le dispiacerebbe seguirmi in sala traumi?» domanda, intanto che io mi prendo qualche secondo per guardarlo bene e chiedermi silenziosamente da dove sbuchi fuori questo tipo, dato che non l'ho mai visto prima.

«Comunque sono James Stewart, uno specializzando del primo anno» mi informa, notando la mia espressione corrugata. «Lavoriamo insieme da due settimane ma non ci siamo mai presentati» prosegue porgendomi la mano.

Un po' esitante ricambio la stretta, realizzando sempre di più quanto siano estesi gli effetti negativi che la rottura con Jackson ha causato in me. Dopo aver trascorso un mese a riposo, per via della coltellata e dell'intervento allo stomaco, sono ritornata a lavoro circa quindici giorni fa, ma la mia mente è stata assorbita così tanto dal dolore provato per la sua perdita che non si è concentrata su tutto il resto, ignorando persino il personale medico con cui ho interagito.

«È un piacere conoscerti, James» sibilo accennando un sorriso di cortesia. «Vorrei tanto poterti dare il consulto che ti serve ma il mio turno di lavoro è appena terminato, quindi sarebbe meglio che ti rivolgessi a qualcun altro»

Chasing Love #2 ~ Come una Calamita Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora