Capitolo 44 ~ Torna da me

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                               Jackson

Sono ore ormai che non dormo decentemente. Mi sono appisolato giusto un paio di minuti tra la notte scorsa e stamattina, ma la mia mente continua a essere vigile e non riesce a concedermi un po' di riposo.

Ho bevuto decisamente troppi caffè e non ho ancora messo nulla di commestibile nello stomaco, eccetto un pacco di cracker, eppure temo che la mia insonnia non sia dovuta solo a questo. Il continuo via vai notturno tra la stanza di Sarah e quella di Eric mi ha stremato, ma il bisogno e la voglia di stare vicino a entrambi, proteggerli, coccolarli e fargli avvertire la mia presenza era talmente forte da non farmi sentire la stanchezza.

L'impazienza di poter condividere con mia moglie le gioie che nostro figlio sta donando nelle sue prime ventiquattr'ore di vita è tanta, così come il desiderio di rivedere le sue bellissime iridi verdi e sentire la sua voce rassicurarmi dolcemente. Attendo con ansia il suo risveglio da questa mattina. Nonostante abbiano diminuito la dose dei farmaci però lei non ha ancora riaperto gli occhi e questo accresce a dismisura la mia preoccupazione.

La respirazione è autonoma e tutti i parametri vitali sembrano essere nella norma, motivo per cui l'hanno spostata nel reparto in cui era prima, monitorata costantemente da medici e infermieri, ma il rischio che qualcosa possa andare storto mi terrorizza a morte.

È già tarda sera e questa giornata è volata via così, tra tensioni, dubbi, ansie e paure. La culla del piccolo Eric è stata finalmente trasportata nella camera di sua madre ed io me ne sto seduto tra loro due da ore, in attesa che avvenga un miracolo.

Le parlo ininterrottamente sperando che in qualche modo la mia voce possa darle la forza per continuare a combattere. Mi convinco che riesca a sentirmi anche se non dà segni dall'esterno. Non voglio che credi di essere rimasta da sola nemmeno un minuto. Io sono qui, accanto a lei, a stringerle la mano e infonderle coraggio finché non sarà pronta a tornare da me. Perché lei deve tornare da me!

È inutile negare che ho paura e pensieri di ogni sorta vorticano nella mia mente. Non voglio crollare però! So che non posso lasciarmi abbattere; lei ha bisogno che io continui a essere la sua roccia. Gliel'ho promesso e devo mantenere la mia parola, così come ho promesso che mi sarei preso cura di nostro figlio nonostante tutto. Lui ha bisogno delle mie attenzioni e, anche se nel mio cuore c'è un conflitto di sentimenti, quando siamo insieme lo coccolo e mi impegno per donargli tutto il mio amore.

Dicono che per rendere un bambino felice è essenziale che i suoi genitori gli trasmettano gioia ed è per questo motivo che pure se non mi sento al massimo della felicità, perché ho paura di perdere Sarah, mi sforzo di trasmettergli serenità. Dopotutto mi basta guardare i suoi occhi chiari per ritornate a sorridere. È bellissimo e ancora fatico a credere che sia parte di me. Di me che per anni ho creduto di non poter mai avere una famiglia, che ho covato dentro paure e insicurezze fino a distruggermi l'anima e che adesso ho il dovere di proteggere questa nuova vita.

Oggi per la prima volta ho imparato a dargli da mangiare. L'ho stretto tra le braccia, ho poggiato la sua testolina sul mio petto e reggendo il biberon con una mano l'ho guardato estasiato mentre la sua boccuccia perfetta e le sue guance paffutelle si riempivano di latte.

Non avrei mai immaginato che un gesto del genere, tanto semplice e apparentemente banale, potesse catturate la mia attenzione e invadere d'amore il mio cuore. Questo bambino è un vero miracolo! È la gioia più grande della mia vita e non voglio sprecare o accantonare questi momenti irripetibili in cui mi dona emozioni immense.

Per rendere tutto perfetto basterebbe condividere queste sensazioni con mia moglie, per questo motivo ho provato a includerla nei nostri gesti quotidiani. Non sono certo che sia riuscita a percepirlo, ma giusto qualche ora fa, mentre lui piangeva a dirotto senza riuscire a calmarsi, l'ho disteso nel suo letto, esattamente al centro tra me e lei, lasciando che la sua presenza e il suo profumo lo cullassero dolcemente. Sono bastati un paio di secondi affinché smettesse di strillare e agitare le manine in aria per poi addormentarsi profondamente con la testa vicino al suo collo.

Chasing Love #2 ~ Come una Calamita Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora