14. Pura sfiga che cammina formato maxi

44 8 7
                                    

Il Sole tramontò dietro le nubi nere, fluttuando all'orizzonte come su uno strato d'acqua scura, ed era già scomparso da un pezzo quando un gruppo di ragazzetti raggiunse la cancellata nera irta di punte che chiudeva la cinta d'acciaio di recinzione, correndo in mezzo ai cespuglietti e all'erba verde.

Conoscevano quella zona, ma molti di loro non erano mai passati oltre il cancello.

Erano in dodici, vestiti di nero e di bianco. Uno di loro sfoggiava un vistoso copricapo a forma di zucca arancione brillante e tutt'altro che spaventoso.

«Sicuro Zack, che questo posto è sicuro?» Domandò una ragazza vestita da strega.

Aveva un forte accento francese, come quello di chi si è trasferito da poco e ha studiato la lingua del posto solo sui libri, e lunghi capelli biondi che le uscivano da sotto al cappello nero a punta

«Sicuro Valerie» esclamò un suo compagno dai folti capelli castani con una sgualcita maschera da Frankenstein e una non sottovalutabile spavalderia «Ci divertiremo! Mio padre ha detto che dei suoi amici si sono trasferiti qui per il momento e che stasera possiamo andare fare un po' di casino da loro»

«Certo mette i brividi questa casa» commentò entusiasta un altro bambino sugli undici anni, con la faccia tutta dipinta di bianco e la torcia in mano «Ganzo! Seguitemi!»

«Aspetta Robert!» urlò Zack, infastidito, ma dovette costringersi a seguire suo malgrado il ragazzino vestito da morte attraverso il giardino spettrale di Villa Voratten. A metà Robert si fermò e guardò in lontananza

«Guardate laggiù!»

«Che succede?» chiese un tipo alto e grosso vestito da spettro

«Abbiamo compagnia»

«Ma da dove sono entrati quelli?»

«Avranno scavalcato più in là... avanti, ci dobbiamo arrivare prima noi ai dolci, non vorrete fare le figure delle pappamolle!».

Si levò un coro di voci di approvazione e i ragazzini proseguirono. Valerie li fermò di nuovo con un cenno della mano appena arrivarono di fronte alla porta spalancata

«Qualcosa non mi convinsce...» borbottò

«Hai paura» ringhiò Zack, crudele come soltanto un bambino può esserlo «E se ce l'hai te ne vai subito»

«Io non ho paura!»

«Dimostramelo, femminuccia francese!»

«Subito!» sbottò lei, entrando nel buio intenso del maniero «Sei contanto adesso?»

«Non c'è male, ma questo non è coraggio, francese...» rispose il ragazzino, seguendola con le mani sui fianchi, la luce della torcia elettrica puntata per terra «Entrate anche voi» aggiunse, rivolto ai ragazzi vociferanti dietro di lui «Forza, non ditemi che siete solo femminucce francesi?».

Con l'espressione di cani bastonati, ma senza osare ribattere, anche gli altri si trascinarono dentro, mentre Robert faceva roteare dappertutto il cerchio di luce della sua torcia con curiosa foga

«Boooo!»

«Finiscila Rob» lo ammonì un'altra ragazza, irriconoscibile dietro il mascherone rosso di demonio urlante.

Bom. Il pesante portoncino si richiuse dietro di loro e, nell'oscurità, si udì il rumore di una chiave che girava due volte in un vecchio meccanismo arrugginito di chiavistello. Tutti sobbalzarono e corsero indietro, ma la porta era stata chiusa irrimediabilmente a doppia mandata. Zack tempestò di pugni il legno consunto, poi urlò

Scontramondi - 1. La pietra delle fontiWhere stories live. Discover now