34. Preparati per la cena, Harry

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Mark si avvicinò con l'aria pesantemente oppressiva, che da poco aveva assunto, ad Harry e lo guardò in quel modo strano in cui i suoi occhi verdi erano in ombra, invisibili sotto la sagoma oscura della visiera di un cappellino da baseball nero, ma dava l'impressione di fissare senza sosta e con un perverso interesse.

Il giovane dai capelli neri non resse a lungo quella muta sfida ed alla fine sbottò

«Che c'è?»

«Timothy ti cercava» disse con voce bassa Mark «Stasera devi andare ad una cena»

«Non posso, sai benissimo il perché...»

«Stasera io sarò lì a mangiare, tu puoi fare quello che vuoi».

Harry aprì la bocca e si immobilizzò come se avesse guardato negli occhi la leggendaria Medusa

«Ma, ma tu...»

«Io sono un uomo lupo, si, ma non sono certo di potermi trasformare. Stasera andrò a cenare da loro e quel che accadrà accadrà... »

«Non sei certo? Hai detto di si! Dannazione, l'hai detto, ti ho sentito poco fa! Hai detto una cosa tipo che è questione di attimi! Sei impazzito?! E io? Io sono comunque un uomo lupo completo!» urlò Harry, battendosi le mani sul petto con un movimento da automa «Che cosa farò?»

«Verrai, così potrò controllarti. Vai a prepararti come devi e, ti raccomando, mettiti qualcosa di largo perché la massa muscolare del tuo corpo potrebbe aumentare. E poi si sta scomodi a trasformarsi nei jeans a sigaretta»

«Certo, posso prendere solo vestiti larghi visto che ci sono solo i tuoi» si lamentò il giovane «Mi stanno larghissimi»

«Ti sbagli. Ci sono anche quelli di Sara»

«Sara? Saranno mica tutti dei vestiti da femmina? Ti avverto che non metterò niente che sia solo vagamente rosa e vaporoso o che abbia una gonna o degli strass o...»

«Scherzi? No» Mark sembrò quasi offendersi «Non permetterei mai ad un ragazzo-lupo che esce con me di mettere una gonna rosa e vaporosa con gli strass»

«Allora sono tutti vestiti da biker» Harry avrebbe voluto domandare, ma gli venne più naturale affermare

«Più o meno»

«Ma non posso andare a comprarmene, che so, qualcuno da cerimonia giù in città? O mettermi quelli che ho in valigia?»

«Se ti presenti con un abito da cerimonia rischi di venire picchiato e i tuoi vestiti sono stretti anche per te in forma umana. Devi, se proprio vuoi comprare, prendere qualcosa di largo ed informale»

«Va bene, allora vado in città a prenderne un paio... di abiti... mi presti la macchina?»

«Ho anche un carro funebre se vuoi...» Mark sollevò le sopracciglia e indicò fuori con disponibilità

«No, no, voglio solo la macchina...»

«Scherzavo» rivelò Mark, calmo, poi parve ringhiare «Prendi» alzò gli occhi e gli sganciò in mano le chiavi.

Harry si recò al centro commerciale e fu di ritorno due ore dopo, alle sette di sera.

Nella penombra dell'abitacolo dell'automobile, osservò la luce che si faceva lentamente più fievole e il sole che scendeva verso l'orizzonte, e si sentì morire insieme a quella luce.

Che cosa gli stava succedendo? Aveva paura, tanta paura. Non voleva che succedessero cose irreparabili, non voleva uccidere nessuno. E non voleva morire.

Scontramondi - 1. La pietra delle fontiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora