Capitolo 10

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Dal capitolo precedente:

Arrivata al suo tavolo si alza dal divanetto mettendosi davanti a me, invadendo il mio spazio vitale. Dannazione è vicina, troppo vicina. Mi lascio catturare dal suo profumo che mi inebria, facendomi perdere quel poco senno rimastomi.

"Sono CJ, ma credo questo tu lo sappia già. Devo ammettere che mi hai molto colpita e ti garantisco che questa cosa non capita molto spesso... è difficile che mi prenda tutto questo disturbo per conoscere una donna, solitamente sono loro che vengono... da me...", afferma con un tono di voce talmente roco che tremo.

Comincia a girarmi intorno, sfiorandomi con il suo corpo, provocandomi dei brividi assurdi.

"È buffo CJ... posso chiamarti così, vero? Stavo giusto per dirti la stessa cosa...", replico in un barlume di lucidità sfoderando l'audacia e la sfrontatezza che mi contraddistinguono. Alleluia, adesso sì che mi riconosco!

"Interessante, veramente interessante. Penso che ci sia una prima volta per tutto, non sei d'accordo?", domanda con retorica.

"Posso sapere come ti chiami?", continua il suo interrogatorio, girandomi intorno, facendomi venire quasi il mal di testa.

"Lexa", dico di getto.

"Se sei venuta qui, immagino che lo spettacolo ti sia piaciuto... e dimmi... vuoi partecipare?", mi chiede a bruciapelo.

Ok, direi che va dritta al sodo. E adesso che cavolo le rispondo? Un mese fa non avrei esitato in questo modo. Diamine, si preannuncia una scopata epica. Un divertimento fuori misura... e allora perché diavolo sono bloccata? Questa donna mi sta facendo il lavaggio del cervello ed io ne sono completamente spaventata.

Cazzo Lexa, questa è la tua occasione. Magari in questo modo ti leverai dalla testa Clarke. Ok, ci sto! Tanto pazza lo sono già, una pazzia in più che vuoi che sia...

*****

È inutile negare l'evidenza, questa donna mi attrae in modo impressionante, i suoi continui tocchi distratti mi fanno avvampare, mi eccita solo il suono della sua voce. Lasciarmi andare è sempre stata una mia prerogativa e perché non farlo ora, con lei – questa Wanheda – che sembra assoggettare ogni essere femminile al suo volere. La curiosità – e forse qualche drink di troppo – non mi fanno ragionare. Sento i miei ormoni prendere il sopravvento e, senza esitare, mi lascio guidare da loro.

"Perché no?! Potrebbe essere divertente...", replico raccogliendo il suo guanto di sfida.

"Divertente, eh? Sì, indubbiamente, ma potrebbe essere qualcosa di più... eccitante, provocante, sensuale, elettrizzante, peccaminoso, travolgente, perverso...", sussurra alle mie spalle mordendomi il lobo dell'orecchio.

Sento le gambe cedere, chiudo gli occhi ed un piccolo gemito mi sfugge dalle labbra. Sono in preda all'estasi più totale e mi ha appena sfiorato. Ma chi diavolo sei Wanheda? Una strega ne sono certa!

Le sue mani mi afferrano decise per i fianchi facendo scontrare la mia schiena contro il suo seno. Sento chiaramente l'eccitazione dei suoi capezzoli, coperti dalla stoffa, strusciarsi contro la mia pelle lasciata nuda dal vestito. Mi sfugge un altro gemito, quando stringe la presa in modo possessivo.

Il suo respiro solletica il mio collo senza toccarlo, aumentando ad un livello assurdo la mia libido. Ho caldo, tanto caldo, mi sento avvampare. Sono bagnata, completamente fradicia, sento i miei umori inondare i miei slip di seta e ancora non è successo niente. Mi sento esposta, indifesa, succube e non mi era mai capitato prima. Siamo in un locale affollato, tra cui ci sono anche mia sorella e sua moglie, ma non mi importa. Voglio che continui questo suo strano giochetto eccitante.

The SecretaryWhere stories live. Discover now