Capitolo 31

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Dal capitolo precedente:

Mi sembra di vivere la mia vita come un ciclico déjà-vu e questa consapevolezza mi innervosisce sempre di più. Il disagio è accentuato da un silenzio imbarazzante che si ostina a fare da colonna sonora.

"Non voglio essere invadente, ne tanto meno insistere, ma è forse di questo che volevi parlarmi? Dei tuoi disagi, del tuo malessere?", mi domanda incerta.

Rieccola la Clarke timida e insicura che conosco...

"In parte sì... era di quello che ti volevo parlare, ma francamente non so se sia il caso di addentrarci in un argomento così, stasera, bloccate qui da questo blackout che a mala pena ci fa distinguere i nostri volti...".

"Invece a me sembra il caso, credo che tu abbia bisogno di parlare e non con un'analista... ma con un'amica. Per stasera fingi che io non sia la tua segretaria, ma solo una tua amica che non vedi da tempo... e poi Lexa questa oscurità previene qualsiasi tipo di imbarazzo dovresti sentirti a tuo agio, o sbaglio?", ribatte con una convinzione disarmante.

Infondo ha ragione lei, l'oscurità mi è d'aiuto. Magari, parlando con lei le mie oscure perversioni smetteranno di assillarmi facendomi ritrovare la serenità... mah sì, aprirmi con lei non può che essere una buona idea.

Stupidamente annuisco e solo dopo un po' mi accorgo che lei non lo può notare.

"Ok, mi hai convinta. Per la cronaca Clarke, non sai in che guaio ti sei cacciata...", la butto sul sarcastico.

"Io credo di sì... e poi stasera non ho nient'altro di meglio da fare", sento la sua risata e penso che sia il suono più bello che ci sia al mondo.

"Sai come si dice: donna avvisata mezza salvata...", puntualizzo ridendo a mia volta.

L'inquietudine del sogno comincia a scemare, il cuore comincia a battere regolarmente ed i pensieri scomodi sembrano darmi un attimo di tregua. Forse non dovrei, ma mi sento stranamente a mio agio ed è tutto per merito della donna al mio fianco. Dopotutto questo blackout comincia proprio a piacermi.

*****

Il silenzio ci fa compagnia per diversi minuti. Cerco di eliminare la confusione nella mia testa per non cominciare a parlare a sproposito, ma non è facile tirare fuori quella parte di me – che nascondo persino a me stessa – con la donna che mi interessa.

"Ne approfitto per scusarmi ancora con te, so di essere intrattabile e non è il tuo lavoro farmi da balia, anche se Anya pensa il contrario. Il fatto è che nell'ultimo periodo degli episodi mi hanno un po' scombussolato. Troppe esperienza, tutte insieme, mi hanno incasinato la testa arrivando a mandarmi in confusione. Lo so... potrebbe sembrare una scusa patetica, ma sembra che io non sia in grado di sopportare questo genere di emozioni...", comincio a parlare sentendo il suo sguardo su di me, non lo vedo chiaramente, ma lo percepisco.

"Che cos'è che ti ha scombussolato di più Lexa?", sorrido alla sua domanda, pensando al fatto che Indra – in tutto il suo interrogatorio – non me l'abbia fatta.

"Credo che sia stato il sogno di due notti fa... forse è più corretto chiamarlo un ricordo che avevo completamente rimosso dalla mia memoria...".

"Ti va di raccontarmelo?", mi chiede dolcemente.

"Non ne vado molto fiera, ma anche Indra – la mia analista – dice che devo affrontare le mie paure... e perché non iniziare adesso...", continuo a parlare senza timore, come se il buio mi facesse da scudo.

The SecretaryWhere stories live. Discover now