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Capitolo 2:Speranza

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Capitolo 2:
Speranza

"Perché questo affare non va?" grugnì esasperato Jungkook dando un ultimo calcio alla macchinetta. Le lucine fluorescenti, ognuna associata a una marca diversa di sigarette, stavano perforando le sue iridi castane da almeno cinque minuti, mentre con un cipiglio confuso cercava di capire come funzionasse quel basilare aggeggio elettronico.
Era stato un pensiero nato sul momento, quello di comprare un pacchetto di sigarette; un'idea subdola entrata nella sua testa proprio come del fumo grigio, tossico e aspro.
E ora, mentre il vento scompigliava acidamente le foglie scure e annerite sui rami, Jungkook in silenzio fissava la sfilza di diverse marche di sigarette.

"È una fregatura" mormorò.

"Attualmente credo che sia tu a non saperla usare" sghignazzò una voce profonda, riverberando con grazia nelle orecchie arrossate del moro.

Jungkook si girò di scatto, il cuore veloce come il ticchettare della lancetta dei secondi. Due occhi smeraldo, vivi ma spruzzati di una goccia malinconica, lo fissavano divertiti.

"Taehyung" un sospiro scappò alle sue labbra rosee.
Il ragazzo dal sorriso rettangolare gli fece un cenno del capo a mo' di saluto, scrutando con le sue iridi verdognole i tratti morbidi di Jungkook, le sue guance porpora e le sue labbra di rosa.

Silenziosamente si avvicinò alla macchinetta iniziando a smanettare qualche pulsante, le labbra piegate in una linea sottile.
Jungkook lo osservò.
Osservò come la luce notturna cadesse gentile sul suo viso squadrato, come il piccolo neo sulla parte inferiore del naso risultasse estremamente tenero ai suoi occhi e come le iridi smeraldo scrutassero attenti il macchinario di fronte a sé.
Erano passati già due giorni dal loro primo incontro e da quel momento il ragazzo castano dalle guance macchiate di lacrime aveva invaso la mente di Jungkook, costruendo una fitta ragnatela e impedendo ai ricordi di fuoco di tormentarlo.
C'era qualcosa in quegli occhi verdi, uno stampo di malinconia e insofferenza molto simile a quello che si rifletteva nelle iridi pece di Jungkook, che portava il minore ad accogliere Taehyung con un'ostentata familiarità. Lo avevano attirato, quelle scie di fuoco sulla pelle morbida del ragazzo dalle ciocche slavate, quei boccioli rosa martoriati dai denti d'avorio.
Una sofferenza condivisa era quello sentiva gli appartenesse.

"Ecco fatto"
Il moro uscì dal groviglio dei suoi pensieri, sollevando lo sguardo su Taehyung che ora teneva stretto fra le dita un pacchetto di sigarette, un'espressione trionfante sul suo viso illuminato da fiochi raggi lunari.

"Come...?" mormorò Jungkook incredulo.

"Te l'avevo detto che non sapevi usarla" ridacchiò il castano divertito.
Il moro sbuffò lievemente allungando poi la mano verso Taehyung, attendendo il suo pacchetto di sigarette.

Il maggiore gli sorrise aprendo poi l'involucro e incastrando una sigaretta fra i denti.

"Hey" sbottò arrabbiato Jungkook sbattendo un piede per terra
"quello era mio"

Taehyung sogghignò allegro arruffando i capelli mori del minore con una mano e facendo scivolare il pacchetto di sigarette nelle tasche del suo jeans con l'altra.

"Fumare ti fa male"

"Tu però fumi" ribatté Jungkook.

"Io sono un brutto esempio da seguire, una dalla quale devi stare alla larga" un sorriso tormentato si plastificò sulle morbide labbra del ragazzo castano, sfregiando i suoi tratti gentili. La piega delle sue labbra, forzatamente tirata verso l'alto, mostrava uno scorcio sulla sua anima oppressa, un tratto di mare tra fitti alberi allungati verso l'alto, mille segreti incisi sulla pelle d'oliva. I suoi occhi, invece, ancora coperti da uno specchio d'acqua, riflettevano il nulla totale, due buchi smeraldo pronti a risucchiarti nel loro livido abisso. 

"Devo andare ora" mormorò voltandosi di spalle, pronto a lasciarsi inglobare dall'oscurità delle strade.

"T-taehyung aspetta" esclamò all'improvviso il moro, trattenendo fra le dita arrossate un lembo della camicia nivea di Taehyung. Il prorompente tormento della solitudine che lo attanagliava da anni lo aveva spinto a bloccare il ragazzo, a impedire alla sua fioca speranza di scivolargli fra le mani.
Non voleva rimanere da solo nelle buie strade di Seoul e lasciare che il vento ululasse, urlandogli parole di fuoco e graffiandogli le morbide guance.

Il castano si voltò scrutando Jungkook, le iridi illuminate dal pallido chiarore lunare.
Piano il moro arrossì, sotto la pressione di quello sguardo così intenso.

"E-ecco...v-vuoi rimanere un po' con me?" riuscì a balbettare Jungkook in un filo sconnesso dei suoi pensieri.

Taehyung lo fissò per qualche secondo, accrescendo nel minore il desiderio di sparire, trasportato dall'imperversare feroce del vento.

"D'accordo" annuì il castano avvicinandosi a Jungkook mentre si sfilava la sigaretta di bocca, nascondendola nella tasca posteriore dei suoi pantaloni.  Si abbassò di pochi centimetri arrivando all'altezza del minore, prima di colpire la sua fronte con due dita.

"Però non provare più a fumare" ridacchiò all'espressione di fuoco lanciatagli dal moro sotto i ribelli ciuffi pece.
"Non vorrai mica rovinare questo bel faccino con delle sporche sigarette" gli sorrise Taehyung prendendo tra le dita le guance morbide del minore.

Ed era strana quella calda scia di lava confortante che confluì nel petto del minore, bruciando quel manto cupo che lo copriva e trasportando con sé le radici secche dei suoi pensieri neri.
La sua pelle scottò sotto le dita affusolate del castano, impastandosi di sfumature vivaci di rosso e rosa. Automaticamente sorrise, mostrando i suoi denti da coniglietto, non appena incrociò quelle iridi verde bottiglia.

"Dove vuoi andare?" chiese Taehyung ammirando il volto di Jungkook ancora sfumato in un'espressione di apparente serenità.

"Per me è uguale, anche vagare per le strade come due idioti va bene" rispose il minore.

Taehyung sembrò pensarci su qualche istante prima di attorcigliare le sue dita affusolate con quelle sottili del moro.

"Seguimi"

E Jungkook si fidò di un completo sconosciuto, lasciandosi trasportare dalla guida gentile di Taehyung come fa un naufrago speranzoso con le onde gentili del mare.

Le dita dei due bruciavano incatenate fra loro, creando un sigillo di reciproca speranza.
Perché fu quello che quella notte sotto il riflesso dei pallidi raggi lunari, accompagnati dal mormorio del vento, si creò.
Una tacita richiesta di aiuto accolta in una sofferenza compatita, un guizzo brillante che ripopolò i loro occhi mangiati dalle intemperie crudeli della vita.

Speranza.

Strawberries & Cigarettes || VKOOK || [SOSPESA]Where stories live. Discover now