Capitolo 8

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Hoseok's POV

"Hey, Hoseok, sei pronto? Dobbiamo andare"
"Si Nam, eccomi"
"Forza andiamo" disse Nam aprendo la porta permettendomi così di uscire.
Stasera toccava ad altre quattro persone:
la ragazza che ieri ho ferito e la madre, il figlio del generale Kim, e la sorella della studentessa.
Arrivati alla casa, come ormai ero solito fare, spostai la cassapanca e entrai.
Accesi la fioca luce, e presi le persone, fasciando però la gamba della ragazza della sera prima, dato che non riusciva a camminare.
Li portai fuori e li feci entrare in macchina. Una volta a casa, li condussi fino lo scantinato, e lasciai loro qualcosa da mangiare.
Quella situazione stava diventato troppo pensante per me, fin troppo.
Ero quasi ai miei limiti, temevo costantemente che da un momento all'altro sarei scoppiato a urlare o addirittura a piangere.
Tornai al piano di sopra da Nam, che in quel momento stava versando l'acqua in un bicchiere, per poi farci sciogliere una compressa e dandomela.
Ultimamente avevo sempre attacchi di emicrania, e le medicine mi aiutavano a stare un po' più tranquillo.
Se solo potessi tornare indietro...

Il giorno dopo..

"Siamo arrivati" mi disse Nam voltandosi verso di me.
Scesi dall'auto e andai verso la cassapanca, la spostai, ed entrai.
Presi le rimanenti quattro persone, il coltellino, le fasciature macchiate di sangue e le bottiglie lasciate a terra, facendo attenzione a non lasciare niente di sospetto.
Misi tutto in una busta e feci per andarmene, quanto sentii la porta opposta a quella dove ero entrato cigolare.
Non può essere..
La porta si spalancò pian piano, facendo apparire la figura minuta di un ragazzino biondo, con la faccia sconvolta.
Doveva essere il proprietario della casa.
Si voltò verso di me e disse con voce preoccupata
"Cosa sta succedendo qui? Chi sei? E perché quelle persone sono ridotte in quello stato?"

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