15. DIVENTARE GRANDI

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Era una settimana che uscivo con Zavier e le cose tra me e lui andavano piuttosto bene. Zavier era un ragazzo rispettoso e gentile, inoltre mi faceva divertire molto.

Quella mattina, a scuola, ero accanto al mio armadietto a sistemare i libri, quando Michael si avvicinò a me.

«Ciao Sam, come butta?» esordì appoggiandosi all'armadietto accanto al mio.

«Bene, Michael, e a te?» chiesi riponendo i libri che avevo in mano e chiudendo col lucchetto.

«Non posso lamentarmi» disse sorridendo.

«Ho saputo da Jill che tra qualche giorno sarà il compleanno di Max!» esclamai entusiasta.

«Sì. Giovedì» rispose lui picchiettando le dita sull'armadietto.

«Avete già pensato a come festeggiare?» domandai incamminandomi. Michael mi seguì.

«Non ancora. Credo che lui voglia stare con Jill, ma fare comunque una cosa tranquilla con me e Tracy».

«Immagino» risposi e nello stesso istante, una voce mi chiamò. "Piccola" sentii, e in un secondo fui travolta da lui che premé forte le sue labbra sulle mie e mi diede un vistoso bacio davanti a tutti e soprattutto davanti a Michael. Per fortuna non mi ha infilato la lingua in bocca! pensai...

Mi distaccai frastornata e poi sorrisi imbarazzata.

«Zavier, ciao» dissi allontanandolo leggermente.

«Non sai quanto mi sei mancata!» fece lui provando ad avvicinarsi ancora, ma io mi scansai.

«Zavier non qui, ti prego, c'è gente» dissi imbarazzata.

«Scusami. Non mi presenti il tuo amico?» chiese notando l'ingombrante presenza di Michael al mio fianco.

«Sì, certo. Zavier lui è Michael. Michael, Zavier» dissi guardando entrambi. Zavier aveva l'aria cordiale, mentre Michael il volto corrucciato e l'aria infastidita.

«Molto piacere» fece Zavier allungando la mano. Micheal gliela chiuse in una presa salda e con un viso che sembrava tutto fuorché quello di un ragazzo felice di fare nuove amicizie, disse:

«Il piacere è tutto mio!».

Ci fu un silenzio imbarazzante e poi Zavier fece: «Scusate, mi vibra il cellulare. Torno subito».

Si allontanò a passo svelto e lo sentii rispondere "pronto".

Se ne era andato solo da pochi secondi, quando Michael disse:

«Però, che bel bacio! Quindi stai con lui adesso?». Era palesemente infastidito, o geloso o entrambe le cose. Una parte dentro di me stava ballando dalla felicità.

«Usciamo insieme da una settimana. Non è ancora nulla di ufficiale ma... stiamo bene per ora» dissi un po' a disagio.

«Capito. Quindi immagino sia futile chiederti se vi siete già baciati» ribatté portandosi le braccia al petto.

«Ci siamo appena baciati. Davanti a te» dissi perplessa.

«Io intendevo un vero bacio. Un bacio come si deve» disse ammiccando.

«Beh...».

«Ed è stato come quando hai baciato me?» chiese e la sua domanda mi sconvolse.

«E questo che significherebbe?» domandai piccata.

«Nulla. Volevo solo sapere se ti era piaciuto» replicò lui con finta indifferenza.

«Quindi stai dando per scontato che mi sia piaciuto baciare te!» affermai guardandolo storto.

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