20. UN TERRIBILE SPAVENTO

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Qualche giorno dopo la sospensione di Michael, decisi di andare a trovarlo.
Erano le cinque del pomeriggio e io mi incamminai verso casa sua con la mia auto.

Volevo parlargli, chiedergli come stesse. Non mi erano bastate le rassicurazioni di Max: dovevo vederlo con i miei occhi.

Mi mancava. La scuola senza di lui mi sembrava vuota e i nostri continui battibecchi, diventati ormai il pane quotidiano, erano ciò che più desideravo al mondo in quel preciso momento della mia vita.

Volevo lui. Lo volevo in un modo che mi terrorizzava.

Con Zavier era stato tutto diverso, normale... forse banale e un pizzico noioso. Ma con Michael era tutt'altra storia. Il suo caratterino mi faceva imbestialire e allo stesso tempo mi stuzzicava, i suoi sorrisi mi mandavano in estasi, il suo cipiglio arrogante e sfacciato mi faceva arrabbiare ma allo stesso tempo lo adoravo. I suoi baci erano stati roventi, passionali e desiderati. E mi mancava terribilmente la sensazione delle sue labbra premute sulle mie, la sua lingua abile nella mia bocca e le sue mani che si muovevano leggere su di me. I suoi movimenti non erano stati mai eccessivi, mai insidiosi. Era tutto perfetto con lui e allo stesso tempo tutto complicato.

Era Michael Bradin. Tutto era complicato quando si parlava di lui...

***

Michael's pov

Ero a casa con Tracy. Lei per terra a giocare con le bambole e io seduto sul divano a mangiare schifezze.

Facevo zapping tv e a un tratto passò la pubblicità con una tipa dai capelli rossi.

Tracy alzò la sua minuscola testolina e la osservò incantata. Quando la pubblicità finì, spensi il televisore seccato.

«Come sta la tua amica?» chiese mia sorella puntellandosi sui gomiti.

«Chi?» domandai.

«Quella coi capelli rossi. Quella che ho conosciuto alla sagra» insisté lei osservandomi.

«Ah... Sam... sì, sta bene» mormorai.

«Uscite ancora insieme?» chiese con fare curioso.

«Se per uscire insieme intendi come una coppia... no, piccolina! Tuo fratello non è tipo da fidanzate» negai scuotendo la testa.

«Ma lei ti piace e anche tu piaci a lei» ribatté Tracy alzandosi in piedi.

«Ma cosa dici?» feci sbuffando.

«Ho visto come la guardavi. E anche lei guardava così a te. Sareste sicuro bellissimi insieme» disse con occhi sognanti.

«Beh, puoi scordartelo sorellina. Mi dispiace».

«Uffa! Non voglio morire senza vederti felice» ammise triste.

Sgranai gli occhi e mi sentii peggio di quando l'ex di Talisa e i suoi amici mi riempirono di botte.

La avvicinai a me prendendola per quelle minuscole spalle e la guardai arrabbiato.

«Non dire mai più una cosa del genere. Tu non morirai, chiaro? Non voglio sentirtelo ripetere, Tracy, mi hai capito?» feci trattenendo la collera.

«Va bene. Però voglio che mi prometti che le chiederai di uscire» replicò lei tornando col sorriso.

«Tracy...» mi lamentai tirando la testa indietro.

«Promettimelo, Michael». Le sue piccole manine mi presero il viso per costringermi a guardarla negli occhi. Non potevo deluderla.

«Va bene. Te lo prometto» giurai annuendo col capo e lei mi saltò addosso dalla felicità.

Vita Where stories live. Discover now