II - Hogwarts, cara e triste Hogwarts

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II - Hogwarts, cara e triste Hogwarts.

I lavori per rimettere in sesto il vecchio castello erano partiti una settimana dopo i funerali, molti della comunità magica si erano uniti alla ricostruzione del castello e già gran parte era tornata alle origini.
Ma non lei: cercava in tutto e del tutto di evitare di tornare in quel posto.
Hermione camminava lenta e silenziosa tra i corridoi crollati e freddi del castello: nonostante fosse estate inoltrata avvertiva l'aria gelida frustarle il corpo ed il viso. Si avvolse maggiormente nella felpa leggera, deglutendo a fatica ad ogni passo.
Sapeva che quel freddo non era causato solo dalla brezza fresca serale, sapeva che era causato a causa dei ricordi legati a quel luogo.
Nonostante la maggior parte dei suoi ricordi fossero positivi, allegri e simpatici - per certi versi -, quelli di quel 2 maggio prevalevano su tutto, annebbiando qualsiasi cosa positiva.
Raggiunse l'ormai ex ufficio di Albus Silente, ex Preside di Hogwarts scomparso durante il suo sesto anno lì tra i maghi di Hogwarts; risalì la scala a chiocciola in pietra ormai priva di ogni sorta di incanto e parole d'ordine, per questo motivo fu abbastanza semplice infilarsi all'interno dell'ufficio senaza essere udita nè vista.
Neanche i fantasmi del castello bazzicavano in giro come qualche anno prima, quella guerra aveva scosso tutti nel profondo, che fossero vivi o morti.
"Da dove inizio?" domandò a se stessa guardandosi intorno: l'ufficio era in completo ordine, fatta eccezione per alcuni quadri ancora poggiati sul pavimento e alcuni libri fuori dall'enorme libreria posta alle spalle della cattedra.
Aprì i cassetti, cercando con attenzione, per poi passare agli altri scompartimenti e mensole.
"Dove nasconderei una cosa così preziosa se fossi Silente?" continuò a parlare da sola, dando voce ad ogni suo pensiero, facendo in quel modo riusciva a concentrarsi meglio e a focalizzarsi sulle cose importanti. Un po' come quando durante il primo anno dovette salvare Ron dal Tranello del Diavolo, sorrise a quel ricordo per poi tornare a guardarsi intorno, andando verso la libreria.
C'erano libri di tutti i tipi: dalle erbe magiche e curative, alle pozioni più complicate che avesse mai letto.
Rimase per un po' a sfogliarli e ad accarezzare le copertine completamente intatte, nonostante la quantità di anni da loro vissuti sembravano come nuovi, neanche l'ombra di un alone ingiallito, neanche una pagina piegata.
Ecco cosa poteva fare la magia: rendere indistruttibili ed impermeabili quei libri, renderli tramandabili per anni ed anni fino ad accumulare secoli alle proprie spalle, tutto ciò mantenendo sempre il loro aspetto originale.
Rimise anche quel libro al suo posto, sconsolata dal non aver ancora avuto un'idea per trovarla.
"Accio Giratempo!" proferì con voce ferma, pur sapendo che l'incanto non avrebbe funzionato per niente: Silente l'aveva nascosta proprio per bene.
Stanca si lasciò cadere sull'enorme poltrona portandosi le gambe al petto e stringendole tra le braccia. Le veniva voglia di urlare, di stracciare e scaraventare via tutto ciò che trovava sotto mano; ma rimase ferma a guardare quella librearia tanto bella quanto piena di libri.
Dove poteva essere?
E poi... era davvero Silente quello del sogno?
Poteva essere, appunto, solo un modo per compensare e mettere a tacere quel dolore almeno per un po', ed il fatto che solo in quel momento dopo ore ed ore di ricerca gli fosse venuto in mente un pensiero simile l'aveva folgorata.
Silente le aveva raccomandato più volte di non impicciarsi negli affari del tempo, nè di tornare nel passato per cambiare alcuni avvenimenti... ma quella volta per Sirius avevano avuto il permesso Harry e lei.
Avevano avuto il consenso di cambiare il passato e di conseguenza il futuro del padrino e di Harry.
Strinse la bacchetta tra le mani per poi chiudere gli occhi, trattenendo a stento le lacrime dovute alla rabbia; mai in vita sua aveva pianto così tanto come in quell'ultimo anno.

"Signorina Granger?!" quella voce la spaventò, l'ambiente che la circondava era diverso, quando era andata in biblioteca?
Alcuni libri giacevano sul tavolo a cui era seduta, affiancati da una boccetta d'inchiostro, una piuma candida e una pergamena ingiallita. L'enorme stanza era completamente vuota, tranne per la prensenza di lei e di un'altra persona, la stessa che aveva pronunciato il suo cognome.
Si guardò, indossava gli abiti della divisa scolastica e sul cardigan grigio aveva la spilla da Prefetto.
"Cosa significa? Sto sognando di nuovo?" quasi lo urlò disperata, lei non voleva sognare.
"Diciamo che possiamo definirlo come un sogno, sì, signorina Granger" proferì la voce rivelandosi: Albus Silente era di nuovo lì, davanti a lei, nella sua tenuta sgargiante, il cappello a punta, la folta barba argentea e gli occhi chiari coperti dagli occhiali a mezza luna.
"Cosa ci fa lei qui?"
"Per aiutarla, ovviamente" il tono allegro quasi le fecero dubitare di essere in un sogno.
"In cosa? Non capisco..."
"Stia tranquilla e si sieda, le spiegherò tutto" entrambi si accomodarono su quelle sedie in legno del tutto scomode e spigolose.
"Come le ho detto, quel 2 maggio troppe vite sono andate perdute. Tra quelle vite ve ne è una in particolare, quella del signor Weasley" Hermione deglutì a quelle parole "La sua vita è stata stroncata per sbaglio troppo in fretta e lei, signorina Granger, ha un ruolo fondamentale... per questo sono qui, da lei"
"E' solo la mia immaginazione, vero? Il dolore mi sta facendo impazzire ed ora ho le allucinazioni" entrambi alle parole della ragazza risero amaramente.
"Può credere quel che vuole, giovane Granger, ma se tutto ciò fosse reale cosa farebbe?" le chiese veloce e sicuro l'uomo dinanzi a lei, lo guardò per un tempo non definito fino a sorridere "Farei tutto ciò che è in mio possesso" rispose, incupendosi subito dopo "Ma c'è un problema: tutte le giratempo sono andate perdute durante la lotta al Ministero" proseguì abbassando il volto sconfortata: ricordava ancora quella lotta cruenta per salvare Sirius e la profezia.
"E' ciò che il Ministero vuole far credere: una sola giratempo è ancora integra, ed è qui, al castello" gli occhi di Hermione parvero illuminarsi a  quelle parole.
"Non ci credo" sussurrò portandosi contenta le mani alle labbra tremanti "Vada, signorina, e ripristini quell'unica vita a cui il destino è stato cambiato per sbaglio" l'uomo si alzò nuovamente, compiendo un piccolo inchino; ma prima di potersene andare venne fermato nuovamente dal richiamo della ragazza "Perché proprio io?"
"Perché lei è l'unica che può riuscirci" e di nuovo quel fumo celeste che lo portò via con sè.

Un flebile raggio le colpì le palpebre pesanti, la testa le doleva così come alcune articolazioni del corpo. Cercò di mettersi in una posizione comoda per potersi sgranchire gambe e braccia e si guardò intorno: si era addormentata nell'ufficio del Preside.
Si alzò uscendo e guardandosi intorno, non voleva incontrare nessuno e tanto meno voleva essere vista da qualcuno.
Nessuno doveva sapere che Hermione Granger, la so-tutto-io più petulante degli ultimi dieci anni, era presente al castello.
Sperava con tutta se stessa che la biblioteca fosse vuota, così da potersi infilare all'interno e fare le sue ricerche senza essere vista e senza essere interrotta.
Velocemente percorse il lungo percorso, alzando di tanto in tanto qualche colonna crollata per aprire il passaggio. Una volta davanti alla biblioteca si guardò intorno furtiva, prese un respiro profondo ed entrò: le parole di Silente le rimbombavano ancora nella testa e l'unico modo per metterle a tacere era provare che tutto ciò fosse vero o meno.
Si avviò al suo solito posto, quello a cui preferiva sedersi durante i suoi pomeriggi passati tra i libri e l'odore d'inchiostro. La polvere ricopriva l'intero banco di legno scuro e quasi le venne nostalgia e malinconia nel vederlo ridotto in quello stato. Guardò le copertine di tutti i libri presenti in quel settore ed uno di loro attirò la sua attenzione in modo particolare. Non ricordava un libro di quelle dimensioni e colore.
La copertina dorata e intagliata con alcuni ghirigori eleganti che s'intrecciavano tra loro, le pagine sottili ed argentate erano un netto contrasto con la copertina scintillante. Lo sfogliò con delicatezza, con timore di strappare o rovinare qualcosa di così tremendamente delicato e prezioso.
Spalancò gli occhi incredula quando, dopo essersi appoggiata contro la libreria questa si spostò producendo un gran baccano. Si girò notando alcune scale, erano sempre state nascoste sotto la libreria?
Chiuse il libro portandoselo al petto, stringendolo tra le braccia timorosa, e una volta guardatasi nuovamente alle spalle e constatando l'assenza di persone, scese lentamente le scale.
La libreria tornò al suo posto facendola finire nel buio totale "Lumos" sussurrò illuminando il piccolo ambiente; continuò a scendere la gradinata di marmo, i suoi passi rimbombavano ed ogni suo respiro creava una piccola nuvola di condensa dinanzi al suo volto.
Una volta conclusa la discesa sulle scale si ritrovò davanti una piccola saletta: alcune ragnatele scendevano dal soffitto, coperte da polvere ed insetti.
Al centro su un piccolo piedistallo completamente in pietra vi era un cofanetto, completamente in legno ed intarsiato con i ghirigori simili a quelli presenti sul libro.
Si avvicinò sfiorando il cofanetto: era completamente coperto di polvere e l'aria puzzava di vecchio e muffa.
"Alohomora" sussurrò su di esse, battendo la bacchetta contro il legno, ma il cofanetto non si aprì. Sbuffò stressata, come poteva fare?
Evocò una fiammella celeste, quelle che era solita usare al terzo anno e chi si portava dietro chiuse in un barattolo: la stanza diventò più calda - solo in quel momento si era resa conto dei brividi di freddo - e luminosa.
Strinse maggiormente il libro al petto e sobbalzò: e se la chiave fosse nel libro?
Afferrò il confanetto ed il libro, richiamò la fiammella celeste e tornò su per le scale, con un colpo di bacchetta spostò la libreria e uscì respirando nuovamente aria pulita e priva di muffa.
Con passo veloce uscì dal castello, si girò un'ultima volta prima di smaterializzarsi: Hogwarts era così triste da guardare.
Col cuore in gola strinse maggiormente il libro tra le braccia, a casa avrebbe pensato a come aprire quel confanetto e cosa fare.

Ringrazio davvero di cuore chi mi sta lasciando il suo parere più sincero, appena posso provvederò a rispondere ai vostri commenti!
Grazie davvero tanto.

Lost in time ~ FremioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora