38장~ L'ufficio

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🌙38.사무실🌙

"Take my hands now, you are the cause of my euphoria"

«Yoona, vai via.» la voce di Taehyung divenne incredibilmente bassa ed inquietante. Non era più calmo, era arrabbiato. Lo vidi massaggiarsi il fianco destro con la mano, poi la mise di nuovo dentro la tasca dei jeans. «È come se mi avessi tradito, Tae Oppa!» continuò la riccia con gli occhi in lacrime. Il moro liberò una risatina e agitò la testa guardandola. «Ti ho detto o no che per te non provavo nulla?» le domandò acido, facendo mezzo passo verso di lei, che lo guardava con gli occhi lucidi. «Ma hai detto che per me provavi affetto, che il fatto che mi chiamassi come la tua tata ti faceva sentire a casa e al sicuro.» rispose asciugandosi gli occhi. Taehyung rise. «Ah, Yoona, Yoona. Ma non lo sai come sono fatto? Per avere quello che desidero farei di tutto.» disse con un ghigno. «Mi hai usato solo per avere informazioni?» gli chiese lei, avvicinandosi a lui di un po'.

Taehyung mostrò il suo sorriso sghembo, uscendo dalla tasca la mano e guardando l'orologio Gucci che aveva al polso. «È tardi. Le lezioni stanno per iniziare, Iseol dovresti scendere.» disse calmo, girandosi verso di me. Quella calma non l'aveva mai mostrata nei miei confronti. Lo guardai male e lui ammiccò con quella sua solita arroganza. «Prima che vada secondo me deve sapere qualcosa.» disse Yoona dietro di lui con mezzo sorriso, facendo chiudere gli occhi a Taehyung che con rabbia visibile in viso continuò a stare girato dalla mia parte. «Vai Iseol.» continuò a denti stretti, facendomi paura, ma rimasi ferma. Anche la riccia sapeva il motivo di tutto? «Vuoi sapere perché Taehyung ti sta trattando in questo modo?» mi domandò facendo una bolla con il chewing-gum e scoppiandola poco dopo. «Vattene.» il moro mi guardò malissimo e pronunciò quelle parole a denti stretti, sempre più arrabbiato. Agitai la testa. Sapevo che mi sarei messa solo in guai seri, ma avevo bisogno di sapere. «No. No Taehyung. Sono stanca di questa situazione!» esclamai in lacrime. Il moro mi fulminò con lo sguardo, poi si voltò verso la riccia e la guardò. «Sai cosa ha fatto tuo fratello, Song Iseol? E quello che sta facendo tuo padre?» mi domandò divertita. Quello che stava facendo mio padre?  Era una cosa recente quindi? Agitai la testa, aspettando che Yoona parlasse mentre Taheyung faceva lo stesso e rideva. «Tre anni fa...» iniziò a dire, ma venne interrotta dal moro che iniziò a battere le mani e a guardarla ridendo.

Yoona si fermò. Per alcuni secondi il silenzio fu disturbato solo dalle mani di Taehyung, che continuò a battere senza dire nulla, poi mise le mani dentro le tasche dei pantaloni e fece spallucce. «Fai pure, diglielo pure ma vedi, poi tutta Seoul saprà della truffa allo stato che ha fatto tuo padre.» rise Taehyung. Yoona spalancò gli occhi, guardandomi come se avesse visto un fantasma. «C-come lo sai?» gli domandò lei preoccupata. Il moro mostrò il suo ghigno. «Te l'ho detto, so tante cose. Le informazione che mi hai dato tu, in confronto a quelle che so io sono niente. Mi mancava solo un pezzo del puzzle, e dato che tu sei figlia di un poliziotto e sei quindi molto vicina ai membri della squadra ho chiesto a te, ma non deve essere di certo bello sapere che tuo padre, così devoto al lavoro e al servizio dello stato, in realtà lo abbia truffato.» alzò un sopracciglio. Yoona strinse i pugni e mi guardò dura. «Vattene.» disse, facendomi segno con la testa verso le scale. «Che c'è?  Non vuoi più dirle niente?» domandò il moro. La riccia lo ignorò. «Mi hai sentito? Vattene!» alzò la voce in lacrime.

Perplessa e arrabbiata passai accanto ai due e andai per scendere le scale, quando la voce di Taehyung vibrò dietro di me. «Per non avermi ascoltato prima, dopo facciamo i conti noi due.» Annuii con le lacrime agli occhi e corsi di sotto. La confusione era aumentata anche troppo. Perché gli altri potevano sapere tutto della mia famiglia ed io no? Anch'io volevo sapere che era successo tra di loro, anch'io volevo risposte, ma Taehyung non me le avrebbe date. Nessuno me le avrebbe date. L'unica soluzione era quella di curiosare tra le cose di mio padre, e lo avrei fatto!

«Iseol-sshi.» la voce di Yoongi, calma e vellutata come sempre mi fece voltare. Presa dai miei pensieri non lo avevo nemmeno visto arrivare. Lo guardai con gli occhi ancora umidi e lui sospirò. «Non è nemmeno iniziata la scuola e già sei in questa condizioni. Che ti ha fatto Taehyung?» mi chiese avvicinandosi. Agitai la testa ed evitai di guardarlo. «Che t'importa? Tanto non farai nulla. Non fai mai nulla tu, quindi lasciami in pace.» dissi passandogli accanto, ma lui mi afferrò il braccio. «Sono sempre stato dalla tua parte, se non ti dico quello che è successo è solo per il tuo bene, credimi.» disse con gli occhi lucidi, guardando i miei. «Se non sarai tu a dirmelo lo scoprirò da sola.» dissi liberandomi dalla sua presa e correndo in classe. Ero pronta a correre il rischio, avrei curiosato tra la roba di mio padre.

*

Aspettai con ansia che i miei genitori uscissero e che Chanyeol andasse a fare volontariato, poi entrai nell'ufficio che mio padre aveva in casa e chiusi la porta. La sua scrivania era ricoperta di carte, e l'ufficio era vagamente messo in disordine. Mi sedetti sulla sedia e guardai quelle carte poste sul piano liscio. Tra quei documenti non c'era nulla che riguardasse Taehyung, erano solo carte di denunce... Mi alzai dalla sedia e cercai più a fondo. Anche papà, come Taehyung, aveva una lavagnetta a muro. La guardai con attenzione e mi mancò il respiro per un po'. Vi erano solo due foto su quella lavagna: Quella di un uomo che assomigliava vagamente a Taehyung e quella di quest'ultimo, ma la foto del moro era trafitta da una freccetta, proprio sulla fronte. Misi una mano sulla bocca ed indietreggiai. Che stava succedendo? Perché mio padre aveva trafitto la faccia di Taehyung? E suo padre che ci faceva su quella lavagna? Agghiacciata mi voltai verso il tavolo di nuovo, quando tra la scrivania e i piedi della sedia vidi la cartella da lavoro di mio padre. Corsi ad afferrarla e tirai fuori tutti i documenti che vi erano dentro. La cartella di Sehun mi incuriosii, ma non avevo tempo. Afferrai la cartella con scritto 'Kim Ji-Woo' e la guardai. Kim era il cognome più diffuso in Corea, non ero sicura che si trattasse del padre di Taehyung, ma non appena aprii la cartella gialla piena di fogli ne ebbi la conferma. Era la stessa foto che mio padre aveva appeso alla lavagna, vicino a quella del figlio.

'Kim Ji-Woo, 1973/03/12

Scomparso: 2015/01/7

Ricercato da due anni.

Colpa: Mafia'

Rimasi di ghiaccio. Il caso di cui si occupava mio padre da due anni era quello del padre di Taehyung.  Suo padre era un mafioso, ecco perché il moro aveva tutte quelle pistole in casa. D'improvviso alcune cose avevano senso! Continuai a sfogliare quelle pagine, con le mani che mi tremavano.

'Park Ha-Neul 1974/02/05- 2015/12/27

Investita.'

La foto della mamma di Taehyung era un po' stropicciata, ma la riconobbi dalla foto che avevo visto a casa del moro. «Non è possibile.» sussurrai tra me e me, guardando la foto di Taehyung. Il suo sorriso era sincero e puro, come quello che aveva rivolto alla bambina dell'orfanotrofio quel giorno al super market.

'Kim Taehyung 1998/12/30

Possibili collegamenti a mafia.'

Agitai la testa, posai tutto dentro la cartella e andai per uscire, quando il mio telefono squillò, facendomi sobbalzare. Lo afferrai con le mani che mi tremavano e guardai quel numero.

Taehyung.

•The Devil Wears Gucci| Kim Taehyung|🦋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora