64장~ Pianti

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🌙64.소리🌙

"Ho camminato in equilibrio su di me, mischiando il tuo sorriso alle mie lacrime."

«Il cuore ha ripreso a battere!» disse uno degli infermieri che era buttato sul corpo di Taehyung nel disperato tentativo di salvarlo.

Ero appena arrivata ed avevo già assistito a quelle scena tanto dolorosa.

Quella mattina era stata forse più difficile del giorno prima. Non riuscii a dormire per nulla alla fine, la stanza di Jong Suk era confortevole, ma quei pensieri mi struggevano l'anima. Il mio cuore faceva malissimo e non riuscivo a smettere di pensare a Taehyung. Erano le sette di mattina quando decisi di alzarmi dal letto e cercare di liberare la testa da quei pensieri. Con le gambe mi tremavano ed il stomaco era contorto dall'ansia scesi le scale a chiocciola che portavano alla cucina sperando di trovare Jong Suk sveglio. Le mie speranze però furono spezzate. Il moro era addormentato. Risi della sua posizione e lo guardai grata. Era rimasto a dormire in salotto per colpa mia.

Jong Suk era seduto sul divano, ma il suo busto era completamente ributtato sul tavolino di vetro che era posizionato ai piedi di esso, dei fogli rivestivano il medesimo e gli occhiali erano a terra insieme ad una penna e una gomma da cancellare. Mormorò qualche parola che non riuscii a comprendere, quando si girò sul lato destro e cadde sul pavimento. Scoppiai in una risata fragorosa, mentre il moro confuso si svegliava, sedendosi sul tappeto e scompigliandosi i capelli. «N-non è vero! N-non l'ho mangiata io l'ultima f-fetta!» esclamò ancora addormentato, facendo penzolare la testa. Rimasi a guardarlo divertita, quando si svegliò completamente e ancora confuso si guardò attorno con gli occhi socchiusi. Dalla veranda entrava un fascio di luce tiepida, che illuminava l'enorme cucina di Jong Suk, ma che non riscaldava nulla, tanto meno il mio cuore congelato a quel ricordo tanto doloroso di Taehyung di fronte a me, con le braccia aperte. «D-dove sono?» mi chiese grattandosi la testa, continuando a tenere gli occhi chiusi. Lo guardai ridendo e agitai il capo. «A casa, dove vorresti essere?» risposi divertita, cercando per almeno qualche secondo di dimenticare quel dolore che mi faceva tanto male.

Jong Suk mi guardò ancora assonnato, poi cercò di alzarsi da terra, ma inciampò sul tappeto, ed il moro cadde con la faccia in avanti, facendomi prendere un colpo. Corsi verso di lui cercando di trattenermi dal ridergli in faccia, mentre lui ancora mezzo addormentato e con la faccia sul pavimento si lamentava. «Oppa! Va tutto bene?» gli domandai trattenendo la voce. In risposta il moro si lamentò. «Ah! Ho come l'impressione di essermi rotto il naso!» piagnucolò con la voce roca. Alzò la faccia verso di me e quasi risi della sua espressione. «Non è rotto, se lo fosse stato a quest'ora il tuo pavimento sarebbe rosso di sangue.» dissi sorridendo, con gli occhi che mi bruciavano ancora di lacrime a causa di Taehyung. Il moro sorrise.

Si alzò da terra e sbadigliò sonoramente mentre ancora mezzo assonnato si avvicinava alla cucina e prendeva da una degli sportelli una teiera. Era vestito come il giorno prima: indossava una felpa rosa pesca che sul suo viso dolce stava benissimo e un paio di jeans neri e stretti. Jong Suk sbadigliò ancora mentre la riempiva di acqua. «Come mai sei sveglia così presto? Sono ancora le sette.» disse con la voce roca mettendo la teiera sul fuoco. Feci spallucce e lo guardai imbarazzata mentre lui con mezzo sorriso ed i capelli arruffati si appoggiava al piano della sua cucina e mi guardava con gli occhi socchiusi. «Non sono riuscita a dormire.» risposi semplicemente, guardando tutto tranne che lui. Il moro sospirò aprendo gli occhi, io invece cercavo di mantenere la calma e di non perdere il controllo di nuovo. «Iseol-sshi, credimi, andrà tutto bene. Taehyung è come l'erba cattiva. Non ti libererai facilmente di lui.» alzò le spalle sorridendo. Lo guardai grata e lui sorrise un'altra volta. Anche di prima mattina era bello. «Grazie Oppa.» dissi in lacrime, abbassando lo sguardo. Lui si spostò dal piano in cui stava appoggiato e prese la mia guancia tra le dita. «Facciamo colazione e andiamo da lui.» ammiccó.

Gli sorrisi dolcemente mentre lui prendeva dalla credenza due bustine di tè e le metteva dentro due tazze bianche. Mi sedetti a tavola mentre lui le posava sul piano insieme ad una biscottiera. Mangiammo velocemente, perché l'ansia di andarlo a trovare mi stava torturando. Jong Suk fece una doccia veloce, poi finalmente partimmo per quel posto in montagna dove era tutto successo. Sperai vivamente che l'intervento fosse andato per il verso giusto mentre parcheggiava l'auto, dopo un viaggio che sembrava esser durato ore e ore. Con l'ansia che mi perforava cercammo la sua stanza e quando la trovammo mi sentii male.

Jungkook, Hoseok, Jimin, Jin, Namjoon e Yoongi erano sulla soglia della porta. Tutti e sei erano in lacrime e stringevano le loro bocche, mentre gli infermieri erano buttati sul corpo di Taehyung e stavano di nuovo cercando di far ripartire il suo cuore. I pianti di tutti loro echeggiavano in quel corridoio bianco e silenzioso. «Libera!» urlò uno di loro, mentre Jungkook in preda alle lacrime guardava la scena terrorizzato. «Hyung!» sussurrò in lacrime, mentre Yoongi lo prendeva tra le braccia e lo stringeva forte. Gli occhi mi si riempirono di lacrime, mentre Jong Suk mi prendeva tra le sue braccia e mi stringeva forte a sé. «Il cuore ha ripreso a battere!» disse un altro infermiere, sospirando e asciugandosi la fronte sudata. «Va tutto bene adesso, non preoccupatevi.» continuò mettendo la mano sulla testa di Jungkook e uscendo dalla stanza.

Tutti sospirano di sollievo ed entrarono di nuovo nella stanza del biondo. Jungkook corse a prendere la mano di Taehyung in lacrime e si mise in ginocchio davanti a lui. Nessuno si era accorto della mia presenza e di quella di Jong Suk, rimasi quindi sulla soglia della porta senza sapere se entrare o no. Avevo paura della reazione di Jungkook.

Yoongi alzò lo sguardo sui nostri e sorrise dolcemente, facendo voltare anche gli altri. «Iseol-sshi!» esclamò Jimin ancora scosso, mentre Jungkook di spalle m'ignorò. Cercai di sorridere mentre Jong Suk con una mano mi incitò ad entrare. Con riluttanza lo feci e guardai gli altri dispiaciuta. «M-mi dispiace Jungkook.» sussurrai in lacrime. Lui abbassò la testa piangendo, poi la rialzò sul viso di Taehyung. «Non è colpa tua.» singhiozzò il corvino. Stavo per rispondere, quando la sua voce rotta dalle lacrime parlò di nuovo. «Hyung! Hyung, va tutto bene?» disse alzandosi da terra e guardando il biondo che aveva appena aperto gli occhi.

•The Devil Wears Gucci| Kim Taehyung|🦋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora