5.

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Ripper aprì gli occhi. Era in quel cazzo di letto a castello. Non c'era nessuna radura, né mostri alti come grattacieli. Gary, che dormiva sul letto di sopra, ronfava come un facocero.

Ripper si alzò e andò in quella specie di soggiorno-cucina-stanza da pranzo tutte in una. Il sogno si agitava in quel suo testone.

«Fanculo», disse alla stanza vuota, o forse al sogno stesso.

Si voltò e vide Pete entrare. Aveva gli occhi chiusi ed era scalzo. Si stringeva nelle braccia e tremava come se avesse freddo.

«Yo, nanetto», fece Ripper.

Pete non rispose né aprì gli occhi. Strinse con forza le palpebre, si fece spuntare un piccolo canyon in mezzo agli occhi, sollevò una mano e puntò un dito verso il pavimento. Una fiamma grande come il cazzetto di un chihuahua sgorgò dallo spazio fra due assi.

«Ma che cazzo...»

Pete strizzò di nuovo le palpebre e la fiamma si mangiò mezzo legno. Il piccolo si avvicinò, si inginocchiò e accostò i palmi al fuoco. Il cipiglio si spianò. Ripper gli si avvicinò e allungò una mano.

«Fermo!»

Alzò gli occhi. Manny stava sulla soglia. Sembrava più preoccupata che mai.

«Non lo toccare. Ѐ sonnambulo. Se lo svegli rischi di ammazzarlo e di ammazzare noi.»

«Ha puntato un dito e il pavimento ha preso fuoco», disse Ripper. «Come cazzo ha fatto?»

Manny raggiunse il tavolo, prese la birra che Ripper non aveva finito e la vuotò sul piccolo fuoco. La fiamma si spense con un fsss appena mormorato.

«Può dare fuoco alle cose», spiegò Manny mentre posava la bottiglia. «Le guarda, si concentra e manda tutto in fumo. Non so come faccia. Forse è colpa di quella bufera radioattiva che ha mandato in malora mezzo mondo.»

Si chinò, cinse con dolcezza le spalle di Pete e lo fece alzare. Lo condusse fuori della stanza, fino in camera da letto. Lo fece distendere e gli rimboccò le coperte, poi tornò da Ripper.

«Una volta si è svegliato di colpo mentre passeggiava nei pressi di un bosco. Si è trovato davanti un lupo a due teste e per lo spavento ha incenerito lui e l'intero bosco.»

«Cristo, è come una bomba al napalm», fece Ripper.

«Già, solo che non sei tu a decidere quando sganciarla. Fa tutto da solo. E quando si muove nel sonno è ancora più pericoloso, perché non si rende conto di quello che fa.»

Ripper guardò l'alone di bruciato sul pavimento. «Io faccio strani sogni che a volte si avverano», disse di punto in bianco.

«Del tipo?» chiese Manny.

«Del tipo che io, Polifemo e due nanetti ci imbuchiamo in una riserva indiana.»

Manny restò a bocca aperta. «Sei un veggente?»

«Un che?»

«Uno che prevede il futuro.»

«A volte. Ma spesso non succede un cazzo di niente.»

Ripensò alla creatura della radura. Quello era un sogno che non voleva veder realizzarsi.

Manny guardò il pavimento e prese a tormentarsi le mani.

«Che ti piglia?» le chiese Ripper.

«Io... riesco a muovere gli oggetti senza toccarli», disse Manny. «Solo quelli piccoli, e non ci riesco sempre.»

La Compagnia degli SpiantatiWhere stories live. Discover now