13.

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La volta precedente c'era luce. Stavolta no. Sta volando nel buio più totale. Non sa dove stia andando ma si fida del proprio intuito. Ha come un radar nel cervello, o qualcosa di simile, che lo informa se un oggetto gli si para davanti e di quanto debba virare per evitarlo. Si tratta di una capacità assai più complessa e sviluppata di quella usata dai pipistrelli. Per un attimo ha il dubbio di essere uno di quegli uccelli mutanti che occupavano le cavità oculari del teschio ciclopico. Ma come diavolo è potuto succedere?

Non ha tempo per trovare una spiegazione, perché una forma che irradia luce si profila nel buio. La vede con chiarezza, e capisce che non può essersi trasformato in uno di quegli uccellacci rugosi e spennacchiati, perché quelli non ci vedono.

Scende di qualche metro, avvicinandosi a quella forma lontana, e più si avvicina, più quella cresce. La luce che la cinge ha il colore del brandy e dentro ci vortica del pulviscolo. Ѐ come se avesse un faro con un filtro colorato puntato sotto i piedi che la segue costantemente. Continua a scendere sfruttando le correnti d'aria. Ora è abbastanza vicino da vedere che la forma è in realtà la Cosa Che Cambia. Le sue dimensioni si sono ridotte notevolmente, ma resta sempre enorme. E si sposta senza toccare terra. Il suo corpo è etereo come quello di un fantasma, e cambia in continuazione. L'unica parte solida, che non muta mai, è la faccia, se così si può chiamare. La Cosa Che Cambia alza il viso e lo vede. Sembra che la presenza di quel... qualunque cosa sia che gli svolazza in testa, la infastidisca. Le pietre nere che ha per occhi guardano la creatura svolazzante. La luce che lo circonda inizia a pulsare. Il pulviscolo vortica veloce come un'elica.

Una vibrazione seguita da uno spostamento d'aria. La sente arrivare grazie all'udito super sviluppato e compie una rapida virata. Una corrente d'aria gli passa accanto come lo starnuto di un titano. La Cosa Che Cambia ci riprova, ma ancora una volta manca il bersaglio. Allora cambia tattica. Il pulviscolo inizia a ruotare in senso contrario. Le pietre nere si fanno roventi. Di nuovo quella vibrazione, ma stavolta non è una massa d'aria lanciata a folle velocità. Un vortice di fuoco appare dal nulla e schizza in alto.

Riesce di nuovo a evitarlo, ma per poco. Una vampata di calore lo riscalda e ha il tempo di pensare che sarebbe potuto finire come un pollo arrosto. Compie una rapida virata e si allontana, ma la Cosa Che Cambia non vuole concedergli alcun vantaggio. L'ennesima vibrazione scuote l'aria. Lui l'avverte con i suoi sensi sviluppati oltremisura e cambia subito direzione, volteggiando con grande eleganza. Si aspetta di percepire un'onda d'urto o una vampata di calore, ma non succede. Si accorge però che il cielo ha cominciato a rumoreggiare. Guarda in su e vede una luce balenare nei nuvoloni. Il cielo si schiarisce la gola. Qualche goccia gli piove sulla schiena, poi viene giù a secchiate. Ѐ pioggia acida, e brucia come il fuoco dell'inferno.

Non può evitarla. Può solo bruciare.

La Cosa Che Cambia riprende a muoversi. La pioggia non ha effetto su di lei. Le consuma le foglie che ha per palpebre e le ossida appena gli occhi di pietra, ma lei nemmeno se ne accorge. Mette piede in una città che si apre nel bel mezzo del deserto. Ѐ una città che ha resistito all'Apocalisse. Gli edifici sembrano sfidare la vasta distruzione che li circonda.

Lui perde quota. Le gocce sono come proiettili. Inizia a cadere verso la città come un meteorite.

L'ultima cosa che vede, prima che gli occhi si sciolgano, è una grottesca Statua della Libertà con una mano mozzata.

La Compagnia degli SpiantatiWhere stories live. Discover now