4. One Thing.

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One Thing - One Direction

La punizione non è stata una punizione vera e propria. Alcuni testimoni hanno detto al preside che era stata la barbie di silicone ad incominciare, e lui ha capito. Ha anche visto i filmati dalle telecamere della sicurezza. Ma, comunque io sono ricorsa alle mani, perciò, sono costretta a pulire il bagno domani pomeriggio. La barbie è stata sospesa per un giorno, considerando di aver detto che volevo suicidarmi, e che potevo benissimamente farlo. 'Fanculo, non ti darò mai questa soddisfazione, e poi, non potrei mai farlo. È una cosa troppo stupida il suicidio, secondo me.

Mia mamma mi aveva confiscato il computer per una settimana. Lì ho fatto storie e ho detto cose pensanti. Molto pensanti. Le ho buttato addosso parecchi insulti. Mi ha dato uno schiaffo e io ho reagito mandandolo a quel paese per poi chiudermi in camera. Se mi avesse levato il cellulare, avrei incendiato casa. Non perché sono dipendente dai social o WhatsApp, anzi, non me ne frega nulla. Io sono dipendente dalla musica, e non avendo un iPod, ascolto la musica dal cellulare.

Prendo il block notes dove scrivo le mie canzoni, che fanno pena a parer mio, e inizio a scriverne una nuova.

Quando ho finito, chiudo la penna insieme al quaderno, e mi stendo sul letto. Ricevo un messaggio.

Sconosciuto;

Ehilà Britney Spears.

Guardo il messaggio senza capire. Poi ricordo.

'' Chi sei? Britney Spears? ''

Sunshine :
Sei Austin?

Sconosciuto
Yes, baby.

Sunshine :
Come hai fatto ad avere il mio numero?

Austin :
conoscenze. ;-)

Mi scappa una risata buffa.

Austin :
l'altra volta ho visto che eri triste, e quindi ho chiesto il tuo numero al professore di scienze, e lui me l'ha dato. Ho intuito che conosceva bene tuo padre.

Sunshine :
Ormai è come se facesse parte della famiglia.

Austin :
Bene, mi piace quel professore.

Sunshine :
Perché ti sei fatto dare il mio numero?

Austin :
Mi stai simpatica, e poi tu non hai amici, e nenache io, quindi... Potremmo essere amici !!!

Sorrido scuotendo la testa.

Sunshine :
Perché vorresti essere mio amico? Insomma, nessuno è mio amico.

Austin :
È davvero triste questa cosa che hai detto...

Sunshine :
È la dura verità.

Austin :
Beh, io sono qui per cambiarla!

Sunshine :
Sei davvero intraprendente.

Austin :
E non hai visto ancora niente. ;-)

Rido sinceramente alla sua sfacciataggine.

Sunshine :
Bene, è stato un piacere parlare con te, Austin. Adesso devo andare.

Austin :
Okay bella, ci vediamo a scuola domani.

Sorrido e chiudo la chat. Sinceramente non capisco tutta la sua confidenza,però mi sta bene. Non sono una di quelle ragazze che non amano attaccarsi subito. Io, se sono certa di una persona, lego molto e subito. Austin mi trasmette serenità e spensieratezza.
Presa dalla noia mi alzo dal letto e vado vicino alla finestra. Mi affaccio e vedo Damian dalla finestra. Lo osservo, sta parlando al telefono con qualcuno, e in modo molto animato. La porta della mia camera si apre di scatto rivelando mia madre.

« Dobbiamo parlare. » dice guardandomi negli occhi. La guardo e provo soltanto un forte disgusto. 

« È importante? Non ho assolutamente voglia di parlare con te. » dico voltando lo sguardo verso la finestra  che affaccia sulla camera di Damian. 

« È importante, riguarda la nostra famiglia. » 

Scoppio a ridere amaramente. « Famiglia? Quale famiglia? » 

« Sunshine... » 

« Io e te non siamo più una famiglia da quando papà è morto e ti sei comportata come se non ti importasse di nulla. » mormoro guardando la finestra.

« È una cosa importante, ascoltami per una buona volta! » sbuffo e sto zitta.

Sospira e con molta nonchalance dice ; « David e Damian verranno a vivere qua. »

« CHE COSA? » urlo con le lacrime agli occhi. Lei... lei non può! Oh mio Dio non voglio crederci.

« Hai capito. Io lo amo, ci amiamo, e basta. Così sarà fatto. Domani vengono a portare le loro cose qua. »

« Mi fai schifo. Dormirai con lui nello stesso letto dove hai dormito con papà. » sibilo. Lei mi da uno schiaffo che mi fa voltare la testa.

« Comportati bene domani, sennò ci saranno delle conseguenze. »

Faccio un sorriso amaro. « Mi picchierai? Cos'è che farai? Mi caccerai fuori di casa? Perché se mi caccerai, puoi farlo anche ora. »

Lei ride amaramente. « E dov'è che andresti? In Inghilterra dalle tue zie? Non ti vogliono. »

Poso il mio sguardo a terra e faccio un respiro profondo. « Ovunque, basta che sia lontano da te. » lei rimane un po' sorpresa, ma fa finta di nulla e se ne va.  

Infilo le cuffie nelle orecchie e poi esco di casa dalla finestra. Ho imparato a farlo quando io e Damian, da piccoli, volevamo giocare ma i nostri genitori ce lo impedivano perché era troppo tardi. Lui si faceva trovare subito sotto la finestra e aspettava che io scendessi. Scavalco la finestra e poi metto il piede destro sul tetto. Metto entrambe le gambe attorno al palo di ferro, che prima era un palo della luce, e scendo da quest'ultimo. Appena sono giù, mi levo i guanti che ho messo prima di scendere e mi sistemo il leggins e la felpa lunga su di esso. Appena alzo lo sguardo incontro quello di Damian che mi guarda dalla finestra.

Lo guardo solo per un breve istante, poi vado a fare un giro per la città, sperando che tutto questo mi distragga da tutto quello che sta accadendo.

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