11. Stitches

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Stitches - Shawn Mendes

« Allora, quindi, ricapitolando, il tuo colore preferito è il rosso. » io annuisco mentre scoppio a ridere. 

« Non è che adesso devi imparare tutte le cose che mi piacciono e che non mi piacciono. » gli dico mentre lui scoppia a ridere. Siamo in un fast food, è stata un improvvisazione. Stavamo parlando al telefono e lui ha proposto di fare un giro. 

« Sai quante ragazze vorrebbero stare al tuo posto, in questo momento? » alzo gli occhi al cielo per non rispondere in maniera tagliente e sgarbata. 

« Sei poco modesto. » mormoro mentre bevo un po' di coca cola. Lui alza le spalle e continua a guardarmi. 

« Sono realista. » risponde guardandomi negli occhi. Continuo a guardarlo senza sapere cosa dire. 

« Che intenzioni hai? » chiedo di scatto. Lui mi guarda attentamente e poi posa i gomiti sul tavolo. Avvicino il viso al mio e i nostri nasi non si sfiorano per un pelo. 

« Perché devi programmare tutto, Sunshine? » chiede quasi sussurrando. Lo guardo negli occhi con tutta la sicurezza di questo mondo. 

« Questo non è programmare, è volersi difendere da qualcuno che non ha le tue stesse intenzioni. »  ribatto senza distogliere lo sguardo. 

« E quali sono le tue intenzioni? » chiede con un sorrisetto. Mi allontano da lui e mi rilasso sulla sedia. 

« Non lo so, le mie sono solo supposizioni. » scrollo le spalle e lui mi guarda assorto nei suoi pensieri. 

« E quali sono le tue supposizioni? » mi chiede mordendosi il labbro. 

« Il fatto che tu sia uno stronzo non migliora di certo i miei pensieri su di te. Sai quante ragazze ti hanno maledetto perché le hai illuse e fatte soffrire? » chiedo incrociando le braccia al petto. 

« Si, lo so, ma tu non sei le altre Sunshine. O sbaglio? » 

Faccio un sorrisetto. « Stai cercando di conquistarmi? » 

Lui fa una facci buffa. « Forse... » scoppio a ridere e scuoto la testa. 

Dopo un paio di minuti di silenzio imbarazzante, ci alziamo e dopo aver pagato andiamo via. 

« La prossima volta pago io. » esclamo quando siamo nella sua macchina. Lui fa un sorriso sfacciato. 

«Quindi... ci sarà una prossima volta? » alzo le spalle e lo guardo con un sorriso. 

« Questo dipende da te. » lui scuote la testa mentre sorride sinceramente non sapendo cosa dire. 

Mi riporta a casa, e nel tragitto non faccio altro che pensare a quanto sono stata bene con lui. Chase Lewis non è male come pensavo. L'ho sempre visto come uno stronzo che non tiene a nessuno e che odia tutti. Eppure, stasera, non lo è stato, non è stato uno stronzo. 

« Allora... ci vediamo domani a scuola? » chiede e io annuisco mentre scendo dall'auto. Mentre sto per incamminarmi verso la porta, sento una mano prendermi per il braccio. Mi giro e lo vedo dietro di me. 

« Non ti sei dimenticata nulla? » chiede sussurrando. 

« Mhhh, si! Le chiavi di casa! » esclamo e lui alza gli occhi al cielo. 

« Ha ha ha , spiritosa. » mi avvicino lentamente a lui e gli do un bacio sulla guancia. 

« Buonanotte donnaiolo. » mormoro per poi e entrare in casa.

Poso le chiavi sul tavolino all'ingresso, mentre sto camminando per andare sopra in camera mia, vedo la televisione del salone accesa e Damian che la guarda con sguardo assente. 

« Sei stata con Chase? » chiede continuando a guardare la televisione. I nostri genitori dovrebbero tornare domani, già mi sento male al pensiero. 

« Si. Tu?  » chiedo alzando le spalle e sedendomi sul divano affianco a lui. 

Alza le spalle e beve un po' di birra dalla lattina. « Sono stato da Cassidy. » un senso di disgusto si propaga nello stomaco a quel nome. 

Mi alzo per andare di sopra ma mi blocca con la mano. « Dobbiamo parlare. È una cosa importante. » 

Lo guardo senza dire nulla. Si alza e si mette difronte a me per guardarmi negli occhi. « Chase ti sta prendendo in giro. » non so come reagire a quelle parole. Davvero non ne ho idea. 

« Detto da te è davvero esilarante. » Scuoto la testa e faccio per girarmi ma lui mi ferma di nuovo. 

« Parliamo una volta per tutte, Sunshine! So che mi odi, ne hai tutto il diritto, ma io non ti odio. Conosco Chase, so quali sono le sue intenzioni con te,  e di certo non sono belle. » 

« Perché mai dovrei fidarmi di te? » chiedo incrociando le braccia al petto. 

« Perché non dovresti? » mi guarda seriamente. « Se io ti odiassi come tanto dici, perché mai dovrei dirtelo? Potrei anche far finta di nulla. » ci penso su e odio ammetterlo, ma ha ragione. Se mi odiasse davvero, non me l'avrebbe detto. 

Sospiro e lo guardo meglio negli occhi. « Quali sono le reali intenzioni? » 

Si passa una mano tra i capelli in modo frustrato. « Una sera, eravamo un po' brilli. Stavamo parlando di ragazze quando
 all'improvviso ti abbiamo vista. Toby ti ha osservata, e ha proposto di fare una scommessa su - »

« Fermati! Stai zitto. Non voglio sentirti. » esclamo bloccandolo e mettendo una mano tra di noi.

Lo guardo con disprezzo, e rimprovero me stessa per essermi fidata di Chase. In un piccolo spazio della mia mente lo sapevo, sapevo che non poteva essere vero. In realtà adesso sto pensando se credere a Damian o no. 

Mi giro e faccio per salire le scale ma lui mi ferma per un braccio. Mi scosto violentemente e lo guardo con una rabbia ed un odio mai provato in vita mia. 

« Che cazzo ti passa per la testa? Eh? Fare delle scommesse sulle ragazze. Che cazzo avete che non va? Perché non riflettete prima di fare una cosa? » mi guardo intorno con modo nervoso. « Perché mi odi così tanto, Damian! Cosa diavolo ti ho fatto! Credi che a me faccia piacere il fatto che mia madre e tuo padre stiano insieme? Perché se lo credi, resero tutto! » esclamo guardandolo con rabbia.

« Io non ti odio, Sunshine! Levati dalla testa questa cazzata! » esclama urlando. Faccio una piccola risata isterica. 

« Quindi.. fammi capire... cercavi di farmi del bene facendo una scommessa su di me? No perché non capisco se sono io che sono rimasta dove i ragazzi normali non fanno queste cose. » 

Lui mi guarda negli occhi senza dire nulla. « Da sobrio non avrei mai fatto una cosa simile. » 

« Lo hai fatto anche con altre ragazze? » chiedo con un vuoto nello stomaco. Sono delusa da tutti, ma in primis da me stessa. Mi sono fidata ancora una volta, e ancora una volta non è andata bene. 

Lui mi guarda soltanto negli occhi, e capisco che è un si chiaro e tondo. Scuoto la testa delusa dalla persona che è diventata. 

« Un tempo non te lo saresti nemmeno sognato di fare cose simili... »prendo un respiro profondo e con la voce che trema dico: « Non solo i tuoi genitori sono divorziati. Mio padre è morto, tu hai una madre che ti vuole bene e un padre che, nonostante quello che ha fatto, a te tiene molto. Io non ho più un padre... e non ho nemmeno una madre. » detto questo salgo in camera mia con la domanda che o c'è qualcosa di sbagliato in me, o qualcosa di sbagliato nella maggior parte delle persone di oggi. 

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