Le verità

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''Mi scalda il cuore sapere che le tue labbra sanno di me.'' lessi dall'anteprima del blocco schermo, sorrisi, ma non gli diedi alcuna soddisfazione, anzi, gli mentì ''ora non più.'' ''non hai lasciato Riccardo.'' ''ho bisogno di tempo per scegliere.'' Ed era vero. In parte almeno. Avevo bisogno di tempo, per svariati mesi avevo frequentato la stessa persona e poi ero direttamente saltata ad un'altra relazione, ora li avevo entrambi e non mi piaceva gongolarmi. Non li volevo entrambi, non mi ero lasciata ingannare da Riccardo, lo avevo costretto a confessarmi di aver sparso in giro. Io volevo il mio Professor Freud, ma avevo anche bisogno di tempo. ''Prenditi tutto il tempo che vuoi, io ti aspetto, ma nel frattempo voglio vederti. Questa sera? Nulla di speciale, te lo prometto.'' 

''Lucreziaaa!'' urlò mia mamma dal piano di sotto ''si, mamma?'' ''c'è qui una persona per te.'' ''mamma se è Riccardo sbattilo fuori a calci nel culo.'' ''non è Riccardo.'' gridò ''se è Dom caccialo fuori comunque.'' ''idiota, è la tua amica pel di carota.'' 

''Cosa deve fare una persona per essere lasciata in pace?'' pensai con un fascio di nervi.

''Mariposa, qual buon vento ti porta qui?'' l'abbracciai ''possiamo parlare in privato?'' mi chiese con una certa urgenza. ''Dimmi pure.'' Lei osservò la porta ''devo chiuderla?'' ''lo preferirei.''

''Ricordi che ti ho baciata?'' ''come potrei dimenticarmene?'' si mordicchiò la perfetta unghia del pollice ''mi scuso per essere scappata, ma...'' ''ma?'' ''ma non mi pento di averti baciata!'' arretrai con il viso presa alla sprovvista ''okay...'' ''potrei baciarti di nuovo?'' risi ''potresti parlarmi prima di baciarmi di nuovo e dartela a gambe?'' ''giuro che questa volta non me la darò a gambe!'' rise anche Lei, ma di sè stessa ''insisto, prima parliamone.'' ''Okay, non penso di essere lesbica perchè ho avuto moltissimi ragazzi e mi sono sempre piaciuti al limite dell'eccitazione, credimi!'' ''okay, ti credo!'' ''però io sono una persona spontanea, mi affido alle sensazioni! mi butto nelle situazioni!'' ''o nelle bocche...'' ironizzai ''si, o nelle bocche.'' sorrise ''insomma... la verità è che lo volevo e lo volevi anche tu, non ti sei ritratta! ho praticamente sentito la tua lingua contro la mia ugula!'' ''mi stai dicendo che bacio da schifo?'' ''no, no, assolutamente. Solo che ci metti troppa lingua. Oddio, sto peggiorando la situazione, eh?'' ''decisamente.'' Fummo tutto un coro di cuori che ridevano ''sei violenta, ecco.'' ''non posso darti torto.'' ''e mi piace.'' ''wow.'' sorrisi di un  sorriso sghembo ''Ora posso baciarti?'' ''assolutamente no.'' ''ma perchè no?'' finse di piagnucolare Lei ''perchè l'ultima volta sei fuggita come una cavalletta.'' ''Lucrezia!'' ''cosa?'' mi allarmi io ''che cazzo di paragone è?'' ''taci, cavalletta.'' ''ma io.. però.. sono ancora qua.'' ''ma e però non si dicono insieme.'' ''resta il fatto che io sono ancora qua.'' ''già, ma la mia testa è da tutt'altra parte.'' ''dime todo amica di lingua.'' ''non mi chiamare mai più in questo modo!''

''La penso esattamente come te! Che razza di stronzo Riccardo, non pensavo sai?'' disse solamente ''non si smette mai di conoscere la gente.'' ''già e quella non smette mai di sorprenderti. Dom è un amore, che dubbi hai?'' ''E' davvero quello che voglio? insomma, Lui è praticamente un uomo, ha già un lavoro, una casa, dei progetti per il futuro ed io che cos'ho se non Lui? se non una relazione non troppo stabile?'' Lei aveva la risposta pronta già dall'inizio del mio discorso, avrei scommesso che aveva ascoltato solo quella minima, minuscola parte ''lo ami?'' ''si.'' su questo non dovevo minimamente rimuginare. Era la mia unica certezza ''allora è davvero quello che vuoi.'' ''sai che c'è? voglio essere avventata, per una volta voglio correre un rischio, corro da Lui.'' le stampai un bacio sulle labbra e corsi giù per le scale ''corri bambina mia, corri che la prof è orgogliosa di te.'' mi cantilenò Lei ''fottiti, cavalletta.''

A letto con FreudDove le storie prendono vita. Scoprilo ora