Capitolo 1

9.1K 319 29
                                    

3 Novembre 2014

Di fronte a me, riuscivo a vedere la casa dei Nevel. Era grande, di almeno tre piani, in mattoni. le finestre chiuse.

Arrivammo davanti all'entrata, dove mio padre parcheggió e scendemmo dalla macchina.

indossavo una gonna beige, con dei collant grossi bianchi, stivaletti col tacco alto marroni, una camicia viola con i fiori, e il cappotto nero.

aspettai che mio padre bussasse alla porta, che si aprì di scatto lasciando che la Cameriera Ether potesse uscire.

"Signor Forrowel, benvenuto"

accennò un sorriso che mio padre ricambiò gentilmente.

ci fece entrare e accomodare nell'ampio salotto dorato riccamente decorato.

"Faccio chiamare subito la Signora"

mi guardai intorno. Clark non mi aveva mai fatta entrare in casa sua, anche se ci conoscevamo da 10 anni.

si sentì un rumore di tacchi, e poi sbucò dalla porta una signora snella, con il volto segnato dagli anni. i capelli grigi erano raccolti in una coda di cavallo. in dosso aveva una camicia bianca e dei pantaloni a zampa di elefante neri. dava l'impressione di una famosa donna di affari, ed era effettivamente una donna d'affari, nonché ereditiera di quella casa da parte del marito, Alfred Nevel, morto di infarto 20 anni fa, proprio quando Annica metteva al mondo Clark.

"George caro! Benvenuto."

venne verso di noi a braccia spalancate.

"Annica cara!"

mio padre la abbraccio affettuosamente.

"Elizabeth, tesoro"

mi diede un bacio sulla fronte.

"Come mai da queste parti?"

ci guardò sorridendo in attesa di risposte.

"Annica, abbiamo saputo di Clark, siamo così addolorati."

aggrottò la fronte.

"Clark? Cosa ha fatto Clark"

quasi urlò.

"Signora Nevel, Clark é... morto... si é gettato dalla finestra."

risposi. sentii gli occhi prudere e qualche lacrima cadere sul cappotto.

ma lei scoppiò a ridere.

"Cosa? Ma lui é esattamente dietro di voi."

guardai mio padre, poi ci girammo, ma non vi era nessuno dietro di noi.

"Clark morto, sciocchezze"

girò i tacchi e uscì dalla stanza mormorando qualcosa fino a quando non scomparve dal nostro campo visivo.

"perdonatela, probabilmente è sotto shock"

ci assicurò Ether.

Mio padre la prese in disparte, ma ebbi la possibilità di ascoltare.

"cosa é successo esattamente ieri"

"Tutto ciò che sappiamo, o perlomeno così ci ha detto l'investigatore Nathan Clint che si sta occupando del caso, si è buttato dalla finestra"

"non lo avrebbe mai fatto."

intervenni.

si voltarono verso di me.

"prego Elizabeth?"

gli voltai le spalle facendo cadere le lacrime sul tappeto rosso.

"lui non lo avrebbe mai fatto"

ci fu un profondo silenzio. poi mio padre si avvicinó.

"Papà, tu lo sai, lui non avrebbe mai avuto il coraggio di farlo"

mi coprii gli occhi con le mani, scoppiando in lacrime. lui mi mise una mano sulla spalla.

"credo sia arrivato il momento di tornare a casa"

Ether ci accompagnó fuori, ed entrammo in macchina.

mentre papà accese il motore, alzai gli occhi e intravidi dalla finestra Arnold, il fratello gemello disabile di Clark, che mi salutava con la mano. gli sorrisi. improvvisamente qualcuno gli tappò la bocca con le mani. sobbalzai, ma non lo vidi più.

"tutto bene Beth?"

guardai papà, poi misi la cintura di sicurezza.

"sì, tutto apposto."

The Curse - La Maledizione della VillaWhere stories live. Discover now