Capitolo 15

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feci una smorfia. Ero delusa, ma allo stesso tempo anche sollevata.

Lasciai che il mio sguardo si posó su Nathan, che si rilassó sulla sedia portando la tazza alla bocca.

"Vedi Elizabeth, ora puoi stare tranquilla."

disse Nathan, senza degnarmi di uno sguardo.

Abbassai lo sguardo. Ero imbarazzata. Avevo creato sconquasso per niente.

"Non vi sono stata di alcun aiuto?"

domandó gentilmente Marlene, alzando le sopracciglia.

"Oh.. No non si preoccupi"

Nathan si alzó e ringrazió Mrs. Von Peters per il the.

"Andiamo Elizabeth?"

mi porse la mano e mi trascinó fuori dalla veranda, persa nei miei pensieri.

"Ma vuoi svegliarti?"

mormoró.

salutai Marlene con la mano e mi infilai in macchina, poggiando la fronte al finestrino.

"Non puó essere."

esclamai

"Oh invece sì."

"No! Avanti, ha vent'anni. Un amico immaginario a vent'anni?"

"É disabile Elizabeth!"

"Ma non stupido Nathan!"

Stavamo urlando? Sì, stavamo urlando.

"Ha subito un trauma Elizabeth!"

basta. Non sopportavo quando le persone dicevano il mio nome per più di una volta.

Restammo in silenzio fino a quando la macchina non accostó davanti alla porta di Villa Nevel, attuale dimora della famiglia Forrowel, manon per molto. O almeno speravo.

Uscii dalla macchina senza salutarlo. Ero troppo nervosa per rivolgergli parola.

"Arrivederla anche a lei Signorina Forrowel"

ironizzó. Sorrisi di spalle ed entrai.

"Mose?"

urlai. La casa sembrava deserta e mi strinsi nelle spalle.

Corsi al piano di sopra, esaminando le stanze. Il bagno era vuoto, anche la stanza di Mose, dei miei e di Clark. Bussai alla porta di Arnold.

"Arnold? Sei lì?"

la aprii lentamente. Stava dormendo. Era incredibile quanto ai miei occhi somigliasse poco a Clark. Eppure erano gemelli omozigoti.

Chiusi la porta senza fare rumore e scesi al piano di sotto.

"Elizabeth sei tu?"

sobbalzai

"Mose? Dove sei non ti vedo"

Accesi le luci, e mi guardai intorno per tutto il salotto

"Sono qui!"

seguii la voce della donna, che portava nella stanza rossa, quella vuota, quella in cui Marlene mi aveva sconsigliato di entrare.

Esitai un attimo prima di aprire la porta.

La stanza era opaca e fredda, ma l'odore ripugnante era sparito.

Mose comparve da una porta che non avevo visto prima di allora.

"A quanto pare abbiamo una cantina"

The Curse - La Maledizione della VillaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora