2. Autumn Leaves

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Consiglio l'ascolto di Dead Leaves durante la lettura di questo capitolo.

La sveglia suonó alle 5 in punto della mattina. Aprii gli occhi e dopo averla spenta, iniziai a scuotere Jimin.

<< Jiminie, dai svegliati che dobbiamo caricare le ultime cose in macchina prima di partire e lasciare questo posto >>

<< Mh, Jungkookie altri 5 minuti ti prego >>

<< No. Mamma è stata chiara su questo argomento. Alle 6 dobbiamo già essere in macchina >>
<< Uff... Va bene mi alzo >>

Lo vedo alzarsi con una lentezza disarmante, mentre io vado verso di lui: << Forza Chim, oggi è il grande giorno >>

Lui fece un cenno con la testa, benché tenesse ancora gli occhi chiusi. Scendemmo in soggiorno dove mamma e papà stavano posando i vari scatoloni contenenti libri, vestiti e altre cose appartenenti a loro. Papà è il primo ad accorgersi del nostro arrivo e con un cenno ci fa capire che in cucina ci sono due tazze di caffè fumante preparate apposta per noi. Quando passiamo vicino a nostra madre, lei ci da un bacio sulla testa ad entrambi e dice:<< Sbrigatevi se no faremo tardi e non mi va proprio >>.

Durante la colazione, né io né Jimin diciamo nulla. L'emozione e l'agitazione sono davvero tanto forti e non possiamo fare a meno di continuare a sorridere pensando a questa nuova avventura.

Jimin, dopo aver finito il suo caffè, mi rivolge uno sguardo strano accompagnato dalla frase "ricordati di quello che ho detto. Occhi aperti, Kookie". Io arrossisco. Come riesce ad uscirsene con queste cose già di prima mattina?! Finisco di bere anche io e sorpassato da Jimin, torno in camera mia per cambiarmi.

<< Spero di trovare qualcuno a Seoul>>

<< Davvero Chim? Non lo avrei mai detto e come vorresti che fosse questo qualcuno >> dico trattenendo una risata e iniziando a svestirmi. Tra di noi non c'è vergogna e vederci praticamente mezzi nudi è normale. Abbiamo sempre fatto il bagno assieme fino a quasi l'anno scorso e poi siamo davvero come due fratelli, quindi nulla è fatto con malizia.

<< Ovviamente alto quasi un metro e ottanta, con i capelli castani, che sia gentile e per nulla pigro >>

<< Mi sembri molto sicuro di te, caro Chim >> dico mentre mi infilo una maglia bianca e abbottono i jeans.

<< Secondo me tu sarai il primo a trovare qualcuno e se ho ragione mi dovrai comprare dieci scatole dei mochi al the verde più costosi che ci sono a Seoul >>

<< Tanto perderai sicuro >>

<< Scommettiamo? >>

<< Va bene, perché no >>

Ci stringiamo la mano e scoppiamo a ridere. Poi una voce, troppo potente per essere le 5:20 della mattina, inizia a chiamarci per portare giù i nostri scatoloni. Scendo le scale portando due scatoloni tra le braccia che prontamente passo a mio papà. Nel frattempo mamma sta chiamando il camion dei traslochi per assicurarsi che riescano ad essere lì per le 7 in punto.

Mia mamma ha un amico che lavora in un'agenzia che compie traslochi e gli ha chiesto se gentilmente potesse passare il prima possibile, quindi siamo stati molto fortunati. Sembra quasi che questa città voglia cacciarci e noi abbiamo accolto volentieri questo invito.

<< Kookie puoi venire in cucina un secondo? >>

<< Arrivo mamma, aspetta che poso gli ultimi scatoloni e sono da te >>

Posati gli scatoloni, raggiungo mia mamma che trovo davanti al tavolo con un qualcosa che ricorda vagamente un regalo.

<< Cos'è quello? >>

<< Sai... Tua madre, prima di morire, mi disse che quando avresti compiuto 17 anni avrei dovuto darti due regali molto importanti. Perciò il primo te lo darò qui e io secondo a Seoul, per sancire la fine di questa vita e l'inizio di un'altra vita migliore di ciò che abbiamo passato. Ora aprilo, tua madre sarebbe felice se lo facessi adesso >>

Con le mani tremolanti e gli occhi un po' lucidi, presi quel pacchetto e iniziai ad aprirlo. Tolta la carta ciò che mi si presentò davanti fu uno spettacolo: mia madre, quella biologica, mi aveva lasciato un diario nero decorato in oro e dalle pagine completamente bianche. Lo aprii e dentro ci trovai una busta e una dedica che diceva:

Per Jeon Jungkook, il mio bambino.
Scrivi, perché questo è il nostro dono.
Con affetto,
Mamma.

Lacrime solitarie iniziarono a scorrere dai miei occhi. Da poche diventarono innumerevoli e io venni scosso dai singhiozzi. Sentii un calore provenire dalle braccia di mia mamma che corse subito a consolarmi, dicendo che mi vorrà sempre bene, anche se non abbiamo legami di sangue. Mi stacco da lei asciugandomi le lacrime

<< Hai letto ciò che era scritto qui dentro? >>

<< Assolutamente no. Volevo fosse una sorpresa e so quanto tua madre ci teneva a queste cose. Ora vai a prendere le valige e poi vieni giù subito, che partiamo fra meno di 10 minuti >>
<< Ok mamma. Grazie ancora e ti voglio bene >>

<< Anche io Jungkook, anche io >>

La abbraccio un'ultima volta prima di correre in camera e prendere l'ultima valigia rimasta. Poso il diario sulla scrivania, prendo lo zaino e inizio a riempirlo dei quaderni che non ho messo dentro gli scatoloni. Per ultimo aggiungo quel diario ricordandomi solo adesso della busta che contiene. Lo riprendo in mano e, facendo molta attenzione, lo riapro e prendo quella busta che stranamente profuma.

Profuma di qualcosa di lontano nel tempo, ma non dimenticato. Profuma di lei e del suo amore. È di un bianco antico e chiusa con della cera lacca cremisi. Con cautela la apro, sperando di non romperla e prendo il foglio piegato al suo interno.

Lo apro e trovo una poesia scritta proprio da lei.

Legami
Notte. Profonda e impercettibile, accompagna i miei pensieri.
Steso sopra il mio petto ti vedo dormire sereno.
Consapevole di doverti lasciare presto, ti stringo a me, sperando che il nostro legame rimanga anche dopo la mia perdita.
Vivrò in te comunque poiché tu sei me e io sono te.
Ti amerò per sempre.
Ricordami e lascia che i legami rimangano vivi nel tuo cuore.

Rimango a bocca aperta. Lei mi ha dedicato una poesia consapevole del fatto che mi avrebbe lasciato di lì a poco. Chiudo il foglio e lo rimetto dentro la busta. Quando ho finito di preparare tutto, mi giro e guardo per l'ultima volta la mia camera, ormai spoglia, come gli alberi in autunno.

Scendo le scale piano, facendo attenzione a non cadere e quando alzo gli occhi vedo la mia famiglia. Jimin che parla con papà e mamma che si sta allacciando le Converse bordeaux. Non posso fare a meno di sorridere e pensare di essere stato fortunato. Mio papà, accortosi della mia presenza, prende la mia valigia e la porta in macchina sorridendomi. Jimin mi abbraccia forte e mia mamma ci guarda con occhi sognanti.

<< È tutto pronto cara. Possiamo andare >> disse mio padre appena rientró in casa

<< Ok tesoro. Jimin, Jungkook, andiamo se no faremo tardi >>

<< Ok mamma >> rispondiamo in coro Io e Jimin.

Nel mentre che tutti escono, io guardo un'ultima volta la mia, ormai, vecchia casa riuscendo a far fuoriuscire solo una flebile parola, udibile appena dall'orecchio umano.

<< Addio >> dico, prima di voltarmi e andare verso la macchina, che mi porterá verso una nuova vita.

Somewhere only we know ~Vkook~ 🌌       IN PAUSAWhere stories live. Discover now