Capitolo 4: Pensieri

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Con l'alba alle spalle, Norval stava tornando a casa a testa alta e con portamento apparentemente fiero. Camminava tra i vicoli della città venendo ignorato dai barboni che, riconoscendolo, abbassarono lo sguardo pregando il signore di non essere presi di mira da egli.

Il giovane portò le sue mani all'interno delle tasche, poi sospirò.

"Sono un peccatore e lo so bene, ma continuo per la mia strada a svolgere ciò per il quale il Creatore o il Diavolo - se non entrambi- mi hanno cresciuto.
A vent'anni ho partecipato a più uccisioni che feste le quali si fanno alla mia età, forse sono cresciuto troppo in fretta o forse sono solo un malato mentale. Tuttavia non mi definisco così, non sono malato o pazzo... So quello che faccio, so a cosa vado in contro e so che l'inferno mi sta aspettando calorosamente con le sue fiamme ardenti.
Per essere un cristiano, non sono un esempio da seguire.
Non ho mai peccato nessuno dei dieci comandamenti, se non il quinto: non uccidere.
Forse uno dei più importanti.
Mentirei se dicessi che ho paura per quello che mi succederà dopo la morte, di Dio e del Diavolo... Non ho sentimenti e non ho cuore (letteralmente).
Questa vita non mi appartiene e non appartengo a questo mondo; sono nato sbagliato, ma per quello che faccio è stato Lui a darmi vita. Lui mi ha dato questa vita. Lui ha ucciso mio padre e si è preso il mio cuore con il quale non sarei mai riuscito a diventare ciò che sono: un assassino.
Ribadisco, si è preso mio padre e la mente di mia madre abbandonandola lentamente in uno stato di pazzia, credo che quello che faccio io non è poi così male come si va a pensare.
Non posso compararmi a Dio, eseguirei un altro peccato e penso che non ne ho bisogno.
Devo anche ammettere che un pò mi pesa non sentire emozioni, sono curioso di sapere cosa si provi. Da dieci anni ho dimenticato persino la definizione di questa parola.
Se avessi cuore, mi dispiacerebbe soltanto per mia madre che è all'oscuro della mia natura e che è ridotta in quello stato.
Anzi, da una parte potrei esserlo anche per Kyrie, sono anni che mi sta vicino a subire il mio freddo comportamento. Non sarà facile per lei vivere con me dopo aver vissuto con il calore della sua famiglia.
Avere una compagnia non mi fa lamentare così tanto, certo non salto dalla gioia, però credo sia necessario a tutti avere qualcuno con cui parlare e confidarsi; persino un essere spregevole come me ne ha bisogno.
Se potessi farlo, pensando a tutte queste parole dette, le direi 'ti voglio bene'. Sono certo che non accadrà mai, non per mia volontà.
Però mamma, papà, Kyrie sappiate che se io fossi un ragazzo normale con una vita normale vi direi queste tre parole con il cuore, ma io il cuore l'ho perso e un 'ti voglio bene' di ferro non ve lo meritate."

( 487 parole)

Iron Heart [Steampunk Revolution 2018]Where stories live. Discover now