Capitolo 34

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POV'S RICCARDO

Mi ero svegliato con il sorriso sulle labbra. Passare la notte a fare l'amore con Federica mi aveva rianimato. Aveva riacceso la fiamma che ardeva solo ed esclusivamente per lei e mi sentivo così dannatamente fortunato ad averla al mio fianco. L'avrei amata con tutte le forze che avevo in corpo, mi bastava questo per essere felice. Ma quando avevo aperto gli occhi e non l'avevo trovata nel letto con me, iniziai a pensare che forse aveva deciso di non svegliarmi prima di partire, perché avevamo dormito davvero poco. Così mi ero alzato con un'energia tale da fare ogni cosa e mi ero lavato e sistemato. 

Mentre aspettavo in aeroporto il mio volo per Milano, mi accorsi che Federica non mi aveva ancora chiamato per avvertimi che fosse atterrata e iniziai a preoccuparmi. Mi promisi di chiamarla al mio rientro a casa e accantonai tutti i cattivi pensieri. Quando però una volta arrivato a Linate, notai che ancora non si era fatta sentire, composi il numero in attesa di riposta. Le sue parole mi paralizzarono e percepii quella strana stretta allo stomaco che mi fece davvero male.

«Federica, ti posso spiegare...» dissi con incertezza, perché era chiaro che aveva capito qualcosa di sbagliato. Fra me ed Emma non era più successo nulla. Io amavo solo ed esclusivamente Federica e avrei fatto di tutto per dimostrarglielo.
«E' tardi, adesso. A presto, Riccardo.» e attaccò lasciandomi pietrificato fuori dall'aeroporto con la valigia in mano e gli occhi lucidi. Mi ripresi solo quando il mio cellulare iniziò a squillare e sperai vivamente fosse lei.

«Federica, ascolt-» iniziai, ma venni interrotto da una voce maschile.
«Riki, sei arrivato? Devi immediatamente venire in studio! Ho una grande proposta per te!» Facchinetti sprizzava felicità, completamente in contrasto con la mia tristezza. Non avevo voglia di festeggiare, né di fare altro che non fosse riferito a Federica. Avevo paura di essere tornato alla stessa situazione di mesi prima, ma con la differenza che in quel momento non l'avevo tradita. La storia sembrava ripetersi. Così come la mia rabbia che ribolliva e la stanchezza di tutta quella messa in scena.

«Fra, non posso parlare adesso. Ho una cosa importante a cui pensare.»
«Ti riferisci a Emma?» chiese con tranquillità.
«In che senso?»
«Mi ha detto che ti avrebbe aspettato all'aeroporto.» disse ridendo, ma non ci fu traccia neanche d un minimo sorriso sul mio viso. Mi stava rovinando la vita quella ragazza.
«Ok, adesso basta.» dissi frustrato avvicinandomi al primo taxi che avevo adocchiato. Avevo assolutamente bisogno di spazi e di ragionare da solo.

«Che succede, Riki?» chiese a quel punto il mio manager leggermente preoccupato.
«Ho chiuso con tutta questa merda. Non voglio più avere a che fare con quella ragazza, ok?»
«Riccardo, sai che c'è di mezzo la casa discografica e la stampa. E poi cosa direbbero le tue fan??» chiese agitato ed io indicai al tassista la via del mio appartamento.
«Non me ne fotte un cazzo! Le mie fan saranno felici di non essere prese per il culo da trovate pubblicitarie! E soprattutto saranno contente di vedermi felice con Federica.» sbottai osservando la mia Milano, che correva veloce, dal finestrino.

«Intanto calmati, poi ne discuteremo a voce.» detto ciò il mio manager attaccò la chiamata e fui invaso dalla sensazione di nervosismo, quasi da scaraventare il mio Iphone per terra. Ma poi mi bloccai, andando ad aprire i messaggi per capire cosa Federica avesse realmente letto. Emma aveva rovinato tutto. Anzi, io avevo rovinato tutto, perché avrei dovuto troncare tutto quel casino sul nascere, per Federica. Per il rispetto e l'amore che provavo per lei. Composi il numero di Emma ed aspettai una sua risposta che non tardò ovviamente ad arrivare.

«Amore!» la sua voce squillante aumentò la mia rabbia.
«Dove sei?» chiesi di getto, perché era arrivato il momento di parlare faccia a faccia e chiudere quella storia.
«E' una sorpresa!» rispose con un pizzico di malizia e cercai di mantenere la calma stringendo la mano a pugno tanto da far diventare le nocche bianche.
«Vieni al mio appartamento, devo parlarti urgentemente.» e chiusi la chiamata senza aspettare risposta. Sentii una lacrima solitaria scivolare sulla mia guancia e respirai a fondo per calmarmi. 

Erano anni che non mi trovavo in una situazione simile ed ero sconvolto. Avrei voluto essere accanto a Federica, sussurrarle di amarla e tranquillizzarla, perché non esisteva nessun'altra ragazza a parte lei. Ma era sola, ancora una volta soffriva per me ed io ero stato un egoista a volverla far tornare nella mia incasinata vita. Arrivai giusto in tempo per vedere Emma con il suo solito sorriso incorniciato dal rossetto rosso, che morì immediatamente appena notò la mia espressione. Mi avvicinò incerta ed io avanzai di un passo trascinando la valigia con me.

«Riki!» disse accennando ad un abbraccio, che però rifiutai alzando una mano per bloccarla.
«Emma, è finita. Completamente finita, in tutti i sensi.» dissi arrivando dritto al punto.
«Cosa vuoi dire? Francesco mi ha detto che-» la interruppi e lasciai andare il trolley iniziando a gesticolare. Non riuscivo più a contenere la rabbia. Stavo scoppiando, ero letteralmente al limite.
«Sono settimane che ti dico di lasciarmi in pace! Quello stupido contratto è saltato, noi due non stiamo più insieme agli occhi di nessuno.»
«Perché sei così cattivo con me? Ricordi quando esistevo solo io, perché Federica ti aveva lasciato?»

«Emma, sveglia! Mi aveva lasciato per colpa tua! Per quello che era successo fra noi.» sbottai alzando le mani in aria, come se ci fossimo solo noi due.
«Ascolta... io ti voglio bene, per me sei un'amica però niente di più.» dissi cercando di abbassare i toni. Nonostante tutto il male che aveva fatto, sapevo che c'era stata solo lei a curare le mie ferite dopo la rottura con Fede.

«Lo stai facendo per lei?» chiese abbassando lo sguardo e pressando le labbra una contro l'altra.
«Si, Emma. Io la amo, più di ogni altra cosa al mondo. Sarei disposto a tutto pur di stare con lei.» dissi sinceramente e la vidi annuire. Poi alzò lo sguardo su di me e avanzò intrecciando le braccia intorno alla mia schiena.
«Mi dispiace per quello che è successo, spero tu possa finalmente trovare la felicità.»
«L'ho già trovata, devo però andare a riprendermela.» sussurrai ricambiando l'abbraccio. Emma si staccò e fece un sorriso sghembo.

«Ciao, Riki.» sussurrò facendo un cenno con la mano e si voltò andando via. Mi passai una mano fra i capelli e sbuffai sonoramente. Mi dispiaceva averle parlato in quel modo... però ero davvero stanco di essere trattato da tutti come un oggetto e avevo perso la persona più importante della mia vita. Afferrai il mio trolley e mi incamminai verso il portone di casa, quando notai un gruppo di ragazze con i telefonini in mano. Accennai un saluto e pensai che stava andando tutto di male in peggio!

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Ma quindii??? Ve lo aspettavate questo Riccardo stanco e arrabbiato con il mondo? Ha perso la sua Fede e giustamente si sente demoralizzato. Ma secondo voi, riuscirà a conquistarla? Sarà un'impresa ardua, ma noi confidiamo in lui!♥

Volevo avvertirvi che ci stiamo avvicinando alla conclusione anche di questa storia! Perciò restate sintonizzate e aspettatevi grandi cose!

Alla prossima,
elusivelook♥

Quanta vita serve per innamorarmi || RedericaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora