7.

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Era sabato sera e mi stavo preparando per andare al Coco Bay. Stavo terminando il trucco e finendo di sistemare i capelli in una coda, quando sentii bussare alla porta. «Entra Lily» «Sei presentabile?» «Da quando ti scandalizzi. Comunque, sono vestita. Entra» «Stai scherzando? Ci conosciamo da una vita, è come se fossi mia sorella in poche parole. C'è qualcuno che vorrebbe parlarti». Mi voltai verso di lei «Chi?» «Tyler».

Cosa?

Sinceramente era l'ultima persona che mi aspettavo di vedere. Lo ammetto erano tre giorni che speravo che venisse a parlarmi e a spiegarmi la situazione e ormai ci stavo perdendo ogni speranza. Forse voleva parlare di quello che era successo mercoledì sera al locale, oppure voleva dirmi che tutto quello che mi aveva detto era solo uno sbaglio e che non è per nulla interessato a me. Mi piaceva l'idea di potergli piacere o anche solamente essere tra i suoi pensieri ma doveva pensarlo davvero, doveva essere una cosa vera. 

Lily mi svegliò dai miei pensieri. «Allie, Tyler ti sta aspettando» 

«Ho capito. Non so nemmeno cosa dirgli» 

«Inizia ad ascoltare cos'ha da dirti lui e poi ci penserai. Le parole verranno da sé» 

«Ti ha detto qualcosa?». Tentai di avere qualche informazione per non arrivare di sotto impreparata. 

«No, non ha detto nulla, mi ha solamente chiesto se eri in casa perché aveva bisogno di parlarti» 

«Ok, digli che scendo fra cinque minuti» 

«Va bene» 

«Ehi Allie, stai tranquilla, andrà tutto bene» mi disse prima di chiudere la porta. «Speriamo».

Finii di sistemarmi, presi le mie cose e scesi al piano di sotto. Tyler era seduto all'isola della cucina con Lily. Appena mi videro si alzarono entrambi. Lily andò in camera sua e prima di scomparire dalla mia visuale mi fece un sorriso di conforto mentre Tyler si avvicinò a me. Indossava un paio di pantaloni della tuta grigio scuro e una felpa bianca. Era bellissimo anche con una semplice tuta.  

«Ciao» «Ciao, tutto bene?». La mia voce era un po' tremante. 

«Si grazie, tu?» 

«Sto bene». Devo ammettere che si creò un po' di imbarazzo. 

«Stai andando al lavoro?» «Si, devo essere lì tra venti minuti. Mi ha detto Lily che volevi parlarmi». Sembrava che andassi di fretta ma volevo sapere di cosa volesse parlarmi. Meglio arrivare subito al dunque e togliersi ogni dubbio. 

«Si esatto, spero solo di non rubarti troppo tempo» 

«No, non ti preoccupare. Ti va una tazza di caffè?» 

«No grazie, sto bene così». Beato lui perché io non riuscivo a stare tranquilla, dovevo tenermi impegnata in qualcosa. Iniziava a salire l'agitazione.

Preparai il caffè nel silenzio più totale e solo dopo che mi misi seduta affianco a lui, iniziò a parlare. «Innanzitutto, volevo scusarmi per quello che è successo l'altra sera, non avrei dovuto reagire in quel modo. Mi dispiace» 

«Non ti preoccupare, è tutto ok, mi è solo dispiaciuto averti rovinato la serata» 

«Non hai rovinato nulla> 

«Si invece, hai preso e sei andato via quando non eri costretto a farlo. Abbiamo anche lasciato un discorso in sospeso, fra le altre cose» «Volevo parlarti proprio di questo». 

«Ho già capito, non c'è bisogno che lo dici ad alta voce. Hai detto qualcosa che non volevi dire». Sapevo dove voleva arrivare. Sicuramente si era pentito di quello che aveva detto e voleva solo chiarire le cose. Sarebbe stato inutile rimanere lì a parlarne ancora e soprattutto sarebbe stato meglio, e sicuramente meno imbarazzante non sentirlo direttamente dalla sua bocca. 

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora