Incrociai gli occhi più belli che avessi mai visto. Erano particolari. Nocciola ma con delle sfumature verdognole all'interno. Erano ingenui e timidi, come il viso del loro padrone. Mi tolsi gli occhiali e li pulii sulla maglietta verde che indossavo, nel frattempo strizzai più volte gli occhi convinta che stessi sognando. Me li rimisi sugli occhi e no, quello che stava accadendo era tutto reale. Mostrò un leggero sorriso e due carine fossette si formarono ai lati delle labbra. Alcune ciocche di capelli ricadevano sul suo viso. Erano medio-lunghi e bruni. Feci un passo indietro ma sentii le mie gambi molli e flaccide come gelatina. Stavo per cascare all'indietro quando la sua mano si posò sul mio braccio bloccando la mia presunta caduta. <<tutto bene?>> domandò lui incerto mentre i nostri sguardi si incrociavano alla perfezione. Mi aggiustai impacciata gli occhiali tondi sul naso e risposi esitante <<s-si>> balbettavo leggermente, cosa che non mi era mai successa. Non so che cosa mi prese in quel momento ma me ne andai correndo sussurrando un flebile "scusa" prima di uscire definitivamente dalla biblioteca. Camminai a passo svelto verso casa. Dovevo assolutamente raccontare tutto a Brad. Ne avevo la necessità.
Aveva ripreso a piovere e, da intelligente ragazza che ero, non portai nemmeno l'ombrello. Così tornai a casa zuppa d'acqua da capo a piedi. Fui subito assalita da Cream e Honey che non esitarono a saltarmi letteralmente addosso. Mi tolsi le scarpe ormai fradice come i calzini che portavo ai piedi. Andai dritta in bagno e buttai il tutto in lavatrice, per poi infilarmi sotto la doccia. Mi fermai a riflettere su quello che accade qualche minuto prima che tornassi a casa. Pensai a quegl'occhi che mai e poi mai avrei rivisto. A quel fossette troppo carine che erano spuntate sulle sue guance che avrei voluto riempire di baci. E poi pensai anche a quella mano, leggera e morbida che si posò sul mio esile braccio. Avrei dovuto non lavarlo più, ma non era possibile. Mi pentii immediatamente di essermene scappata così in fretta senza lasciargli tempo magari di presentarsi. Coprii il viso per la vergogna non appena ripensai a quella scena. Sono stata una stupida. Da una parte sarebbe stato meglio non vederlo più, ma non potevo per una mia stupida figuraccia non incontrare mai più quel viso ingenuo e tenero che ormai la mia mente aveva impregnato. <<Brook, sei qui?>> sentii lo scricchiolare della porta e successivamente la voce squillante di Brad. <<si, non prendere appuntamenti per stasera perché devo raccontarti quello che mi è successo>> dissi io mentre passavo le dita tra le ciocche di capelli insaponate. <<ok, ma è qualcosa di bello o brutto? Sai che non posso aspettare per queste cose>> chiese impaziente. Sospirai. <<no no, questa volta è davvero bellissima>>
La cena era il momento più tranquillo della giornata. Ero appena uscita dalla doccia e avevo indossato il mio fantastico pigiama caldo e decisamente inguardabile dal punto estetico ma era davvero troppo troppo comodo, ed era quello che contava per me. Stavo vestendo anche il piccolo Jacob che era uscito anche lui da un bel bagnetto e sembrava un pulcino tutto spennacchiato. Brad era alle prese con i fornelli e devo dire che era davvero un ottima cuoca. Per essere una giovane mamma single ce la metteva tutta per non far mancare nulla a suo figlio. Si impegnava ed era disposta a tutto pur di dare un futuro decente al suo bambino. Ed io non potevo far altro che ammirarla. Cercava sempre di mascherare il suo dolore ma so che prima di andare dormire, qualche lacrime usciva sempre dai suoi occhi. Non si può dimenticare una persone che hai amato così facilmente, soprattutto se ne rimane un qualcosa di così grande. <<è pronto>> urlò la mia amica oltre la porta della cameretta. Jacob sorrise divertito e allungò le braccia verso di me per essere preso in braccio. Adoravo tenerlo tra le braccia. Andammo in cucina e misi il pulcino nel seggiolone mentre aiutai a portare i piatti fumanti a tavola. <<allora, cosa devi dirmi?>> chiese lei curiosa. Poggiai il cucchiaio sul bordo del piatto ed incrociai le braccia sulla tovaglia rosa. <<oggi è successa una cosa strana, una cosa che non mi era mai capitata prima>> incomincia mentre le scene di quel pomeriggio cominciarono a riaffiorare nella mente. Brad incominciò a tossire e a darsi copi sul petto. <<Brad>> esclamai io allarmata mentre tiravo schiaffi leggeri, o forse, sulla sua schiena. Jacob incominciò a piangere vedendo sua mamma sul punto di soffocare. Quando si riprese, si alzò e mi strinse forte a se, facendo questa volta, soffocare me. <<ok.....Brad........non respiro>> dissi io con quel poco di fiato che rimaneva. Mi baciò ripetutamente la guancia. <<oddio, non posso crederci....ti sei innamorata>> il suo fare melodrammatico entra in atto. Si stacca e prende Jacob in braccio. <<amore....anche la zia sta crescendo.....se ne sta andando anche lei>> la sua voce era sempre più drammatica e cupa. Jacob mi guardò e rise, anche perchè, da bambino ingenuo e bonaccione che era non poteva far altro. <<come facevi a saperlo?>> chiesi io inarcando le sopracciglia. <<sono o no la tua migliore amica? Certe cose le capisco anche solo guardandoti. Non serve avere un quoziente intellettivo per certe cose>>
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Biblioteque in love~Spencer Reid ❤️
ChickLitEra andata in giro per il mondo in cerca dell'amore, quando la sua anima gemella era sempre stata lì