2 2 - V E N T I D U E

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    La serata è fresca ed umida. L'odore di pioggia mi invade le narici, sorrido ampiamente. Che goduria. A casa di Seeley mancano ancora dieci minuti, essendo io e Diego a piedi. Il suono delle nostre suole a contatto con la strada bagnata fa eco nella via buia e deserta.

    Camminiamo piano, non c'è fretta. Stasera non voglio pensare né ad Emiliano né a Niccolò. Voglio liberarmi dei pensieri opprimenti, godermi quest'aria ormai invernale.

    Stringo le spalle a causa di un brivido gelido che mi attraversa la schiena.

    "Hai freddo?" mi chiede Diego. Faccio di no con la testa anche se in realtà non è vero. Ho freddo eccome!

    "Ah no? E perché tremi?" mi prende in giro guardandomi.

    "Finché è solo così lo sopporto" faccio spallucce e sorrido.

    "Se non avessi solo la felpa addosso te la darei" abbassa lo sguardo per un secondo, prima di riposarlo su di me con un sorriso timido.

    "Sai cosa? Te lo voglio dire. Ho paura che tutto questo sia solo un sogno. Parker, Seeley, Niccolò, tu. Siete tutti così gentili con me. In questi ventitre anni nessuno è mai stato così con me, solo alcuni famigliari. Mi sembra tutto così irreale"

    "Hai finito?" ride in risposta, lo guardo male. "Sono gentile con te perché sembri una brava ragazza. Diciamo che in questi ultimi anni non sono stato molto gentile con le ragazze che frequentavo"

    "Ah, ho capito il genere" lo prendo in giro.

    "No tu non hai capito un bel niente" ride imbarazzato. "Non sono più quella persona"

    "Meglio per me, stasera mi paghi la pizza" sorrido, in tutta risposta sorride anche lui.

    All'improvviso inizia a diluviare. Pioggia gelida ci bagna dalla testa ai piedi. Sento la forte presa di Diego sui miei fianchi, mi carica sulla sua spalla ed inizia a correre come un dannato. Fortunatamente, dopo poco più di duecento metri, arriviamo a casa di Seeley.

    Diego mi mette giù e scoppiamo a ridere come due cretini per almeno cinque minuti. La porta si apre, un Seeley confuso ci fissa dall'alto al basso.

    "Siete zuppi"

    "Sì, beh, piove" rido.

    "Lo vedo" Seeley inarca un soppracciglio e sorride piano, ancora confuso. "Dai entrate ed asciugatevi"

    "Hai tutti i baffetti bagnati" faccio una smorfia a Diego.

    "Ma quanti anni hai?" ride divertito lui.

    "Matiiii!" mi corre incontro Parker.

    "Puzzolo!"

***

    Dopo cena aiuto Seeley a lavare i piatti e sistemare il soggiorno. Parliamo del più e del meno, gli racconto tutto. Fa qualche battuta per tirarmi sù il morale e distrarmi.

    Verso le dieci salgo al piano di sopra per mettere a letto Parker. Quando apro la porta mi immobilizzo e scoppio a ridere alla vista del piccolo e di Diego impegnati in un duello tra spadaccini.

    "Si può sapere che state facendo?" rido ancora.

    "Devo sconfiggere il mio peggior nemico in battaglia!" risponde Parker esaltato.

    "Okay D'Artagnan, ma ora si va a dormire"

    Il piccolo sbuffa ma riesco comunque ad arrotolarlo nelle lenzuola come un involtino. Chiedo a Diego di lasciare la stanza e socchiudiamo la porta.

    "Ti accompagno da Niccolò o in Hotel?" gli chiedo.

    "Da Niccolò a prendere la mia roba, poi ci pensa lui" sorride, "Grazie"

.

    Finalmente raggiungo casa di Niccolò e fermo la macchina. Non ho avuto notizie da lui. Come sarà andata la cena? Cosa avrà detto a quella tipa? È tutto risolto?

    Sbianco e mi sento male. Niccolò e Valeria, davanti alla porta. E si baciano. Diego segue il mio sguardo e rimane scioccato quasi quanto me.

    "Ma allora è proprio un cretino!" sbotta arrabbiato lui. "Stai bene?"

    "P-Puoi proseguire da solo da qui per favore?" gli chiedo con un filo di voce.

    "Hey" si addolcisce lui, "Se vuoi che gli spacco la faccia sono disponibile"

    Mi fa sorridere. "Non fa niente"

    "Matild-"

    "Devo andare" mi trema la voce, "Scendi per favore?"

Somewhere in Neverland // Ultimo ☆Where stories live. Discover now