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Rigiro tra le mani il bracciale che la Cavia 1 ci ha dato. Aesta, Nayla e Axel l'hanno fissato al braccio senza pensarci due volte. Una volta che la fibbia del cinturino nero è stata chiusa, non c'è modo di toglierseli, a costo di tagliarsi il braccio – non che sia un problema avendone uno fatto di due parti. Decido di sistemarlo a destra, non si sa mai. Potrebbe essere una precauzione in più in caso di fuga. Non sono rassegnata a rimanere qui, su questo pianeta.

C'è qualcosa sotto questa loro decisione improvvisa di lasciarci vagare, ne sono sicura. Quando tutti i rilevatori sono a posto, la Cavia 1 sorride, annuisce e si allontana, lasciandoci in mezzo al nulla.

«Quindi che facciamo?» chiede Axel incrociando le braccia dietro alla testa.

«Qualcuno che ha voglia di fare una passeggiata?» chiede lui di nuovo non ottenendo risposta da nessuno.

Le altre due scuotono la testa, Axel le guarda deluso.

«Vengo io. Non ho voglia di continuare a marcire a sedere da qualche parte».

«Ce la fai a starmi dietro con quelle gambette corte?»

Incrocio le braccia. «Vaffanculo, Axel».

«Non è colpa mia se sei bassa».

Sbuffo. «Mi tormenti perché sono bassa?»

«No... cioè, sì. Anche perché sei bassa» sorride lui.

Gli tiro un pugno sul braccio. «Stronzo!»

«Andiamo?»

Annuisco, lancio un'ultima occhiata a Nayla e Aesta, poi raggiungo Axel che si è già allontanato di qualche passo.

Ci avviamo in silenzio lungo quello che sembra un sentiero battuto.

C'è vento: ci spettina i capelli e io mi ritrovo parecchie ciocche sugli occhi. Fischia anche nelle orecchie, infilandosi anche sotto la divisa. Vorrei chiedergli che è successo tra lui e la Cavia 1: mi è sembrato preoccupato, ma non si è trattenuto dal fare i suoi soliti commenti rovina situazioni serie.

«Hai una qualche mappa del luogo?» mi chiede all'improvviso.

Scuoto la testa. Non sarebbe una domanda totalmente illogica se avessi avuto modo di uscire prima da quella sala. Ho visto una sala di controllo in un corridoio mentre venivano qui: probabilmente nei computer ci sono delle mappe che potrei scaricare. Se solo riuscissi ad entrarci e prenderne una sarebbe un passo avanti anche per un'eventuale fuga...

«Hai voglia di scalare una montagna?» aggiunge un attimo dopo.

«Perché?» gli chiedo aggrottando la fronte e cercando di pulire gli occhiali sulla giacca.

«Perché credo che da lassù potremmo avere una visuale migliore».

Alzo lo sguardo nella direzione indicata dal suo dito: davanti a noi c'è una montagna, ma non sembra molto alta, sarà sugli ottocento - mille metri.

«Prendiamo delle provviste?» mi chiede. «Ho fame».

«Credi sia facile? Ci hanno messo a dieta obbligata da quando siamo qua!»

Non so cosa darei per tornare sull'Atlantis a poter godere della cucina di Erix.

«Non ne ho idea. Dovremmo chiedere a qualcuno... anche se non saprei a chi. Non è che la Cavia 1 si sia dimostrata tanto amichevole».

«Ma che ti hanno fatto quando ti hanno portato via?»

«Arriviamo lassù in cima e te lo spiego, va bene?»

Ai confini del vuoto 2 - Operatio MortisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora