Chapter 34

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1 anno prima.
Eloise.

Quella sua frase mi fece rabbrividire. I suoi occhi sarebbero stati su di me tutta la sera. Probabilmente per controllare che non facessi cavolate...

Di certo non mi avrebbe guardata per altri motivi: primo, perché sicuramente sapeva che Jack mi aveva invitato ad uscire e secondo, perché quella era pur sempre la festa della sua ragazza, o qualsiasi cosa Cristina fosse per lui.

Scese dalla macchina e venne ad aprirmi la portiera da gentiluomo.

Lo ringraziai un po' in imbarazzo e ci dirigemmo insieme verso l'ingresso. La porta era aperta e da dentro casa si sentivano solo le voci dei componenti del gruppo.

Mi ritrovai in un grande salone di rappresentanza con tanto di divani in pelle, termo-camino e televisore al plasma da 52 pollici. La casa non sembrava molto grande dall'esterno, ma quell'enorme salotto dava l'impressione di essere appena finiti in una villa di qualche star di Hollywood. Era tutto super moderno e super costoso.

"Sam, aiutami a spostare quell'affare" Josh chiese di aiutarlo a spostare l'amplificatore da una parte all'altra della stanza.

"Arrivo io" Peter si tolse la giacca di pelle abbandonandola sul divano di pelle e andò ad aiutare Josh.

Jack fece capolino in salotto entrando da quella che presumevo fosse la cucina. I suoi occhi si fiondarono subito su di me.

Si avvicinò e senza neanche salutarmi mi disse "perché non hai chiamato me se ti serviva un passaggio?"

Sapevo che l'avrei fatto arrabbiare.

Nemmeno io sapevo perché non avessi chiamato lui. Probabilmente solo perché volevo fare un torto a mia sorella sapendo quanto sbavasse dietro a Peter...

"Non volevo disturbarti..." mentii abbassando lo sguardo.

Vidi con la coda dell'occhio un sorrisetto sul suo volto.

"Non mi disturberesti mai tu" disse lui sfiorandomi la mano e arrossii.

"Jack! Farebbe comodo anche il tuo aiuto!" Urlò Peter interrompendoci.

Che avrà mai da urlare? D'un tratto Peter era scuro in volto. Aveva una capacità di mutare umore incredibile.

Alzai gli occhi al cielo e vidi Cristina entrare anche lei dalla cucina con un bicchiere di birra in mano: glielo portò subito a Peter schioccandogli un bacio a stampo sulle labbra che mi sembrò risuonare in tutta la stanza. Mi faceva venire il voltastomaco.

"Tu!" Mi puntò un dito contro "vieni con me" disse.

Peter mi lanciò un'occhiata di dubbia interpretazione. Sembrava quasi preoccupato di lasciarmi nelle grinfie di Cristina. Nell'aula di musica aveva detto che gli piaceva il mio stile e che non ero obbligata a cambiare me stessa. Adesso però ero io quella disposta a cambiare per apparire al pari del gruppo. E lui continuava a fissarmi mentre raggiungevo Cristina. Non mi toglieva gli occhi di dosso e non capivo come mi facesse stare quella cosa.

"Vieni, andiamo di sopra!" Mi disse afferrandomi un polso e portandomi in cima alle scale di casa sua.

Al piano di sopra seguimmo il corridoio fino a fare capolino in quella che doveva essere la sua camera. Era piccolina, molto più piccola di quella che mi aspettavo ed era anche molto ordinata. C'era un letto con delle lenzuola viola, i muri dipinti di blu scuro e una scrivania piena di libri di scuola. Mi fece sedere sul letto e aprì l'armadio a muro accanto alla scrivania.

"Spogliati" disse e iniziò a tirare fuori dall'armadio montagne di vestiti lanciandoli tutti sul letto. Vedevo paiette, corsetti, nastri, ecopelle e cose leopardate dappertutto. Mi chiedevo come tra quella roba potesse esserci qualcosa di adatto a me. Non c'era niente che avrei mai osato comprare. Pensare che Cristina ci veniva addirittura a scuola con quei vestiti addosso...

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