Chapter 93

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Thomas.

"Hai già deciso chi invitare al ballo?" Chiesi a Josh mentre camminavamo per i corridoi.

Lui fece una smorfia e sollevò le spalle.

"Mi sto ancora guardando intorno" disse rilassato.

"Tu invece? Lo hai chiesto ad Eloise o non ancora?" Mi domandò guardandomi con aria di scherno. Ormai era chiara a tutti la mia cotta per lei, eccetto... a lei.

"Macché!" Mi rabbuiai.

Josh roteò gli occhi. Non ne poteva più di sentire le mie lamentele, ma in fondo aveva tirato lui fuori l'argomento.

"Senti... se questa situazione non si sblocca tanto vale farsene una ragione. Lei ha ancora mille cose da risolversi" disse facendomi pensare. Era vero.

Io e lei avevamo legato molto nell'ultimo periodo, ma ormai era chiaro che il mio ruolo era quello di amico. Ero stato incasellato e non avevo possibilità di redenzione. Mi ero fatto breccia nel suo cuore e nonostante fossi riuscito ad abbattere quelle mura che lo circondavano, ormai per lei ero solo un semplice amico.

E questa era solo la milionesima volta che io e Josh affrontavano lo stesso identico discorso.

"Dovresti muovere la tua attenzione altrove. C'è qualcuno che ti ronza attorno da qualche mese e tu hai i prosciutti sugli occhi."

Non capivo dove volesse arrivare. Alzai un sopracciglio, spaesato.

"Magari potresti passare una bella serata e scoprire che tu e lei avete molte più cose in comune di quanto pensi" mi mise un braccio attorno al collo e si fermò di fronte all'aula di matematica.

"Ma di chi parli?" Brontolai.

"Cristina. È una fissa. Non fa altro che parlare di te" disse d'un colpo.

"Cri... Cristina Johnson? Quella Cristina?" Balbettai incredulo. Una ragazza come lei che aveva una cotta per me? No... sicuramente stava parlando di un'altra persona.

"Ma ovvio che è Cristina Johnson... ne conosci altre?" Mi guardava come se fossi deficiente.

"Ma come è possibile?" Non riuscivo a capacitarmene.

"Senti... io te l'ho detto, tu fai quello che credi. Ci vediamo dopo" disse dandomi una pacca sulla spalla ed entrando in aula.

Ricominciai a camminare lungo i corridoi verso la mia classe.

Cristina...

Io e lei eravamo amici. Mi trovavo bene a parlare con lei, ma non immaginavo che desiderasse di più. Era una ragazza molto intelligente, più di quello che volesse far credere. Era divertente, spiritosa, ironica e beh... era bellissima. Una bellezza diversa da quella di Eloise, mediterranea, i suoi tratti erano più duri e scuri.

Voleva che la invitassi al ballo. Iniziai a pensare che forse sarebbe stata la cosa migliore. Avrei passato una serata diversa e magari avrei potuto conoscere meglio Cristina.

Seguii la lezione di letteratura pensando solo al modo migliore per chiederglielo. Josh aveva ragione, con Eloise la situazione non si stava sbloccando e io avevo bisogno di andare oltre. Ne valeva la mia sanità mentale.

Al suono della campanella mi diressi in mensa come un automa. I miei piedi si muovevano da soli e la mia testa era completamente altrove. Vagavo nei meandri della mia mente alla ricerca del più piccolo segnale che potesse farmi intuire che Cristina avesse un briciolo di interesse nei miei confronti.

Mi sedetti al nostro solito tavolo. Non c'era nessun altro e iniziai a scartare il mio panino con pollo e salsa tartara.

Tirai fuori il mio cellulare e inviai un messaggio a Cristina. Volevo sapere dove fosse, volevo parlarci il prima possibile e togliermi quel pensiero dalla testa.

Poi sentii qualcuno battermi un colpetto sulla spalla e quando mi voltai la trovai con un sorriso a trentadue denti ed un vassoio pieno di cibo in mano.

"Sono qui" mi disse e si sedette accanto a me.

"Che volevi?" Mi chiese aprendo la sua bottiglietta d'acqua e bevendone un sorso.

Mi accorsi che stavo sudando. Avevo le mani completamente bagnate e non sapevo neanche il perché.

"Io..." fissai il mio panino. Stavo per chiedere ad una ragazza di venire al ballo mentre avevo l'alito che puzzava di salsa tartara.

"Tu?" Chiese lei.

Mi manderà al diavolo.

"No, niente" sbuffai e gettai il panino sul tavolo rammaricato. Avrei fatto una figuraccia e volevo risparmiarmela. Bastava già Eloise a mettermi in soggezione.

"Thomas, dimmi" il suo tonno divenne un po' più duro. Era curiosa.

"È una cosa stupida" borbottai.

"Dimmela lo stesso."

"Mi chiedevo se avessi già qualcuno che ti portasse al ballo" abbassai lo sguardo per evitare i suoi occhi.

"No, non ho nessuno che mi porti al ballo" disse e sentii anche una risatina strana.

Era arrossita. Cristina Johnson era imbarazzata. Il mondo stava andando al contrario.

Non sapevo cosa dire. Rimasi interdetto a guardare le sue guance paonazze. Per la prima volta la trovai veramente bellissima. Ho sempre pensato che lo fosse, ma vedendola così con gli occhioni sorridenti, non volevo fare altro che portarla ala ballo e farle trascorrere una serata da sogno.

"Mi ci porti tu?" Mi chiese poi.

Le sorrisi e afferrai la mano che aveva poggiato distrattamente sul tavolo.

"Sì, ti ci porto io."

Obbligo o Verità?Where stories live. Discover now